Lettere al Direttore Il Foglio 5.12.2014

’O scrittore inquisitore diffama Poletti anche in fotografia

1-Al direttore - Cantone dagli appalti mafiosi dell’Expo a quelli di Roma. Si porterà in dote l’esperienza di Milano. E le lettere minatorie spedite a Pisapia.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - Può darsi, come lei sostiene, che la storia della cupola mafiosa a Roma sia una boiata. Tuttavia, ammetterà che chi ha il coraggio di risiedere nella Città eterna oggi merita una medaglia al valor civile. Una quindicina di anni fa Carlo Trigilia, ministro sfortunato ma sociologo di razza, definì la condizione del nostro paese in termini di “disordine pubblico e dinamismo privato”. Dove, a pensarci bene, il secondo era il figlio naturale del primo. Da allora le cose non sono certamente migliorate, perché il sempre più patologico disordine pubblico ha alimentato un dinamismo privato sempre più malsano. “Mafia capitale” è uno slogan farlocco e irritante, siamo d’accordo.

Ma, Rutelli o Veltroni, Alemanno o Marino con la fascia tricolore, la metropoli è stata fin qui dominata da una costellazione di interessi che ha trasformato la sistematica violazione delle regole in una preziosa risorsa per l’ascesa sociale e politica dei “furbetti del quartierino”, vecchi e nuovi, di destra e di sinistra. Questo sì è stato un “romanzo criminale”, che si è concluso con un disastro finanziario e un conto salatissimo per i contribuenti. Conosciute le gesta di “er Guercio” e dei suoi accoliti, Renzi ha commissariato il Pd romano. Ora non gli resta che commissariare anche il comune: non per infiltrazioni mafiose, ma per danni incalcolabili all’erario e all’immagine dell’Italia.

Michele Magno

Ecco, danni, malaffare, tutto vero. Ma “incalcolabili” a Roma fa sorridere. Roma è una città bordello da sempre, ma è calcolabile nel suo bene, nel suo funzionamento miracoloso, e nel suo disordine.

3-Al direttore - Ho seri dubbi (eufemismo) sulla sussistenza del reato di associazione mafiosa nell’inchiesta di Roma. Non potevano procedere solo per i reati? Pm e gip dovevano fare lo scoop?

Frank Cimini

E dove li mettiamo, quei reati, tre colonne in cronaca? Gli eroi hanno un disperato e lusinghiero bisogno del 416-bis

4-Al direttore - Essendo un anarchico riflessivo per ora non mi pronuncio su quella che lei definisce “La Corleone dei cravattari”. Il Mose mi pareva una bufala, Galan sincero, poi quando Nordio (un magistrato serio, come Pignatone) ha tirato fuori le carte, tutti gli inquisiti “innocenti” sono crollati e hanno patteggiato. Due notazioni. 1. Una banda di criminali salva il posto a una banda di politici inetti. 2. Inaccettabile la definizione “Mafia capitale”, meglio “Caccole in Campidoglio”.

Riccardo Ruggeri

Patteggeranno anche questi, pare. Non è che siano il fior fiore, solo, non sono la mafia, non c’è trippa per filistei savianei. Ma come si permette, ’o scrittore, di chiedere conto di una fotografia scattata durante una cena sociale del 2010 tra cooperatori, e impunemente diffamare per illazioni Giuliano Poletti, ma nemmeno gli scribi dell’Inquisizione spagnola!

5-Al direttore - Muti president. Sento voci che par essere d’oltretomba sussurrare Prodi, Amato, Finocchiaro. Poi arriveranno altre voci su D’Alema e Rodotà. A parte che son sempre comunisti o ex, uno normale esiste? Magari fosse il grande Riccardo Muti a dirigere il Quirinale, altro che. Come interpreta Mozart e Verdi, ben pochi sanno fare. Scendendo di quattro toni già s’ode l’inevitabile frase a effetto: ci vorrebbe una donna. E qui, ineluttabile come le tasse, il nome Bonino. E’ una follia Muti, una boutade, ma è una dolcissima follia.

Franco Bolsi

6-Al direttore - “Due mosse da applausi in due giorni. Prima l’apertura di credito al bravo e per bene Pier Luigi Bersani (un capo dello stato mica male sarebbe)”. Vedo che nel suo giudizio su Bersani lei premia un criterio “moralista” che mi sembra in passato abbia criticato mica poco. Abbiamo già avuto un presidente di chiara matrice comunista, cui sono state “perdonate” cosette come aver sollecitato interventi militari che avrebbero fatto migliaia di morti, come fu e aver difeso regimi come quello di Pol Pot. Cosa significa “per bene”: Bersani ha fatto carriera, chiesto e avuto migliaia di voti in nome del collettivismo sovietico, dimenticandone la natura repressiva e anche sanguinaria, esaltando la superiorità delle repubbliche popolari, votando regolarmente contro ogni atto costitutivo delle istituzioni europee etc. alla non più tenera età dei quarant’anni. Questo fino a un minuto prima della caduta del Muro, poi… oplà. Compagni ci s’era sbagliati, prima stavamo scherzando, di qua si sta meglio. Costretto come gli altri a girare la bussola di 180 gradi per opportunismo, per continuare a occupare poltrone e potere. Sarebbe ora che in questo paese si dicessero le cose con chiarezza, dimenticando davvero un teatrino della politica che è durato fin troppo. Sarebbe certo un bel capo dello stato per coloro, “i moralisti” a senso alternato e con le bende sugli occhi (moralisti sui denari degli altri e dimentichi dei crimini sulle persone), cui mi sembrava lei non appartenesse. Con stima.

Mario Boni Bartalucci

Guardi che comunisti e post e anti sono vecchie pantegane di questa Repubblica. Scartarli a priori non è facile. Vado io?

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