Lettere al Direttore Il Foglio 11.12.2014
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1-Al direttore - La mamma non crolla. Mica è la Grecia. Maurizio Crippa
2-Al direttore - Solitario e inascoltato, il consigliere comunale Radicale Magi aveva più volte insistito su quel che avveniva su immigrazione, case popolari, campi nomadi. Troppe risorse destinate, fin dall’atto del concepimento, alla dissipazione: Magi aveva ragione, ma da venticinque anni la nobile funzione di controllo che si lega alla rappresentanza politica, è andata in desuetudine. La politica, si era detto col candore di Mario Segni e col pressapochismo di Eugenio Scalfari, doveva essere soprattutto gestione…
Luigi Compagna
3-Al direttore - Oltre a essere resa dei conti con l’èra Bush Jr., il coming out americano in tema di guerra al terrore evidenzia la pretesa di dare piena trasparenza all’azione dei servizi segreti; tralasciando il quasi ossimoro, le intenzioni sarebbero encomiabili, ma a difettare è la Realpolitik nonché il tempismo: il dossier sarà fonte di imbarazzo per gli alleati arabi e arma di propaganda per i jihadisti, in un momento di massima criticità. Nell’immediato si temono anche rappresaglie nei paesi islamici; eppure tra gli entusiasti sostenitori della decisione del Senato Usa non mancheranno quegli stessi che, col pretesto dei “motivi di sicurezza”, si distinsero come fustigatori delle vignette danesi su Maometto (e della t-shirt di Calderoli), del film “blasfemo” su Maometto e persino della lectio di Ratzinger a Ratisbona.
Daniele Montani
4-Al direttore - Complimenti direttore per la sua difesa a oltranza a “Ballarò” della sua tesi su Roma “cravattara” e non mafiosa, nonostante fosse l’unico a pensarla controcorrente. La prego di ricordarsi di ritornare in trasmissione tra 6 mesi per dimostrare, probabilmente, che aveva ragione a sostenere la sua tesi.
Roberto Carletti
5-Al direttore - Ammettiamo pure che sia profondamente sbagliato, come dice il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, pensare che si possa alimentare la crescita sconfinando dal 3 per cento del rapporto deficit/pil e concordiamo con lui quando sostiene che la cura migliore per il debito pubblico è la crescita. Ma il “sequitur” – ché diversamente sarebbe una pura lezione accademica – di queste affermazioni dovrebbe essere la messa in atto di potenti azioni per conseguire una meno asfittica crescita che non si può raggiungere agendo sul predetto parametro, ma, al tempo stesso, è una necessità per incidere sul debito e, prima ancora, per l’occupazione e una sia pur lenta uscita dalla crisi.
Ovviamente, si deve trattare di azioni italiane ed europee. Bene: c’è qualcuno che possa fondatamente affermare oggi che sia nel versante interno sia in quello comunitario (che da ultimo ha sfornato il “ ridiculus mus” del piano Juncker, già ampiamente contestato da espansionisti e rigoristi) siamo nella condizione del “sequitur”anzidetto? O ne siamo ancora lontani mille miglia? Giustamente Renzi, nei giorni scorsi, ha detto che l’Europa non può essere quella dei vincoli e dei parametri o degli spread e che bisogna riconsiderare profondamente la filosofia dell’Unione. Ma per ora siamo ancora al “primum vivere”; solo “deinde” verrà il philosophari. Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia
6-Al direttore - Bien penser pour bien agir, diceva Pascal. A leggere la domanda previa che fa da cappello ai 46 quesiti dei Lineamenta in vista dell’assise ordinaria dell’anno prossimo, la frase del grande filosofo calza a pennello. Perché se c’è una cosa che manca nella Relatio synodi è proprio l’esatta percezione di quale sia la realtà, e quindi la vera posta in gioco, quando si parla della famiglia. E’ ora che nella chiesa si dica forte e chiaro che se la famiglia è in crisi è anche perché mai come oggi tale istituto è sotto attacco. Come non vedere che esiste un movimento di pensiero e di pressione, la cui falange è l’ideologia del gender (citata nella Relatio post disceptationem e poi curiosamente scomparsa nel testo finale)? Spiace dirlo ma fino a ora nella chiesa poco o nulla si è sentito sull’argomento. Eppure è sotto gli occhi di tutti.
Luca Del Pozzo