Riforme istituzionali, dalla padella alla brace

La battaglia sulle riforme istituzionali (aperta ufficialmente l'altro ieri nella commissione affari costituzionali della camera con l'approvazione di un emendamento che elimina i cinque senatori nominati direttamente dal capo dello stato)

ha impermalosito il presidente del consiglio e i suoi fedelissimi.

 di Massimo Tosti , Italia Oggi, 12.12.2014

L'ultima arma impugnata da Matteo Renzi è il Mattarellum, con la proposta di resuscitarlo per evitare che eventuali elezioni anticipate debbano svolgersi con il Consultellum (il proporzionale puro imposto dalla Corte costituzionale contemporaneamente alla bocciatura del Porcellum). Quel che è difficile capire per l'opinione pubblica è perché il parlamento si sia avvitato su due riforme che riformano ben poco: il senato non viene abolito, ma trasformato in un'assemblea di nominati incaricati di evitare i conflitti di competenza fra il parlamento e le regioni. L'Italicum è stato modificato più volte (in peggio) nel tentativo di garantire la governabilità del paese con un premio di maggioranza destinato al partito (non più alla coalizione) che ottenga la maggioranza relativa (con almeno il 37% dei voti: altrimenti si va al ballottaggio fra i due partiti più votati, e chi vince si porta a casa il bottino). Le liste non sono più bloccate, ma i capilista avranno nome e cognome sulla scheda. Il presidente dell'autorità anticorruzione, Raffaele Cantone ha sottolineato di recente quel che tutti già sapevano (pur fingendo di non sapere): che il meccanismo delle preferenze è fonte di corruzione. In un paese maturo le due leggi si sarebbero risolte agevolmente nell'abolizione del bicameralismo e nell'adozione del sistema dei collegi uninominali a turno unico. Questo avrebbe garantito la scelta di candidati dotati del necessario carisma, preparati, e in grado di garantire gli elettori; la sparizione dei partiti minori (quelli che ricattano gli alleati più forti) che non avrebbero la possibilità di eleggere neppure un solo rappresentante, il ritorno in auge della politica con la P maiuscola. Rappresentata da uomini e donne di sicuro valore, più indipendenti di quelli attuali dalla ferrea disciplina di partito (perché chiamati a rispondere più al territorio che al boss di partito).

© Riproduzione riservata

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata