Lettere al Direttore Il Foglio 13.12.2014

Il rito di massa dello scandalo, i discorsi ovvi che ti fanno sentire nel giusto

1-Al direttore - La rivoluzione passava di lì, e D’Alema non aveva una felpa da mettersi.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - E’ in corso, come periodicamente accade, il rito di massa dello scandalo. Iosif Brodskij spiegava: “I discorsi sull’ovvio hanno il difetto di essere troppo facili e di corrompere la coscienza con la loro facilità, con la rapidità con cui ti danno un conforto morale, la sensazione di essere nel giusto” (lo spiegava nel discorso per il Nobel, parlando ai supercorrotti dell’ovvio, ai mandarini del pensiero unico che assegnano quel premio e ai tanti intellettuali euro-occidentali che diffondono un simile conforto morale).

Francesco Miozzi

Il rito di massa dello scandalo, sì, Brodskij la sapeva lunga, e anche lei.

5-Al direttore - Mafia parlamentare? Lei ha perfettamente ragione. La mafia non domina gli affari di Roma, quella è cloaca massima, ma sicuramente il Parlamento. Quel poco di sano che c’era è stato spazzato via da Grillo e dai suoi tanti eletti. Essendo degli incapaci eversivi, non per volontà ma per pochezza intellettuale e istituzionale, hanno contaminato i pochi o tanti che sembravano normali. Ma non lo erano. Renzi è stato il punto di rottura di un sistema autoreferenziale. I vecchi dominatori dei loro beneficiati ovvero eletti per merito loro, si sono sentiti defraudati della cosa più cara ai loro cuori aridi: il potere. E adesso arrivano le conseguenze. Spero che Berlusconi ritrovi la forza per cambiare la situazione in quel caos di Forza Italia. Ma nutro qualche dubbio. Renzi si trova a fronteggiare crisi economica, nemici interni, sindacati, molti giornali ecc. Non ultimo l’affaire Roma lo coinvolge suo malgrado. Io avrei preferito che Renzi mollasse Marino per avere nuove elezioni. Poteva perdere ma salvava le idee espresse e dava veramente un segnale di cambiamento. Non sarà facile far continuare il patto del Nazareno se i due principali soci sono azzoppati. Non avrei mai creduto di poter rimpiangere la Prima Repubblica ma è così. Democrazia vera, politici veri. Poi sono arrivate le mani pulite. Che purtroppo hanno inzaccherato l’Italia.

Maria Pia Banchelli

6-Al direttore - L’uomo che veniva da Mosca aveva in mente e nel cuore la cosiddetta svolta di Salerno. Comunista sensibile alla ricomposizione dell’unità nazionale italiana, ne pose le premesse e a cinquant’anni dalla morte merita di essere ricordato come “un padre della Costituzione”. Sicché, dopo un 2014 di tanta attenzione e approfondimenti dedicati a Enrico Berlinguer, l’iniziativa da parte della Camera di allestire alla Sala della Regina, dal 28 novembre al 18 dicembre, una mostra multimediale su Palmiro Togliatti avrebbe avuto le sue buone ragioni. Ma la sensazione è che si sia voluto eludere, più che far comprendere, la figura di Togliatti: fin troppo segnata da metodologie e preoccupazioni di “politically correct”, la mostra finisce con l’apparire fin troppo limitativa della vicenda di un grande italiano, i cui errori e i cui meriti politici si estendono ben al di là del dettato e dello spirito della Costituzione. Lo stesso Togliatti, del resto, non senza ironia, amava spesso ammonire il Pci a coltivare congiuntamente, con la dovuta doppiezza, costituzionalismo e leninismo, l’uno in funzione dell’altro.

Luigi Compagna

7-Al direttore - L’unica conseguenza confortante del rapporto Feinstein, sigillo di un regolamento di conti politico, è la conferma di quanto sia tuttora fondamentale per gli Usa, ai limiti della nevrosi, la ricerca della legalità in ogni azione, pur spregevole che sia. Nathan Jessup, il comandante di Guantanamo magistralmente interpretato da Jack Nicholson nel già citato “Codice d’onore”, non va in galera per l’involontario omicidio di un suo soldato, ma per averlo coperto con il peso del proprio grado e del proprio ruolo. Paga per aver mentito più che per un incidente mortale frutto di un suo ordine. La divulgazione di quel rapporto farà pure il gioco del proselitismo terroristico, ma di riflesso rammenta a tutti che la tensione alla legalità sia la spina dorsale degli States.

Ilio De Santis

Io sono più spiccio, di fronte alla tragedia la legalità muore di freddo.

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