Da Tonga a Capo Verde saltando gli Usa. I nuovi

cardinali di Francesco

di Matteo Matzuzzi | 04 Gennaio 2015 ore 15:22 Foglio

Stamane, al termine dell'Angelus, il Papa ha annunciato i nomi dei nuovi cardinali che riceveranno la berretta nel concistoro del prossimo 14 febbraio (la lista completa). Derogando al tetto dei 120 imposto da Paolo VI, Francesco ha deciso di creare ben quindici nuovi elettori, ai quali si aggiungeranno cinque ultraottantenni "che si sono distinti per la loro carità pastorale nel servizio alla Santa Sede e alla Chiesa". Tra questi, c'è l'italiano Luigi De Magistris, pro-penitenziere maggiore emerito, rimasto senza porpora a differenza di tutti i suoi più recenti predecessori e successori.

Il modus operandi è il medesimo dello scorso anno, primo Concistoro di Bergoglio. Meno spazio alla Curia romana e grande attenzione alle periferie più lontane, specie del sud del mondo. Scorrendo la lista, poi, si comprende come non esistano più – nemmeno a livello di tradizione – le cosiddette diocesi cardinalizie. Rimangono al palo, ancora una volta, Venezia e Torino, mentre entreranno nel Collegio – per quanto riguarda l'Italia – i vescovi di Ancona e di Agrigento. Il Papa ha scelto cinque europei, di cui solo un rappresentante del governo vaticano (il neo prefetto della Segnatura apostolica, il diplomatico francese Dominique Mamberti). Spicca la presenza del presidente della conferenza episcopale spagnola, Ricardo Blazquez Pérez, mentre non c'è la berretta per il primate, mons. Braulio Rodriguez Plaza, né per l'arcivescovo di Madrid, Carlos Osoro Sierra. Diventa cardinale il patriarca di Lisbona, Clemente.

Uno solo sarà il cardinale a rappresentare l'America meridionale: l'arcivescovo salesiano di Montevideo (il Paese con meno cattolici di tutta l'America latina), mons. Sturla Berhouet. Due i porporati dal centro America, tra cui il primo cardinale di Panama. L'altra casella è occupata da un messicano, ma non dall'atteso arcivescovo di Monterrey, Cabrera Lopez, bensì da quello di Morelia, mons. Suarez Inda. Due i prescelti dall'Africa (Etiopia e Capo Verde), e sempre due saranno i porporati dall'Oceania: l'arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda), Dew, e il vescovo di Tonga, Mafi. Exploit dell'Asia, con ben tre creazioni cardinalizie: Maung Bo (Myanmar), Van Nhon (Vietnam), Kovithavanij (Thailandia).

Ma la grande sorpresa è l'esclusione, per la seconda volta consecutiva, di arcivescovi e vescovi provenienti dagli Stati Uniti. Né Chaput, né Gomez, né Vigneron, né Lori otterranno infatti la porpora il prossimo 14 febbraio. Così come dovrà aspettare mons. Blase Cupich, il capo della diocesi di Chicago scelto personalmente da Francesco qualche mese fa per rimpiazzare il cardinale Francis George.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata