Lettere al Direttore Il Foglio 17.1.2015

Il canone Rai in bolletta è un’escogitazione raffazzonata

1-Al direttore - Parigi, preso il quarto uomo. Ora manca il Grande vecchio.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - Che un Fratello musulmano tra qualche anno s’impadronirà della Francia, è una macabra fantasia. Che già se ne è impadronito Houellebecq è una tragica realtà.

Umberto Silva

3-Al direttore - Far pagare il canone Rai attraverso la bolletta elettrica? L’uovo di Colombo. Però non va bene: per ragioni di principio e per ragioni pratiche. La vecchia Enel, ente pubblico monopolista, non c’è più. Ci sono invece centinaia di venditori di energia elettrica tutti privati. Perché dovrebbero assumersi questo onere, spiegare ai loro clienti, nel momento in cui cercano di conquistarli che, però “guardi signora, c’è anche il canone da pagare…”? In quale altro settore merceologico succede una cosa di questo genere? Già oggi, nella composizione della bolletta elettrica, l’energia venduta pesa per meno del 50 per cento. Il resto sono tasse e oneri impropri. Mettiamoci anche il canone e alla fine la fattura sembrerà un treno, pieno di passeggeri abusivi. Con tanti saluti alla concorrenza, al diritto e alla liberalizzazione dei servizi. Poi c’è una  montagna di problemi pratici. Se un cliente mi manda un pagamento per la parte di energia che fornisco e non mi paga la parte del canone che faccio? Interrompo il rapporto di fiducia con cui l’ho conquistato e lo mando a quel paese? Se il cliente ritarda il pagamento della bolletta che faccio?  Anticipo i soldi del canone allo stato? Chi controlla, chi tiene i conti? Inoltre: non tutti i possessori di contratti elettrici sono proprietari di un apparecchio in grado di ricevere il segnale televisivo. Magari è di proprietà di un altro familiare. Che faccio? Stabilisco il principio per cui paghi il canone per il solo fatto che hai un contratto elettrico? Ma il canone attuale non è una tassa di proprietà? Alla faccia della civiltà giuridica. Allo stesso modo non tutti i proprietari di televisori sono titolari di un contratto elettrico. Eppure ci sarebbero soluzioni assai più semplici. La prima e la principale: vendere la Rai, almeno due reti. La favoletta del servizio pubblico non regge più. Se invece si ritiene di dovere continuare a gravare gli italiani di questa inutile gabella si trovi un altro sistema. Se il presupposto è che chiunque possiede un contratto elettrico possiede anche un apparecchio tv, questo sarebbe ancor più vero nel caso del possesso di un’abitazione. E allora si accorpi il pagamento del canone con la riscossione dell’Imu.  O con la tariffa dei rifiuti. Visto che il canone è una tassa… la riscuota chi riscuote le tasse.

Chicco Testa

4-Al direttore - Non ho capito bene se l’intervento di Carlo Giovanardi sul caso Cucchi  sia una lettera o una fatwa, un articolo o la requisitoria di un pm, una riflessione o un bollettino medico-legale. Beninteso, sulla morte del ragazzo si possono avere opinioni diverse, né mi pare che siamo ancora di fronte a una verità giudiziaria incontrovertibile. Ma non è questo il punto. Ciò che più mi ha colpito è il furore quasi feroce con cui si scaglia contro lo “spacciatore”. Non si può certo dire che esso goda di uno dei sette doni dello Spirito Santo, quello della pietà. Eppure un cattolico  esemplare come il senatore dovrebbe sapere che il Dio neotestamentario è sempre misericordioso e compassionevole, o non è.

Michele Magno

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