La bolla del riscaldamento , vero o falso?

A Londra non fa caldo come speravano, la Groenlandia è ancora lì. Prima hanno provato

a spiegarci che sarebbero state le Olimpiadi più piovose della storia, con tutta quell’acqua che scendeva su Londra a inizio luglio (“colpa dei cambiamenti climatici”). Poi, quando ha smesso di piovere, hanno provato a dirci che sarebbero stati i Giochi più caldi degli ultimi anni, con tutto quel sole che là in Inghilterra si vede così di rado (“colpa dei cambiamenti climatici”). Adesso che le immagini televisive ci mostrano atleti bagnati quando non infreddoliti, nessuno ci racconta più la favola del global warming che fustiga le Olimpiadi. (Detto questo, sarebbe bastato andare a leggere i giornali usciti all’epoca dei Giochi del 1908, sempre a Londra, quando dopo settimane di pioggia i reporter scrivevano di caldo record che infiacchiva i corridori).

 Sfumati gli editoriali catastrofisti a sfondo sportivo ci si è buttati allora sulla Groenlandia (il cui nome, vale la pena ricordarlo, significa “terra verde”, e sta lì a ricordare un passato molto poco ghiacciato, circa mille anni fa. E il mondo c’è ancora). Qualche giorno fa la Nasa ha parlato di uno scioglimento improvviso della patina che ricopre la Groenlandia. I giornali italiani ci si sono buttati a pesce, dedicando al comunicato prime pagine e titoloni sui “ghiacci che si sciolgono”. Leggendo il comunicato della Nasa però si scopriva che la patina che si è sciolta è neve e che questo fenomeno è noto e avviene circa ogni 150 anni (l’ultima volta nel 1889). La notizia dunque non c’è, o meglio c’è ma non come l’hanno presentata i media. La cosa non stupisce, dato che questa è la trafila a cui è sottoposto ogni nuovo tassello del mosaico della climatologia: se è declinabile secondo il verbo catastrofista è gettato in pagina grossolanamente, per fare sensazione; se invece mina alcune “certezze” della vulgata apocalittica è preso con cautela, spesso liquidato con un surreale “il tema è complesso, non se ne può discutere su blog e giornali”. Vedremo se stessa sorte toccherà a un nuovo studio pubblicato in America da alcuni scienziati che dimostra, con dati aggiornati sulle stazioni di rilevazione negli Stati Uniti, che l’aumento delle temperature negli ultimi anni sarebbe la metà di quello che ci hanno sempre detto.

1.8.2012

© - FOGLIO QUOTIDIANO

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