Il global warming ? Me lo compro

Il Qatar inquina come nessuno, ma ora finanzia i summit sul

clima. Dopo aver già messo le mani sulla moda italiana, sull’industria automobilistica tedesca, su grandi magazzini inglesi, squadre di calcio francesi e una quantità di altre cose, il Qatar ora si occupa di ambiente. L’Emirato ha infatti deciso di ospitare, presiedere e (soprattutto) finanziare la diciottesima Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si è aperta ieri a Doha nell’indifferenza pressoché totale dei media. L’esistenza di un riscaldamento climatico globale, e se questo riscaldamento sia responsabilità dell’uomo, è tuttora tema di dibattito tra scienziati. Ciò che invece non è contestato né contestabile è che se l’effetto serra esiste, è proprio colpa del Qatar. Secondo l’Onu il Qatar è il paese che nell’ultimo decennio ha avuto il record mondiale di emissione di Co2 per abitante: nel 2009 ha emesso ben 44 tonnellate per qatariota, contro le diciassette tonnellate per americano, le sei per ogni cinese e le due per ogni indiano sulla terra. E poiché il ricco emirato è il secondo paese al mondo per reddito pro capite, il suo sistema economico è proporzionalmente più inquinante della media dei paesi ricchi. Cosa che peraltro si spiega facilmente: da una parte in Qatar l’elettricità è gratis, e dall’altro qui si consuma la quantità record di 400 litri d’acqua al giorno pro capite (l’Italia è considerata un paese sprecone con i suoi 170-200 litri d’acqua al giorno).

Il Qatar era stato già accusato di aver condotto una politica sottilmente ipocrita – e quantomeno contraddittoria – per aver sostenuto la democrazia delle primavere arabe e gli immigrati in Francia. Ma come la mettiamo con il riscaldamento globale?, sussurra qualcuno alla Conferenza sul clima. Dall’emirato fanno sapere che sarebbe in corso uno sforzo autentico per rendere l’economia più sostenibile ed ecologicamente corretta. Ciò nonostante, il Qatar è ancora ufficialmente un “paese in via di sviluppo”, per cui non deve rispettare target di riduzione delle emissioni inquinanti. E a nulla valgono i vari segnali di redenzione, come il primo aereo a gas che la Qatar Airways ha fatto volare nel 2009 o il super complesso di produzione di energia solare che sarà inaugurato nel 2013. Un fatto è certo: se il Qatar ci mette le mani (e i soldi), l’ecologismo delle Nazioni Unite è un vero business. 27/11

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