"Giù le mani dai nostri privilegi". Così l'Anm si difende (male) dalle critiche ai magistrati

La surreale requisitoria del presidente Rodolfo Sabelli contro i poteri politici e quella parte dell’opinione pubblica responsabile di diffondere “l’immagine di un’associazione raffigurata come espressione di una corporazione rivendicativa, tutta volta alla difesa dei propri privilegi”

di Redazione | 23 Ottobre 2015 ore 14:00 Foglio

COMMENTA 3 |   | 

Aprendo il congresso dell’Associazione nazionale magistrati che si tiene a Bari, il presidente Rodolfo Sabelli ha pronunciato una requisitoria contro i poteri politici e quella parte dell’opinione pubblica che sarebbero responsabili di diffondere “l’immagine, facile e falsa, di un’associazione raffigurata come espressione di una corporazione rivendicativa, tutta volta alla difesa dei propri privilegi”.

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L’Anm contesta anche le norme che richiedono una “pretesa maggiore rigidità” in tema di iscrizione nel registro delle notizie di reato, che non sarebbero “in linea con la giurisprudenza”. Quindi la giurisprudenza, cioè le sentenze emanate dai magistrati, sarebbe superiore alla legge approvata dal Parlamento. E poi si stupisce che la sua associazione sia avvertita come una corporazione che difende privilegi.

Categoria Giustizia

COMMENTI

1-      luca sorrentino • un'ora fa

Colui che ti paga è il tuo padrone,privato, se é privato, pubblico, se é pubblico. Il fatto che i magistrati siano a busta paga del tesoro non li rende equanimi, ma disposti a favorire o ostacolare ( secondo i diversi orientamenti e rispettive privative) il corso della giustizia, cosicchè il fatto che una sentenza sia stata emessa da un tribunale non dice nulla circa la giustizia irrogata ai contendenti. Nella lite tra privati cittadini e pubblico si fará prevalere sempre l'interesse di quest'ultimo ( e chi l'ha detto che un diritto pubblico debba prevalere su quello privato?mgiá qui sta il baco dell'ingiustizia). Lo Stato concede alla corporazione alcuni privilegi, che possono sempre essere eliminati e quindi la soggezione dei giudici è nei fatti. I giudici dovrebbero essere non tutelati dal CSM, ma appartenere a una casta separata, meglio se ereditaria e tale da poter essere assolutamente irresponsabile, ma per appartenervi bisognerebbe essere come i filosofi nella repubblica platonica, non quei mammasantissimi in tocco e stola provenienti dalla gente, anche se versati in utroque iure ma senza sapienza e ugualmente ingiusti, sia quando per essere benevoli sono laschi, sia quando per essere giusti sono rigorosi. La Giustizia ê un ufficio troppo nobile per essere affidato a quei personaggi che conosciamo; piú spesso quello che si mostra in pubblico non ê il volto del re, ma quello del boia.

2-      Moreno Lupi • 2 ore fa

Il Sabelli surreale. Sono 25 anni che l'Anm accumula poteri e privilegi, ma sostenendo a spada tratta che lo fa nell'esclusivo interesse della giustizia e della legge, non accetta, anzi insorge indignata ad ogni accenno di corporativismo. Quando una "funzione" si tramuta in "potere", c'è poco da indignarsi. Dalle mie parti si chiama "Avere la faccia come il culo". Detto questo non possiamo ignorare come l'accumulo sia stato reso possibile, e da chi. Già. tutto si tiene.

3-      guido valota • 5 ore fa

Certo, è evidente che inciampi in questi svarioni da primo mese di giurisprudenza al Cepu quando ai congressi dei partiti di sinistra e sulla stampa di regime ti offrono lo stesso potere de facto che era garantito ai giudici nella indimenticata DDR.

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