Gridano tutti, ma chi vince è l'antipolitica

L'astensionismo riceverà un buon impulso

 di Marco Bertoncini ItaliaOggi 5.5.2016

Che cosa può mai fare Matteo Renzi di fronte al nuovo episodio giudiziario che inguaia un esponente del suo partito? Nulla. Proprio nulla. Sta patendo sulla propria pelle drammi che Silvio Berlusconi subì per decenni (e non sono ancora finiti, visto lo spacchettamento in sette sedi del processo Ruby-ter). Deve rintuzzare la smania, che probabilmente lo divora, di prendersela con l'intervista del capo del sindacato delle toghe e di maledire il momento in cui ha sbottato sulla «barbarie giustizialista». Senz'altro, invece, in cuor suo trova conferma di questa espressione negli ultimi eventi.

Renzi invoca l'ovvia presunzione d'innocenza e auspica processi celeri. Gli serve poco il richiamare la percentuale di indagati o processati rispetto al totale degli amministratori del suo partito: l'immagine è deteriorata, questo è inevitabile. Poi, il tempo rimetterà ordine; ma, quand'anche tutto finisse bene per i rappresentanti democratici oggi sulla graticola, il danno è fatto. Non sarà mai possibile quantificare le perdite di simpatie che i fatti di Caserta, di Lodi e simili recheranno nel voto amministrativo. C'è perfino chi sostiene che già alle comunali di Bolzano, domenica prossima, il Pd potrebbe pagare dazio. È sicuro, però, che l'offensiva grillina e mediatica qualche segno lascerà.

Ovviamente i partiti più lesti a rivendicare il monopolio dell'anticorruzione aggrediscono il Pd e Renzi in prima persona. Si fa sotto pure la Lega, con il proprio segretario insofferente verso chi gli ricorda sgradevoli episodi non proprio lontani nel tempo. È più facile che a guadagnare, dal gran turbinio invocante la questione morale, sia soprattutto l'antipolitica, ossia il non voto. L'astensionismo riceverà un buon impulso.

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