Mediaset, Vivendi e Pier Silvio Berlusconi si riprende

Mediaset riapre la trattativa con Bolloré. Pronto a non "licenziare" il figlio di B. Cologno otterrebbe anche più peso in Telecom. Le parti lavorano a un accordo.Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri.

di Francesco Pacifico | 05 Agosto 2016 lettera43

Vincent Bolloré è in barca, Armand de Puyfontaine è in viaggio, i Berlusconi (Marina e Pier Silvio) sarebbero già con le valigie pronte.

Ma a Parigi e Milano, al lavoro nell’afa delle città, sono rimasti gli sherpa: Tarak Ben Ammar, amministratore indipendente di Vivendi e amico personale del Cavaliere, Fedele Confalonieri, la prima linea di Fininvest e di Mediobanca.

NIENTE MURO CONTRO MURO. Tutta gente che ha rinviato di qualche giorno le vacanze per evitare che a settembre, invece delle nozze tra Canal+ e Premium, si celebri direttamente il funerale di quella che dovrebbe essere la pay tivù latina, capace di unire i telespettatori di Italia, Francia, Spagna e Sud America.

Da Cologno Monzese hanno smentito incontri nelle prossime ore.

Ma dietro le quinte gli ambasciatori dei due fronti starebbero scrivendo una mediazione da presentare a Bolloré e ai Berlusconi.

LE MOSSE DEI BERLUSCONI. Questi ultimi, stando ai rumors, non soltanto non risponderebbero alle telefonate fatte dal bretone, un po’ per chiarirsi e un po’ per strappare un nuovo prezzo per l'affare.

Ma, considerando il contratto di cessione di Premium a Canal+ ancora valido, sarebbero impegnati nel discutere con gli avvocati come impostare una causa di risarcimento superiore al miliardo e mezzo paventato nei giorni scorsi.

In particolare, vogliono aggiungere i 300 milioni per i diritti che il socio francese ha imposto di comprare nonostante gli italiani fossero contrari, la capitalizzazione di Borsa persa dopo lo stop al matrimonio, i fondi già impegnati per lanciare in Spagna l’Over The Top di Mediaset, Infinity.

LE PROMESSE DI BOLLORÉ. L’intesa sulla quale si sta lavorando dovrebbe avere due capisaldi.

A Bolloré sarebbe consentito di investire la metà o il grosso dei 650 milioni promessi per Premium nella parte alta della catena, cioè Mediaset.

Avrebbe una quota superiore al 3,5% previsto dal contratto iniziale, ma lontana dal 15 che aveva provato a strappare annunciando di modificare l'affare.

Si ipotizza un 7% con la differenza che si potrebbe pagare cash, anche per “risarcire” i Berlusconi, evitando loro una dilazione che li faccia scendere sotto il 30% dall’attuale 34,5.

Lasciando però il pieno controllo dell’azienda agli eredi del Cavaliere, mentre lo scorso 21 luglio il bretone aveva proposto un nuovo patto di sindacato.

Allo studio joint venture con Telecom

Questo punto non è secondario e segue le rassicurazioni francesi sulla volontà di non voler scalare l’alleato o sul fatto che Lazard, al 4,5% di Mediaset, si muove autonomamente.

Vivendi, dopo la due diligence effettuata da Deloitte su Premium, non aveva contestato soltanto la difficoltà a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2017, la decisione di fare concorrenza a Sky sul calcio e non sul cinema, l’assenza di politiche di customer care indispensabili per una pay tivù, con conseguente perdita di clienti.

Ai francesi, a maggior ragione dopo il tramonto politico del Cavaliere, non piace l’idea che ruoli operativi siano ancora in mano agli azionisti.

Nel mirino sarebbero finiti Pier Silvio, amministratore delegato di Mediaset, e i manager (Marco Giordani, Franco Ricci e Marco Rosini) più legati a lui.

LE GARANZIE A MEDIASET. Proprio Pier Silvio e la sorella Marina avrebbero deciso di rendere pubbliche le intenzioni di Bolloré, quando si sono accorti che le sue mosse miravano sia a diluire la quota dei Berlusconi in Mediaset sia il loro ruolo nell’azienda di famiglia.

Per Cologno Monzese, poi, sarebbero previste altre compensazioni indirette per salvare l'affare.

Il 3,5% promesso a Fininvest dovrebbe “raddoppiare” e de facto dare una quota di controllo del 7, visto che anche la Francia duplica i diritti di voto dei soci stabili.

Sarebbero poi allo studio joint venture anche con Telecom per aprire a Mediaset, troppo legata al digitale, nuovi canali di distribuzione.

COMPROMESSO SU PREMIUM. Più complesso l’accordo sul futuro di Premium, gravata da circa 200 milioni di perdite e debiti.

Stando all’accordo iniziale della scorsa primavera, la totalità del canale dovrebbe andare a Vivendi. Che poi si è detta pronta a rilevare soltanto il 20%.

I francesi, nel vertice del 21 luglio tra Bolloré e Pier Silvio, hanno sostenuto che il pareggio di bilancio potrebbe slittare di uno o due anni. Da qui una nuova proposta, anche questa respinta dai Berlusconi, di una controllo 50-50.

L’ultima ipotesi prevederebbe che Canal+ salga in Premium fino a prendere il controllo totale, una volta raggiunto il pareggio dei conti.

La palla passa ai Berlusconi. I quali devono decidere se aspettare i tempi della giustizia per vedersi riconoscere un lauto risarcimento oppure modificare le loro richieste.

Twitter @FrrrrrPacifico

Categoria Italia

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