Comunque finisca il referendum sarà la fine di questo governo Renzi

In caso di sconfitta, Renzi dovrà dimettersi, non solo perché lo aveva annunciato, ma per evidenti ragioni politiche

Vignetta Vincino il Foglio

di Sergio Soave, Italiaoggi 10-8-2016

Il referendum d'autunno, quale che sia il suo esito, segna la fine del governo e della coalizione guidati da Matteo Renzi. In caso di sconfitta, Renzi dovrà dimettersi, non solo perché lo aveva annunciato, ma per evidenti ragioni politiche. Se anche ricevesse un reincarico e lo dovesse accettare, un suo secondo governo sarebbe di pura transizione. Se anche lo vincesse, si creerebbe una situazione istituzionale e politica insostenibile. Il Senato, privo del potere precedente di conferire o negare la fiducia e di approvare tutte le leggi, per norma costituzionale, è invece quello eletto in una situazione e con compiti diversi.

Teoricamente, il Quirinale potrebbe sciogliere solo il Senato, ma questo farebbe venir meno il ruolo degli alleati moderati di Renzi, che nasce proprio dal loro contributo indispensabile in Senato. Quindi si andrebbe, con ogni probabilità, a elezioni generali nel 2017. Se vince, Renzi sarà il candidato del centrosinistra, e se la dovrà vedere al ballottaggio con i 5 stelle (a meno di una resurrezione ora imprevedibile di un'ampia coalizione di centrodestra). Se perde, il Pd entrerà in una fase assai critica e cercherà di mettere insieme una coalizione più spostata a sinistra per tirare avanti ed evitare un confronto elettorale immediato.

In questa situazione è essenziale per Renzi ottenere una qualche forma di neutralità da parte dei moderati del centrodestra, che sarà rilevante nel voto referendario e, ancora di più, nel ballottaggio delle elezioni parlamentari. È in questa direzione che si spenderanno le attenzioni del premier, nonostante la pressione esercitata in direzione opposta dalla minoranza del suo partito. Bersani e D'Alema possono minacciare quel che vogliono, ma una posizione di indisciplina non passa nella base del partito, paradossalmente proprio per l'attaccamento a una concezione della vita interna in cui si riflettono le propaggini del centralismo democratico del Pci.

Il centrodestra, che nella parte che sta all'opposizione sostiene il no e in quella che sta nella maggioranza o nei dintorni sostiene il si, finirà, in caso di ballottaggio tra Pd renziano e 5 stelle, per diventare l'ago della bilancia. Renzi lo sa benissimo, e cerca di isolare quelli come Matteo Salvini che sono orientati a favorire i grillini pur di mandarlo a casa, ma ora deve trovare il modo di attirare gli altri, il che dipende da scelte di governo su temi rilevanti, dal controllo dell'immigrazione alla crisi bancaria, alle pensioni e, soprattutto, al regime fiscale. Per dare risposte non puramente propagandistiche su questi argomenti, però, il governo dovrebbe uscire dall'attuale stato semicomatoso.

Categoria Italia

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