Vigili del fuoco, le difficoltà di un Corpo penalizzato

Sono sottopagati. A corto di mezzi. E con scarse tutele sul fronte previdenziale. Il sindacato dei vigili del fuoco a Lettera43.it: «Siamo abbandonati a noi stessi».

Vigili fuoco e volontari ANSA

di Lorenzo Mantelli | 27 Agosto 2016 Lettera43

In questi giorni di lutto nazionale l'Italia si è stretta attorno a chi, tra le macerie di Lazio, Umbria e Marche, ha lavorato notte e giorno per ridurre i drammatici effetti di una catastrofe.

Salvando la vita, finora, a oltre 200 persone.

Eroi, angeli, buoni esempi: tanti gli appellattivi con i quali i vigili del fuoco sono stati rappresentati sui media nazionali, gli stessi che tornano a occuparsi di loro soltanto ogni qual volta una disgrazia si abbatte sul Paese.

MEZZI NON ALL'ALTEZZA. L'istantanea del premier che cinge a sé uno degli uomini in servizio nelle aree terremotate testimonia un riconoscimento da parte dello Stato che i pompieri ancora faticano a percepire.

Già, perché gli oltre 2 mila uomini mobilitati assieme a 400 mezzi dalle prime luci dell'alba del 24 agosto non amano alzare la voce, ma ci tengono a far sapere che proprio da «eroi» non sono trattati.

Sottopagati, a corto di mezzi e con meno tutele sul fronte previdenziale, tra i colpi di polizia italiani i vigili del fuoco sono quelli che se la passano peggio.

C'è persino chi, dirigendosi nelle aree devastate dal sisma, è rimasto appiedato da mezzi non all'altezza di un'emergenza del genere.

CONTRATTO NAZIONALE DA RINNOVARE. Come più d'uno ha ricordato, è dal 2009 che il contratto nazionale resta in attesa di essere rinnovato.

E il blocco delle assunzioni ha avuto pesanti ripercussioni sull'operato dei vigili.

In assenza di turnover, l'età media si è assestata sui 50 anni, una soglia decisamente troppo elevata per le performance fisiche richieste a uomini impegnati in prima linea in situazioni estreme.

«Il più giovane ha 45 anni», spiega a Lettera43.it Riccardo Boriassi, portavoce nazionale del sindacato Conapo dei vigili del fuoco.

Un corpo penalizzato dal sistema contributivo

Anche sul fronte delle tutele previdenziali i vigili del fuoco non riescono a nascondere le proprie perplessità.

A 60 anni scatta l'obbligo pensionistico, ma il sistema contributivo non prevede la norma dei 'sei scatti' valida invece per gli altri corpi.

Cosa significa? «Ogni cinque anni di servizio operativo», spiega Riccardo Boriassi, «ai dipendenti degli altri corpi ne sono conteggiati sei ai fini pensionistici. A noi invece non è riservato questo trattamento».

DISPARITÀ DI RETRIBUZIONI. Ma la differenza che sta più cuore alla categoria è quella in busta paga.

Gli stipendi oscillano tra i 1.300 e i 1.500 euro che si possono strappare a fine carriera. Mediamente, retribuzioni inferiori di circa 300 euro rispetto agli altri corpi. Ma la forbice può arrivare fino a 700.

Una differenza che il lavoro svolto in questi giorni, ma pure durante il tragico scontro tra treni dello scorso luglio, fa sembrare ancor più inadeguata.

Senza dimenticare poi un endemico problema di carenza di personale.

MANCANO 3 MILA UNITÀ. Da pianta organica la componente operativa si avvale di 30 mila menbri, più qualche altra migliaia tra impiegati, ispettori, dirigenti.

La realtà ne conta circa 3 mila in meno. Tagli lineari che hanno avuto ripercussioni pure sui mezzi e gli strumenti dei pompieri, creando sovente situazioni di difficoltà nel portare a termine gli oltre 750 mila interventi l'anno compiuti dai pompieri.

«C'è stata qualche apertura di credito dal governo per affrontare queste problematiche, ma finora non è stato fatto nulla di concreto», precisa Boriassi.

«ABBANDONATI A NOI STESSI». Un altro aspetto di cui poco si parla è la condizione in cui si vengono a trovare molti vigili del fuoco.

I giornali li descrivono come eroi, dimenticando che le situazioni da loro vissute spesso finiscono con l'avere ripercussioni a livello psicologico: «Tanti soffrono di depressione», spiega il sindacato e, in alcuni casi, c'è pure chi arriva a pensare a gesti estremi  dopo avere vissuto situazioni emotivamente destabilizzanti. «Per noi non esiste una vera e proprio struttura di supporto, dal punto di vista psicologico siamo abbandonati a noi stessi».

In fondo, troppe volte si pensa che i vigili del fuoco siano pronti a soccorrere tutti. «Ma nessuno, Stato in primis, pensa al soccorso di cui anche noi abbiamo bisogno».

Twitter @LorenzoMantell

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