1-Centemero: Investimenti scuola, “Non si possono inventare cattedre dove non ci sono alunni”

Il 74% dei docenti è del Sud, mentre solo il 39% degli studenti vive nel Mezzogiorno.2-“La relazione territoriale sulla regione Veneto della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati è stata politicizzata

1- “Sul tema della ripartizione squilibrata di alunni e docenti sul territorio nazionale, il premier ha ragione: il 74% dei docenti è del Sud, mentre solo il 39% degli studenti vive nel Mezzogiorno. Certamente non si possono spostare gli alunni dal Nord al Sud. Ma ci sono altri aspetti della legge sulla Buona scuola su cui si può e si deve intervenire, sempre nella consapevolezza che al centro della scuola ci sono gli studenti”. Lo dichiara la deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero. “Le scelte politiche per la scuola – prosegue – devono mettere al primo posto la continuità didattica e la necessità che il potenziamento dell’organico corrisponda ai reali bisogni formativi delle studentesse, degli studenti e delle scuole. Non possono essere inventate cattedre dove non esistono. Chi persegue questa visione spreca denaro pubblico. Nelle politiche scolastiche e negli investimenti per la scuola non possiamo non considerare la necessità di un piano contro la dispersione scolastica, per arrivare ai livelli previsti da Europa2020, pari al 10%, di interventi per l’equità formativa tra centro e periferie delle città e tra Nord e Sud, di un grande piano di educazione alla legalità. Senza dimenticare i servizi alle famiglie, che richiedono il potenziamento del pre e del post scuola e dei centri estivi, e i progetti per l’inclusione degli alunni con disabilità e per l’integrazione degli stranieri”, conclude.

2-Deputati veneti FI: Rifiuti, “Relazione Comm inchiesta faziosa e ‘politicizzata’”

Dichiarazione congiunta dei deputati veneti di Forza Italia, Renato Brunetta, Alberto Giorgetti, Piero Longo, Lorena Milanato e Dino Secco:

“La relazione territoriale sulla regione Veneto della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati è stata – come ha giustamente fatto notare nel suo intervento in Aula a Montecitorio la collega Renata Polverini, capogruppo azzurro in questa Commissione d’inchiesta – ‘politicizzata’, snaturando di fatto il valore dell’inchiesta e il lavoro della Commissione.

Molte sono le incongruenze e le discrasie con la realtà. Il Veneto, insieme al Trentino-Alto Adige, presenta una percentuale di raccolta differenziata pari al 64,6 per cento (in linea con gli obiettivi europei, e con delle punte di eccellenza per la provincia di Treviso, che supera addirittura il 75 per cento), a fronte di un valore medio delle regioni del nord del 54,4 per cento e di una media nazionale del 42,3 per cento.

È pertanto inaccettabile, da parte dei Gruppi di maggioranza, sostenere che tali risultati siano solo merito dei Comuni, solo perché a guidarli sono giunte dello stesso colore di appartenenza. Così come è inaccettabile che nella stessa relazione venga posto in evidenza che ‘nel Veneto il sistema di raccolta secco-umido, interessa il 99 per cento dei comuni’, e che proprio questo “ha contribuito in maniera significativa al raggiungimento degli elevati valori di raccolta differenziata”, escludendo di fatto la Regione dall’azione positiva per il raggiungimento di un simile risultato.

L’evidente politicizzazione dei fatti si evince anche in un’altra parte della relazione, quando si presenta la Regione come fosse la peggiore in tema di smaltimento rifiuti, e dove leggiamo che ‘la vicenda di un singolo funzionario si inserisce in un contesto di illegalità diffusa, di controlli insufficienti e di carenze sanzionatorie, di cui costituisce la cartina di tornasole’. Ebbene, non è corretto descrivere le vicende di un dirigente regionale collocandole necessariamente all’interno di un ‘contesto di illegalità diffusa’, pronunciando un atto di accusa vero e proprio nei confronti della dirigenza politica e amministrativa della Regione.

Non è corretto, in particolare, quando a portare avanti questo tono fortemente dispregiativo è una commissione d’inchiesta che rappresenta l’intero Parlamento. Una relazione faziosa, inesatta e del tutto priva di coerenza, se non quella di una parte politica che utilizza tutte le armi, anche le Commissioni parlamentari d’inchiesta, per denigrare il lavoro svolto da una delle amministrazioni regionali più efficienti d’Italia”.

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