Quelli del “no” hanno deciso di spararsi nei piedi e non capisco perché

Dicono che è tutta una truffa, che il governo è furbastro, la Cassazione servile, che nel referendum precedente, quello sulla riforma costituzionale Berlusconi-Tremonti e altri, il quesito era burocratico, senza contenuti visibili all’elettore, e questo migliorava la dimensione democratica dell’evento.

di Giuliano Ferrara | 25 Settembre 2016 ore 06:00 Foglio

 I negativi del referendum hanno i loro rispettabili argomenti, ma quando attaccano il quesito scoprono il fianco e si fanno infilzare

Decisamente non capisco. I frontisti del “no” al referendum secondo me si stanno sparando nei piedi.

Dicono che mettere nella scheda il riferimento alla fine del bicameralismo paritario, alla riduzione dei costi istituzionali, alla riduzione del numero dei parlamentari, all’abolizione del vetusto e inefficace cimitero elefantino del Cnel eccetera è una trappola.

Brunetta e Travaglio argomentano: pubblicità ingannevole, con un quesito così formulato come si fa a dire di no?

I governativi del “sì” rispondono: ma è il titolo della legge, la sintesi del suo contenuto, se uno è d’accordo dirà di sì e se è in disaccordo dirà di no.

 Ora, tutto si può dire, ma che la legge differenzi parecchio Camera e Senato, per composizione e poteri; che riduca a cento da trecentoquindici il numero dei senatori; che riduca i costi istituzionali; che il Cnel sia raschiato via dalla Costituzione in attesa di una legge che lo abroghi per via ordinaria, bè, questi sono fatti accertati, lo sanno anche i pasdaran del “no”, è nerosubianco. La Cassazione ha messo sulla scheda il titolo della legge, la sua sintesi approvata sei volte dalle Camere, e questo taglia la testa al toro.

Ovvio. . Si può certo dire che Renzi o il Parlamento non avevano sufficiente legittimità per riformare la Costituzione. Si può dire che la fine del bicameralismo paritario doveva avvenire con altre modalità, per esempio, come loro suggeriscono, abolendo il Senato (che però sarebbe la fine del bicameralismo e basta).

Si può dire che la riduzione del numero dei parlamentari si doveva fare in altro modo, perché i consiglieri regionali in Senato non sono la figura giusta, e va bene. Si può dire che la riduzione dei costi non è sufficiente, d’accordo. Si può dire che il Cnel non viene ghigliottinato ma solo escluso dalla idea costituzionale della sua necessità, e chissà quanto ci vorrà per mandarlo definitivamente in pensione. Capisco. Ma anche i più entusiasti e fanatici promotori del “no” devono riconoscere che i loro argomenti migliorativi non sono in logico e diretto contrasto con quei fatti elencati nel titolo della legge, la sintesi che la Cassazione ha proposto come quesito agli elettori.

Dicono invece che è tutta una truffa, che il governo è furbastro, la Cassazione servile, che nel referendum precedente, quello sulla riforma costituzionale Berlusconi-Tremonti e altri, il quesito era burocratico, senza contenuti visibili all’elettore, e questo migliorava la dimensione democratica dell’evento.

Si votava su un testo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale che nessuno aveva letto, senza dare il senso anche minimo delle scelte cui si era chiamati. Come se per la Brexit il quesito nella scheda fosse stato, invece che leave o remain: volete voi approvare o respingere il Bill n° 110 approvato dalla Camera dei Comuni, senza riferimento all’uscire o al restare nell’Unione europea. Siamo sicuri che la virtù democratica di una decisione si misuri sul suo carattere arcano, misterioso?

I negativi del referendum hanno i loro rispettabili argomenti, ma quando attaccano il quesito scoprono il fianco e si fanno infilzare. E’ stata credo una scelta molto imprudente da parte loro. Riconoscono che, vista in sintesi titolistica, la legge di riforma di alcuni aspetti della Costituzione è chiara, i suoi contenuti hanno appeal referendario, fino alla assurda conclusione: e chi mai voterebbe “no” per respingere cose così giuste e mature nell’opinione pubblica? Appunto: chi mai dovrebbe votare “no” se non per levarsi dalle palle l’odiato Renzi?

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