M5s, cosa c'è dietro il voto per modificare il Non Statuto

Si apre il voto per le modifiche del Non Statuto. Cambio necessario per risolvere il nodo espulsioni. Ma cambierà poco. E il potere resta in mano a Grillo.

di Francesca Buonfiglioli | 26 Settembre 2016 lettera43

Dopo rinvii senza apparenti motivazioni, martedì 27 settembre avranno inizio le «votazioni per consentire a tutti gli iscritti del Movimento 5 stelle di decidere se e quali modifiche apportare al Non Statuto e al Regolamento».

«Le votazioni inizieranno tra 24 ore a partire dalla pubblicazione di questo post», si legge sul Blog, «e si chiuderanno il 26 ottobre 2016 per permettere alla stragrande maggioranza degli iscritti del Movimento 5 stelle di partecipare alle decisione sulla modifica delle nostre regole comuni».

Le modifiche saranno apportate al Non Statuto e al Regolamento dell'associazione M5S fondata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio nell'ottobre del 2009, e non riguardano dunque l'omonima Associazione costituita da Grillo, il nipote Enrico e il commercialista Enrico Maria Nadasi, il 14 dicembre 2012, all'indomani delle parlamentarie del 2013, e che è l'attuale detentrice dei diritti di utilizzazione del marchio «MoVimento5Stelle» .

I DUE MOVIMENTI. Esistono infatti due distinte «associazioni Movimento 5 stelle», come spiega a Lettera43.it Lorenzo Borrè, avvocato degli espulsi che hanno presentato ricorso.

La prima, fondata il 4 ottobre 2009, raccoglie l'esperienza del Blog e della Carta di Firenze ed è composta da più di 100 mila iscritti.

La seconda associazione M5s invece è stata registrata a Genova il 14 dicembre 2012 dai tre soci fondatori a cui si aggiunse Gianroberto Casaleggio in qualità di socio ordinario.

Per dare l'idea, è questa l'associazione che sbriga gli adempimenti amministrativi e burocratici come presentare alla commissione Garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. E per modificarne lo Statuto basta il voto dei tre soci, senza altra consultazione online.

Ed è sempre questa l'associazione che si è costituita nel procedimento di impugnazione delle espulsioni di tre attivisti romani, procedimento che nella fase cautelare si è concluso con un'ordinanza «che ha confermato l'esistenza di due distinte omonime associazioni», come sottolinea l'avvocato.

APPESI A DUE ORDINANZE. A sancire la coesistenza di due Movimento 5 stelle, come ricordato da Paolo Becchi sul suo blog, sono state due ordinanze: una del tribunale di Roma di aprile e l'altra del tribunale di Napoli che a luglio non solo ha stabilito che l'associazione fondata nel 2009 è un partito a tutti gli effetti nel quale hanno diritto di cittadinanza correnti di minoranza, ma ha pure dichiarato nullo il regolamento espulsioni del dicembre 2014. Di qui la necessità dei vertici M5s di indire la votazione online sulle modifiche.

BEPPE PADRE PADRONE. Sebbene isolato e tenuto all'oscuro delle beghe interne del Movimento, Beppe Grillo, padre padrone del Movimento 5 stelle, non ha mai abbandonato il controllo legale del partito. Dunque non è «tornato a essere il capo politico»: lo è sempre stato.

Per questo ha potere decisionale su espulsioni e sospensioni ed è lui che le ha irrogate nel periodo di fuoco  del dicembre 2015-marzo 2016.

È invece ancora al vaglio della magistratura la verifica della sussistenza in capo allo 'staff', entità non dotata di personalità, e quindi di capacità, giuridica. Anche per questo il provvedimento a carico di Federico Pizzarotti potrebbe risultare un buco nell'acqua.

DUBBI SUL DIRETTORIO.Lo stesso può dirsi per il cosiddetto direttorio, una «struttura di rappresentanza» disse Grillo presentandolo nel 2014.  Peccato che l'intera funzione di rappresentanza del Movimento sia nelle mani del Presidente, quindi Grillo. E che il direttorio non solo non compaia in alcun documento ma sia anche in contraddizione con l'articolo 4 del Non Statuto che di fatto vieta «la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo e indirizzo normalmente attribuito a pochi».

Quindi a rigor di logica anche Carlo Sibilia, Carla Ruocco, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico potrebbero essere giudicati decaduti da un Tribunale, prima che dalla furia di Beppe.

La versione del 2015: via i soci sostenitori dall'assemblea e addio all'1 vale 1

Lo statuto del 2012 però è stato modificato senza ricorrere a consultazioni di sorta nel 2015.

«Stando allo Statuto vigente della seconda Associazione», spiega Borrè, «per cambiare le regole di questa non è necessaria alcuna votazione online, ma è sufficiente il voto dei tre associati».

A pagina cinque del documento infatti si legge: «Le deliberazioni di modifica dell'atto costitutivo e statuto, sia in prima che in seconda convocazione, devono essere approvate (dall'assemblea ndr) con la presenza di almeno 3/4 degli associati e il voto favorevole della maggior parte dei presenti».

IL POTERE IN MANO A TRE PERSONE.L'Assemblea, a sua volta, decide l'indirizzo politico del M5s ed è composta esclusivamente dai «soci fondatori e ordinari». E cioè Beppe Grillo, Enrico Grillo e Nadasi. Di ordinari ce n'era uno: Gianroberto Casaleggio il cui posto dopo la morte non ci risulta essere stato 'ereditato' dal figlio Davide, socio invece della piattafrorma Rousseau.

Così almeno si evince dai tre verbali dell'assemblea del 29 aprile 2014, 20 aprile 2015 e 29 aprile 2016, il primo firmato solo da tre dei quattro soci vista la scomparsa dell'ideologo.

E la democrazia partecipata? Il popolo M5s? «Soci sostenitori» con il diritto di partecipare all'Assemblea, in origine.

Preorgativa decaduta però con le modifiche del 2015 in cui i soci sostenitori sono definiti come coloro che sono «abilitati» a votare in Rete (non i semplici iscritti, quindi) senza diritto di voto in Assemblea.

«È stato così definitivamente abiurato», sottolinea Borrè, «il principio dell'uno vale uno». Alle Assemblee infatti sono ammessi dal 2015 in poi solo soci fondatori e ordinari: tre persone.

COME CAMBIA L'ISCRIZIONE. Le differenze però non sono finite: sempre dallo scorso anno, è l'associazione Movimento 5 stelle e non Beppe Grillo a essere titolare del marchio e cambiano anche le modalità di iscrizione: dalla mail si passa a una tradizionalissima raccomandata A/R. Nel lontano 2009, invece, per iscriversi era sufficiente compilare il format sul sito.

Se il voto online riguarda l'associazione del 2009, che ne sarà di quella del 2012?

Twitter: @franzic76

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata