1-Caso Raggi: i Cinque Stelle si spaccano. 2-Vespa: Ma il danno all'immagine del Movimento è comunque enorme, forse irreparabile".

3-L’acuirsi di pressioni esterne amplifica le divisioni presenti in una organizzazione e a maggior ragione di un movimento politico.4- No al referendum non per protestare contro un brutto disegno del Senato, quanto perché vedono l'Italia muoversi con lentezza e protestano contro il proliferare dei clandestini"

Di Giuseppe Vatinno Affaritaliani 17.12.2016

1-Le recenti vicende che hanno visto un incredibile susseguirsi di fatti giudiziari sommate al pregresso passato certo non leggero stanno producendo, per una sorta di effetto polarizzazione, una evidente spaccatura nel Movimento Cinque Stelle segnando un po’ la loro fine dell’innocenza politica dopo le avvisaglie di Parma.

È sempre così.

L’elemento debole della catena è -ancora una volta- proprio Virginia Raggi che è capitata a ricoprire il ruolo di sindaco della Capitale d’Italia per puro caso e questo è senza dubbio un frutto avvelenato del combinato disposto di populismo e primarie che -detto per inciso- potrebbe essere sanato da un ritorno al proporzionale che sposterebbe di nuovo il baricentro sul Parlamento a costo naturalmente della stabilità del Governo.

Dunque -come dicevo- la Raggi è semplicemente l’instabile e debole perno di una struttura complessa dove si confrontano e spesso si affrontano le diverse sensibilità del Movimento.

I pezzi da 90 sanno sono stati proiettati inopinatamente da una esistenza mediocre e sbiadita, spesso fatta di disoccupazione e disagio sociale, nell’empireo della politica e sotto il continuo e sfavillante luccichio dei riflettori mediatici a cui per questo tipo di persone è praticamente impossibile sottrarsi e non hanno alcuna intenzione di tornare alla esistenza precedente.

Dunque ecco che sull’ultima clamorosa vicenda giudiziaria, l’arresto del braccio destro della Raggi, Raffaele Marra si consuma lo psicodramma del Movimento di Grillo.

Le forze in campo si confrontano a due livelli,un po’ come dei drammi greci; il primo livello è quello degli “umani” e cioè di personaggi locali come il vice - sindaco Frongia che si contendono il potere “piccolo” mentre al secondo livello- quello che conta veramente-  si gioca la partita nazionale, cioè il potere “grande, che deve incoronare il candidato premier.

Quindi il conflitto che non più latente è traDe Vito che ha appoggiato e forse coperto il duo Raggi-Muraro e Di Battista-Fico appoggiati dal livello “semidei” -proseguendo la metafora classica- rappresentato dalle Parlamentari romane e cioè Taverna-Lombardi-Ruocco che stanno cercando di (ri)salire.

Quest’ultima -si è scoperto ieri- ha addirittura denunciato alla magistratura Marra dimostrando quali veleno carsici scorrano negli anfratti del Movimento.

In questa lotta tutti sono coalizzati contro De Vito, Vice Presidente della Camera, che da quando è stato incoronato delfino da Grillo/Zeus non se la passa molto bene.

 

Sullo sfondo delle forze in campo si muovono poi le componenti più prettamente politiche con l’eterno conflitto destra/sinistra che si ha nei movimenti populisti a cominciare proprio dal fascismo che sempre si portò dietro questa ambiguità (Mussolini veniva dal socialismo rivoluzionario) e il M5S non fa eccezione.

Grillo è di destra, basta guardare le sue dichiarazioni su migranti ed Europa e soprattutto la sua collocazione a Strasburgo nel gruppo euroscettico conservatore mentre la base è tutta schierata a sinistra e non si accorge o se lo fa rimane perplessa in uno stato di trance della vera natura del movimento.

Fenomeno analogo in tempi relativamente recenti hanno vissuto gli altri due movimenti populisti/giustizialisti: la Lega (D’Alema disse che era una “costola della sinistra”, Bossi fu iscritto al PCI e Salvini fondò i comunisti padani) ed Italia dei Valori di Di Pietro.

Questo spiega anche le ultime vicende che vedono un “filo nero” su un tappeto “rosso” circondare e legare i protagonisti della vicenda Marra.

Dietro di lui c’è il duo Muraro-Panzironi e la destra affarista romana; dietro la Raggi c’è l’amicizia con lo studio legale Sammarco, difensore di Previti.

Sullo sfondo l’ex sindaco Alemanno di cui Marra fu collaboratore prima che litigassero e l’ex Presidente della Ragione Lazio la Polverini il cui governo terminò anticipatamente travolto dallo scandalo delle feste romane e di Batman Fiorito.

Lo scenario fisso della vicenda è invece quello dell’inchiesta di Mafia Capitale (nuovamente la commistione destra / sinistra) e non poteva mancare la Banda della Magliana.

La Raggi, in compenso, non è né di destra né di sinistra;a guardare il suo CV si tratta di un avvocato che non se la passava lavorativamente certo molto bene prima di “buttarsi in politica”; diciamo che aveva bisogno di appoggi e conoscenze influenti.

Ora la guerra civile è scoppiata nel Movimento ma Grillo è preoccupato: potrebbe trovare un vincitore interno e perdere però l’Italia visto che poi è facile passare dagli altari alla polvere come la storia antica e recente ha ampiamente dimostrato.

Dopo una riunione notturna questa notte ed una prossima nel pomeriggio Grillo potrebbe decidere di togliere l’utilizzo del simbolo del Movimento alla Raggi: da un lato un atto cautelativo e dall’altro una punizione per chi sta mettendo in crisi l’intero progetto politico.

2- Vespa: profezia tombale sul M5s. "Raggi, Grillo... Ecco come finirà" Giorno quotidiano

Vespa: profezia tombale sul M5s. "Raggi, Grillo... Ecco come finirà"

A Roma "la presumibile indagine sul sindaco Raggi per abuso d'ufficio scende in secondo piano dinanzi all'arresto di Raffaele Marra, l'uomo della Destra romana che lei ha voluto ostinatamente al suo fianco, e alle dimissioni per ragioni giudiziarie dell'assessore Muraro che si occupava dei rifiuti e che il sindaco ha difeso fino all'ultimo (e difende tuttora) ritenendola una figura chiave del settore". Bene, scrive Bruno Vespa in un editoriale sul Giorno, "se tutto questo fosse accaduto a un sindaco del Pd o di Forza Italia, il Movimento 5 Stelle avrebbe cinto d'assedio il Campidoglio fino alle dimissioni dell'inquilino più importante".

 

Peccato che quando "l'impensabile accade in casa propria", non si passi dalle parole ai fatti. "Si è detto che l'amministrazione di Roma è la prova generale delle capacità di governo del partito di Grillo", continua Vespa, "sono questi i risultati attesi? Virginia Raggi è una donna forte e ostinata: reggerà? Ma il danno all'immagine del Movimento è comunque enorme, forse irreparabile".

E affonda:"Viene confermata purtroppo l'antica maledizione italiana secondo cui la fisionomia politica del Paese è disegnata dalla magistratura. Episodi del genere sono inquietanti anche perché accadono in un momento di malessere acuto di larga parte degli italiani che hanno votato No al referendum non per protestare contro un brutto disegno del Senato, quanto perché vedono l'Italia muoversi con lentezza e protestano contro il proliferare dei clandestini". E sarà difficile che Paolo Gentiloni riesca a fare il miracolo, conclude Vespa.

Categoria Italia

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