M5s, Supernova sulla mappa del potere della Casaleggio

Il blog. Le banche. L'editoria online. Gli autori Nicola Biondo e Marco Canestrari fanno il punto sui conti dell'azienda milanese. E sui possibili conflitti di interesse.

LETTERA43, 14.1.2017

Un partito-azienda, l'ombra del conflitto di interessi, ma anche uno storytelling che racconta di una forza nuova, estranea alle dinamiche della vecchia politica che, anzi, si propone di scardinare. Forza Italia, creatura costruita a tavolino negli uffici di Publitalia sulle ceneri di Tangentopoli, e il Movimento 5 stelle con base a Milano, presso la Casaleggio e Associati sono più simili di quello che si possa pensare. Ma se le cronache hanno sgretolato negli anni il racconto berlusconiano, quello pentastellato, più giovane, resiste. Come scrivono Nicola Biondo, ex capo comunicazione M5s alla Camera, e Marco Canestrari nell'ultimo lancio di Supernova, come è stato ucciso il Movimento 5 stelle, pubblicato attraverso la piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso (qui la pagina Facebook e Twitter) «in tanti sono stati ammaliati da questa narrazione e, per anni, nessuno si è preso la briga di verificare se corrispondesse a verità».

NUOVI MEZZI, MENO SPESE. A fare la differenza rispetto al 1994 è un fattore: la diffusione di nuovi strumenti di comunicazione, più a buon mercato, e che quindi, sottolineano i due autori, «non necessitano di investimenti paragonabili a quelli del secolo scorso». Anche la strategia per macinare il consenso è la stessa. E più che con la democrazia diretta e la battaglia contro i cosiddetti poteri forti ha a che verdere «con l’economia di relazione e l’abile amministrazione di influenze pazientemente coltivate». Un cortocircuito, visto che la Casaleggio mise a punto la Mappa del potere, un software «che denunciava come, nella Borsa italiana, poche persone controllassero moltissimi consigli di amministrazione».

Eppure anche Casaleggio poteva e può contare su una propria 'Mappa del potere' che i due autori ricostruiscono, a partire dai conti dell'azienda milanese. Naturalmente, per legge, non esiste l'obbligo di rendere pubblici clienti e fornitori, o specificare le voci di bilancio. Se non fosse che la Casaleggio è da sempre la cabina di regia del principale partito d'opposizione del Paese. Vero, i flussi di denaro, fanno notare Biondo e Canestrari, non sono «particolarmente importanti». Come scrisse anche Lettera43.it, spulciando i bilanci dal 2004, anno della fondazione, al 2014, si nota come le entrate siano state più o meno sempre costanti, al di sotto dei 2 milioni di euro, con un'impennata nel 2012, ma anche con il rosso di quasi 150 mila euro nel 2015, e un ribasso nei ricavi di quasi mezzo milione di euro. Voragini che però, come si legge nel lancio di Supernova, non «possono essere sostenibili per troppo tempo». L'ipotesi è che il controllo del Movimento lontano dal rimpinguare le casse della società abbia però permesso a questa di «trasferire costi ad altri soggetti legati ai partiti e garantirsi ricavi necessari alla sua sopravvivenza. Ecco quali sono stati i business della Casaleggio e i possibili conflitti di interessi a essi collegati.

Il Blog di Grillo e l'accordo win-win

Il Blog, il cuore M5s, aprì nel 2005. L'investimento stimato, scrivono Biondo e Canestrari, si aggirava sui 130 mila euro l'anno. Grillo dal canto suo non sborsò nulla ma in cambio dell'investimento di partenza cedette a Casaleggio «i diritti di vendita dello spettacolo di quell’anno», Beppegrillo.it. Un accordo win-win: «Casaleggio Associati potrà vendere un prodotto in esclusiva, di cui Grillo incasserà i diritti d’autore».

Expedia e il business dell'e-commerce

Dalla sua fondazione, la Casaleggio ha come core business i rapporti sull'e-commerce. In particolare, si legge nel capitolo di Supernova, quello relativo all'andamento in Italia sponsorizzato da Expedia. Senza dubbio una boccata d'ossigeno per una piccola azienda. L'ad del colosso del turismo online, dal 2004 al 2009, è Adriano Meloni. Lo stesso che ora è assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro della Giunta di Virginia Raggi. Meloni, come ha ricordato anche la Stampa, partecipò pure agli incontri di Gaia, il network su The Future of Politics da cui nacque il noto video di Gianroberto Casaleggio. Vista l'amicizia che legava Meloni a Gianroberto Casaleggio e al figlio Davide, si potrebbe prefigurare un possibile conflitto di interessi: l'azienda potrebbe infatti venire a conoscenza in modo esclusivo di alcune strategie messe in atto dalla Giunta pentastellata capitolina.

L'affinità con Di Pietro

Nel 2005 Grillo presentò Antonio Di Pietro a Casaleggio. In vista delle Politiche 2006 venne inaugurato il blog dell'ex pm, sulla falsariga di quello del comico. Casaleggio curò la comunicazione elettorale di Italia dei Valori e arrivò a gestire - dal punto di vista tecnico ed editoriale - il sito del partito. Tra il 2005 e il 2010, scrivono i due autori, Idv spese per comunicazione online e strategie digitali qualcosa come 1.800.000 euro. Soldi pubblici, naturalmente che Casaleggio, nonostante portasse già avanti la battaglia contro il finanziamento ai partiti, da imprenditore incassò.

L'APPOGGIO POI NEGATO ALL'IDV.Nel 2008 Grillo partecipò in collegamento alla festa dell'Idv. Nel 2009 poi, come ricordano gli autori, Casaleggio convinse Di Pietro a candidare alle Europee Sonia Alfano e Luigi De Magistris come indipendenti col sostegno degli Amici di Beppe Grillo e del Blog. Grillo così ebbe «l’occasione di testare la forza elettorale senza dover finanziare una campagna elettorale». I rapporti con l'Idv poi finirono rovinosamente, e Sonia Alfano denunciò «la macchina del fango» ordita dai vertici 5 stelle nei suoi confronti. Come ha ricordato a L43 Michele Morini, ex attivista e fondatore nel 2005 del primo MeetUp di Parma e del Forum 280, Grillo & Casaleggio alle origini del Movimento erano contrari alla creazione delle liste civiche da cui poi nacque il M5s. Puntavano invece sull'Idv «e le liste», spiega Morini, «avrebbero sottratto linfa a questo progetto» su posizioni liberal lanciato dal Blog.

La Casaleggio ha un rapporto contraddittorio anche con le Banche, nemico numero 1 del Movimento. E non potrebbe essere altrimenti vista la doppia natura di fulcro M5s e di azienda. Tra gli istituti di credito a cui il Blog si è appoggiato per le sue raccolte fondi figuravano, come scrivono Biondo e Canestrari, «CartaSì e Banca Intesa». Dopo il "divorzio" con Expedia, tra gli sponsor del rapporto sull'e-commerce stilato dalla Casaleggio comparvero «nel 2010 Barclaycard, nel 2015 Banca Sella, nel 2016 HiPay (piattaforma che gestisce i pagamenti online)». Quest'anno tra gli sponsor è entrata anche «un’azienda pubblica: Poste Italiane».

IL FONDO PER IL MICROCREDITO.Le contraddizioni non finiscono qui. Perché, come ricordato da L43, anche il Fondo per il microcredito, istituito dal Mise nel 1996, in cui confluiscono le restituzioni dei parlamentari M5s alla fine è un fondo gestito da banche. Spulciando nel sito del Mise, fa un certo effetto scorrere la lista dei «soggetti richiedenti che operano con il Fondo» tra cui, oltre a Sanpaolo e Unicredit per dirne due, spiccano Monte Paschi e pure Banca Etruria. E cioè la «peste rossa» e la «mangiatoia di Arezzo» (copyright Grillo).

L’editoria online e i siti acchiappaclic

La Casaleggio ha intrapreso anche la strada dell'editoria, con la Casaleggio Associati Editori di Rete, poi Adagio. Tra le pubblicazioni, si legge nell'ultimo lancio di Supernova, anche un libro del futuro parlamentare Alessandro Di Battista. Ma anche Il signore della porta di fronte, il romanzo d'esordio di Massimo Bugani, ora consigliere comunale bolognese e nel board di Rousseau. Ovviamente il Blog pubblicizzava l'editore in calce a ogni post. Successivamente è arrivata la collaborazione con Chiarelettere: l'accordo prevedeva la pubblicità e la vendita online su Grillorama di alcuni titoli. Chiarelettere è socio fondatore (con una quota del 16%) del Fatto Quotidiano e la nuova testata è stata da subito promossa da Grillo nei suoi comizi. Casaleggio però, come scrivono i due autori, avrebbe voluto gestire non solo l'aspetto tecnico, ma anche i contenuti della versione online del quotidiano. La proposta naturalmente fu rinviata al mittente. Contemporaneamente il Blog cominciò ad attaccare l'allora direzione di Antonio Padellaro e Furio Colombo bollati, a settembre 2011, «giornalisti schierati, residuati dell'Unità che ha sempre vissuto di contributi pubblici». La rottura portò anche alla fine della collaborazione di Marco Travaglio sul blog.

L'ESPERIENZA DI CADOINPIEDI.Contemporaneamente però la Casaleggio firmò un nuovo contratto con il gruppo Gems, del quale fa parte Chiarelettere. L'azienda assunse la gestione di alcuni portali tra cui il blog collettivo Voglioscendere.it inizialmente di Travaglio, Peter Gomez e Pino Corrias, trasformandolo però in uno spazio aperto a tutti gli autori della casa editrice. Le tre firme uscirono e imposero un nuovo nome: nacque così Cadoinpiedi.it. Il sito però fu usato per diffondere notizie acchiappaclic, riprese poi da Tze Tze. Una linea non approvata da Gems che nel 2013 ha rescisso il contratto.

SPOT SUI PARLAMENTARI. Il conflitto di interessi più evidente però è la pubblicazione sul portale La-Cosa.it dei video dei parlamentari 5 stelle. Da webtv del Movimento, spiegano gli autori, si è poi trasformata in un «prodotto esclusivamente commerciale». I video degli eletti, prodotti coi fondi del Gruppo parlamentare, sono però accompagnati dalle pubblicità. I cui introiti vanno alla Casaleggio.

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