Grillo ha sbagliato nella Ue. Ma solo per un pelo

A Grillo non interessava tanto portare quest'ultimo sullo scranno più alto, ma bloccare l'elezione del presidente del parlamento europeo come se si trattasse di una partita a due.

 di Franco Adriano ItaliaOggi 14.1.2017

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Chiamalo stupido se vuoi. Nell'incredibile parità di forze (sulla carta) tra i due contendenti italiani per la presidenza del parlamento europeo: 291 eurodeputati a 291, la mossa di Beppe Grillo di sparigliare le carte, rafforzando la candidatura del terzo incomodo (non importa chi) era tutt'altro che imbelle come si è voluto far credere. Anzi. Da un lato, c'è Antonio Tajani che mette insieme, se va bene, i 217 eurodeputati Ppe, cui si aggiungono i 74 conservatori e riformisti guidati da Raffaelle Fitto. Dall'altro, Gianni Pittella, che conta sui 189 membri del suo gruppo (il Pse) più, forse, i 52 della sinistra e i 50 verdi. Mettendo una fiche su Guy Verhofstad, a Grillo non interessava tanto portare quest'ultimo sullo scranno più alto, ma bloccare l'elezione del presidente del parlamento europeo come se si trattasse di una partita a due.

Lui. Da solo. Con appena 17 eurodeputati che, aggiungendosi ai 68 dell'Alde, avrebbero costituito il terzo gruppo. Comunque tutti, pur da diversa posizione, interessati a dare una lezione al Ppe e al Pse. Avrebbe avuto buon gioco a fare strike sui candidati di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che certo non possono aspirare, il prossimo 17 gennaio a Strasburgo, a ottenere i 376 voti richiesti (50% più 1) durante le prime tre votazioni. Mentre dal quarto scrutinio in poi, quando si va al ballottaggio, da popolari e socialisti avrebbero scoperto l'illusione di poter tornare come niente fosse a sfidarsi in posizione dominante, dopo una lunga fase consociativa.

Non solo. A corollario dell'operazione i 39 europarlamentari di Marine Le Pen e Matteo Salvini avrebbero potuto trovarsi nell'angolo, neutralizzati nei numeri e quasi ininfluenti. Il punto è che se ne sono accorti e lo hanno stoppato. L'establishment, ha ragione Grillo, e pure gli anti-establishment. Ora, la fanno passare per una figuraccia o peggio per una storia di spiccioli e poltroncine. Ma tutto si può dire di Grillo tranne che si venda per un piatto di lenticchie. L'ha dimostrato. Piuttosto, il suo movimento si conferma un vero e proprio corpo estraneo che non può certo vestire le categorie ideologiche che si insiste a voler fargli indossare. Circostanza che può renderlo davvero pericoloso. Tatticamente parlando, invece, a pensare che la mossa è saltata solo per un pelo, viene quasi da togliersi il cappello.

Categoria Italia

Commenti

Euro. Togliersi il cappello, proprio no. Furbo si se le cose stanno come si legge ma gli altri non stanno fermi. Si arrabatta tanto non perde voti. Gli iscritti non contano niente. E poi tutto questo per fare cosa in concreto ? Rompere equilibri non basta. Bisogna anche costruire e qui che manca.

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