M5s, l'opportunismo e le strane tempistiche delle critiche interne

Defezioni e attacchi alla "finta" democrazia diretta online aumentano. Perché tanti sanno che non verranno ricandidati. Da qui alle elezioni la resa dei conti sarà totale. Il parere di un ex attivista grillino.

LORENZO ANDRAGHETTI*16 gennaio 2017, LETTERA43

Con il passaggio di Marco Affronteai Verdi europei (e l'addio di Marco Zanni) nel Movimento 5 stelle si sono evidenziate tutte le insofferenze per quella che ormai appare sempre più come una democrazia plebiscitaria, ben lontana da quella diretta e partecipata che vedeva in internet lo strumento perfetto per la sua realizzazione. Stando alle dichiarazioni di Affronte (sul Corriere) a far traboccare il vaso sono state, tra le altre, le finte votazioni online che altro non sono che ratifiche di decisioni già prese.

Ora gli fa eco anche Elisa Bulgarelli, la senatrice bolognese che accusa direttamente, tramite Facebook, il cerchio magico di Massimo Bugani e David Borrelli, i due responsabili della piattaforma Rousseau, del decadimento e fallimento della democrazia online di cui sta dando sfoggio il M5s.

SCELTE ARBITRARIE DELLA CASALEGGIO. Quel che appare strano sia da parte di Affronte sia da parte della Bulgarelli è che queste critiche siano emerse soltanto ora. Non è di adesso l'applicazione distorta della democrazia online attuata dalla Casaleggio srl. Chi ricorda infatti la prima votazione per decidere le alleanze in Europa, avrà bene a mente le mancate opzioni votabili: non c'erano tutti i gruppi parlamentari europei, ma le sole presenze dell'Ukip e dei conservatori. La base del M5s avrebbe voluto esprimersi anche sui Verdi (che però sin dal 2014 hanno avuto una certa litigiosità con i leader dei cinque stelle), ma non fu possibile per un'arbitraria scelta di Casaleggio (per non parlare della Sinistra europea del Gue).

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All'epoca, nel 2014, nessuno fiatò nonostante l'operazione fosse stata impostata in modo piuttosto scorretto, quasi quanto quella recente. All'epoca gli eurodeputati non dissero nulla e andarono nel gruppo degli euroscettici spostando definitivamente il M5s a destra. Un silenzio importante quindi, quello dei neo eletti, che con la scusante di rimettersi alla volontà del web permisero un'alleanza a dir poco bizzarra. Ora invece, stando ad Affronte, questa appare come una questione etica e politica inconciliabile con i valori della persona. Meglio tardi che mai, sicuramente. Ma ci si poteva indignare anche prima.

SE NE ACCORGONO SOLTANTO ORA?Stesso ragionamento vale anche per la senatrice bolognese che ha messo indirettamente sotto accusa i gestori della piattofroma Rousseau, Borrelli e Bugani, quest'ultimo consigliere comunale di Bologna, fedelissimo di Grillo e storico nemico della Bulgarelli. Peccato che anche qui le esternazioni critiche sui metodi di votazione usati siano alquanto tardive. Non è la prima volta che dal blog di Grillo vengono aperte votazioni a sorpresa, con un'informazione parziale e con tempistiche stringenti per l'espressione degli utenti. Se ne accorgono soltanto ora che la democrazia online così com'è non è altro che un inganno semantico?

Chi non ha più nulla da perdere potrebbe decidere di venire allo scoperto per togliersi qualche sassolino

dalle scarpe

Forse, in quest'ultimo caso, ci potrebbe anche esserci un'altra spiegazione. Nonostante le numerose espulsioni e gli addii dei parlamentari del M5s, sia al Senato sia alla Camera, alcuni critici silenti che sono rimasti nel gruppo pentastellato, sapendo di non avere chance di essere ricandidati alle successive elezioni politiche (che potrebbero avvenire anche nel 2017), non avendo più nulla da perdere potrebbero decidere di venire allo scoperto per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

I RIBELLI DELLA BLACK LIST.Queste persone sanno bene che l'impostazione settaria vigente all'interno del Movimento non permetterà ai “non perfettamente allineati” di poter tentare un altro giro in parlamento. Senza società terza di controllo del voto online sarà molto facile, per i gestori delle preferenze sul web, non farli entrare in lista, sempre che vengano inseriti tra quelli candidabili. Tra questi parlamentari figurano proprio Bulgarelli, che sa bene, per via dell'inimicizia con Bugani (fu l'unica dei bolognesi, proprio assieme ad Affronte, ad aver criticato la gestione delle "Primarie" bolognesi per il sindaco) di essere nella black list dei non ricandidabili e forse per questo ora intenzionata, seppur molto timidamente, a venire allo scoperto.

Probabilmente ci abitueremo a vedere attacchi velati, o espliciti, al sistema di gestione interno del M5s proprio da parte dei parlamentari “silenti” che a oggi hanno taciuto per evitare mobbing da parte dei colleghi, gogne mediate sui social e mantenere la loro visibilità in parlamento. Nella black list sono inclusi tutti quei parlamentari che in passato hanno criticato i fedelissimi di Casaleggio o gli stessi vertici.

PAURA DEI FURBETTI DEL SECONDO MANDATO.Tra i nemici di Bugani, per esempio, ci sono anche l'attuale capogruppo al Senato, Michela Montevecchi, e la controversa deputata riminese che in passato attaccò Bugani, Giulia Sarti (vicina al sindaco di Parma Federico Pizzarotti). Al momento entrambe sono impegnate a dimostrarsi fedeli al gruppo, ma se capiranno che i giochi per le liste alle politiche sono già fatti e le vedranno escluse, potrebbero venire anche loro allo scoperto. Sarebbe infatti ancor più rischioso della tornata elettorale del 2013 eleggere personalità non completamente allineate già al secondo mandato. Infatti, secondo le regole del M5s, vigendo il limite dei due mandati, questi deputati non potrebbero comunque più venir rieletti: quindi sarebbero ancor più a rischio di cambio di casacca e critiche interne.

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Oltre alle faide emiliane, il regolamento di conti potrebbe toccare quei deputati che spalleggiarono Massimo Artini all'epoca della sua espulsione nel novembre del 2014, che arrivarono in carovana e senza preavviso ad affrontare Grillo nella sua villa a Bibbiona, di cui in seguito uscì anche l'audio dell'incontro che qualcuno dei presenti aveva registrato. Tra quelli che si esposero maggiormente in quell'occasione, oltre allo stesso Artini, furono la veneta Silvia Benedetti e la lombarda Tatiana Basilio. Altro discorso invece per coloro che sono stati toccati dalle vicende giudiziarie per le firme false di Palermo alle Comunali del 2012. È il caso dei deputati Riccardo Nuti, Claudio Mannino e Giulia Di Vita attualmente sospesi, insieme con l'attivista Samantha Busalacchi.

CHI PARLA ADESSO RISULTA SOSPETTO.In conclusione, le critiche interne destinate a emergere sulla stampa potrebbero esser anche dettate da un reale malcontento sui vari aspetti autoritari e poco trasparenti della gestione del M5s, ma bisognerà prestare attenzione ai parlamentari che avanzeranno queste critiche. Dopo tutto quello che è successo dentro al Movimento in questi anni, i motivi per indignarsi non sono di certo mancati, e chi fino a oggi non ha mai alzato la voce, d'ora in avanti (pur facendo critiche condivisibili) potrebbe risultare sospetto.

*Ex attivista e collaboratore parlamentare alla Camera per il Movimento 5 stelle

Categoria Italia

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