Milano, FI teme i paracadutati. Fronte comune contro i big azzurri

In Forza Italia non c'è proprio pace. Prima la lettera di Squeri, poi una lunga lite tra l'allora coordinatore provinciale e Mariastella Gelmini

di Fabio Massa, Affaritaliani 19.1.2017

In Forza Italia non c'è proprio pace. Prima la lettera di Squeri, che Affaritaliani.it Milano aveva pubblicato il 2 gennaio scorso. Poi una lunga lite fredda tra l'allora coordinatore provinciale, mantovaniano doc, e Mariastella Gelmini, coordinatore regionale. Alla fine, la cacciata di Squeri come ha scritto il Corriere della Sera da parte della Gelmini e l'arrivo del nuovo commissario, il sempiterno Graziano Musella, inossidabile sindaco di Assago e capogruppo in consiglio metropolitano. Si profila uno scontro a tutto tondo tra la corrente di Mantovani, che ormai non occupa più un posto di potere ma ha i voti, e il resto della dirigenza forzista. Ma c'è uno scontro nello scontro, sulla piazza di Milano.

Come può riferire Affaritaliani.it ha causato molti mal di pancia l'intervista rilasciata a Cremonesi del Corriere da Laura Ravetto. Di fatto, in quell'intervista, si faceva capire che tutti i voti sono di Silvio Berlusconi e che quindi lui e solo lui avrebbe deciso assetti e candidature anche locali. Di fatto, è l'emersione del problema delle prossime elezioni, nelle quali la struttura romana vorrebbe essere paracadutata nei territori più favorevoli. E quale territorio più favorevole di Milano, dove Forza Italia ha ottenuto alle ultime amministrative un inaspettato 20 per cento? Ovviamente i big romani, che pure sulle amministrative non toccarono palla, "vogliono venire ad abbeverarsi alla nostra fontana", spiega una fonte.

Il punto è che la rivolta del territorio sarà con tutta probabilità compatta. I consiglieri comunali, con la somma delle loro preferenze, ha portato il 6 per cento dei voti. Voti legati alle persone e ai loro sforzi più che a un partito che pare ormai bollito. Un 20 per cento che va quindi suddiviso, nel ragionamento dei consiglieri, tra il 14 per cento da intestare a Berlusconi e il 6 per cento da intestare agli sforzi dei singoli, Mariastella Gelmini compresa (ha condotto una battaglia sul territorio casa per casa). E i big romani? Quei Paolo Romani, Laura Ravetto et similia che si sono visti solo alla festa di chiusura di Stefano Parisi in una grande discoteca di via Mecenate, quasi un ricordo degli anni '90 e del berlusconismo d'antan? Ecco, quei big stanno dando in queste ore l'assalto ad Arcore. Ma Milano è pronta a resistere. Non ad Arcore, ma agli appetiti di Roma

Categoria Italia

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