Via i capilista bloccati, la mossa di Renzi per incastrare Grillo

Abolirli è il modo per togliere a Beppe la possibilità di scegliere i suoi fedelissimi per le elezioni del 2018. Lasciandolo in balìa dei peones a cinque stelle. Lo "sgambetto" elettorale del Pd.

RENATO STANCO, Lettera43, 14.4.2017

Capilista bloccati sì o capilista bloccati no? Il tema appassionata una ristrettissima cerchia di addetti ai lavori, alacremente impegnati a trovare una sintesi per la legge elettorale che verrà. Eppure Matteo Renzi, con abile mossa, ha fatto diventare un dettaglio tecnico (ogni leader si sceglie chi candidare dove e come vuole creando in parlamento una pattuglia di fedelissimi) un elemento di riflessione più che di discussione. Aprendo alla possibilità di toglierli, questi capilista bloccati. Come se davvero la legge elettorale venisse scritta domani e non un minuto prima del voto.

SCACCO AL M5S, NON A SILVIO. Nel frattempo, però, analisti e retroscenisti sono pronti a giurare che la mossa dell’ex presidente del Consiglio stia mirando solo a mettere in difficoltà Silvio Berlusconi e non altri. Tesi verosimile, ma dallo scarso appeal. Molto più suggestiva quella secondo la quale la questione dei capilista scelti dal campo interessi più a Beppe Grillo che all'ex Cavaliere. Per due ragioni fondamentali.

Il guru del M5s vuole rinnovare almeno il 70% dei parlamentari: sopporta soltanto i big del partito, mentre i peones sono considerati un male necessario

Stando alle analisi dei sondaggisti, al di là della data in cui si andrà alle urne e della legge elettorale che verrà scelta, tutti dicono che la prossima tornata sarà un testa a testa fra Renzi e Grillo. Saranno loro a catalizzare l’attenzione dell’elettorato, pronto a tornare ai seggi. Gli esperti sono convinti che l’affluenza tornerà a salire. E proprio per questa ragione il guru dei cinque stelle vuole rinnovare almeno il 70% dei parlamentari. Secondo le voci di corridoio Beppe sopporta soltanto i big del partito, mentre i peones sono considerati una jattura, un male necessario, un prezzo da pagare alla democrazia. E visto che non può farne a meno, Grillo vuole sceglierli tutti. Ma proprio tutti.

GRILLINI COL TERRORE DI PARLARE. I suddetti peones, ovvero i parlamentari che affollano le aule di Camera e Senato solo per fare numero e schiacciare un bottone al momento delle votazioni senza avere un incarico, hanno iniziato a rendersi conto della situazione e molti di loro sono nel panico. Al punto che hanno il terrore di parlare, temendo le ritorsioni dello staff della comunicazione del Movimento. I guardiani del verbo grillino, dicono a dentri stretti alcuni peones, sono pronti a tutto.

Sul caso Consip e sulla vicenda di Report (il servizio su l'Unità e la guerra col Pd) è andato in scena il copione da manuale. A parlare sono stati i soliti noti (Di Battista, Di Maio, Fico), evitando di rispondere alle domande sulla crisi genovese. Ma se qualcuno cercava risposte da altri esponenti grillini si è trovato davanti a un muro di gomma. Un errore ora e addio ricandidatura, sempre ammesso che non sia già saltata.

VIA AI CASTING PER I NUOVI VOLTI. I grillinologi di lungo corso sostengono che Beppe abbia già iniziato a fare i casting per i nuovi volti da schierare alle elezioni del 2018. E così i peones a cinque stelle finiscono per fare banda a sé. Alla Buvette della Camera sono facilmente riconoscibili. All’ora dell’aperitivo, a base di birra e snack salati, si chiudono in cerchio parlando del più e del meno e se arriva un giornalista cambiano discorso.

COCCOLATE SOLO LE STAR DEL M5S. I contatti con i big sono ridotti ai minimi termini. Loro, Fico, Di Maio e Di Basttista, sono le star coccolate e vezzeggiate da tutti. Gli altri, i peones, sono solo un accessorio. In Transatlantico, il lungo corridoio dei passi perduti della Camera, chattano e scrivono messaggi sui loro telefoni. Guai ad alzare la testa. Morale della favola: davvero l'eventuale abolizione dei capilista bloccati è un problema per Berlusconi? O, in realtà, lo è per Grillo?

In fondo Renzi e Grillo la pensano come Berlusconi: deputati e senatori devono solo schiacciare un tasto, tanto vale sceglierseli

Il capogruppo di M5s a Montecitorio, Roberto Fico, ha detto che «il M5s è d’accordo al 100% con l’abolizione dei capilista bloccati dalla legge elettorale, ma Renzi, invece di parlarne in tivù, faccia presentare al Pd una proposta di legge nelle commissioni di Camera e Senato senza fare melina». Anche perché «l’ex presidente del Consiglio lo ha detto a Porta a Porta, noi siamo d’accordo, l’abbiamo proposto nel 2016. Dobbiamo parlare con Renzi da Vespa o il suo capogruppo presenta un atto che dice di abolire i capilista bloccati? A quelle parole finora è corrisposto il nulla».

UNA DOPPIA RECITA POLITICA. A una scena madre, quale è quella di Renzi, corrisponde una sceneggiata, come quella che recitano i grillini. Che, a parole, fanno le stesse cose dell’ex premier. In fondo tutti e due la pensano come Berlusconi: deputati e senatori devono solo schiacciare un tasto, tanto vale sceglierseli.

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