Riforma elettorale, il piano di Beppe Grillo per far fuori Silvio Berlusconi

C’è un punto, nelle attuali discussioni sulla legge elettorale, sul quale tutte le forze politiche concordano: i listini bloccati.

29 Maggio 2017, di Paolo Becchi, liberoquotidiano.it

C’è un punto, nelle attuali discussioni sulla legge elettorale, sul quale tutte le forze politiche concordano: i listini bloccati. Su questo infatti non si discute proprio: ci saranno. Quello che uscirà fuori dopo gli accordi tra Renzi e Berlusconi, o tra Renzi e Grillo, il triangolo tra Renzi, Grillo e Berlusconi, no! non lo avevo considerato… ma ci sta pure quello, non prevederà, per certo, il sistema delle preferenze. Tutto questo è, in fondo, meraviglioso: si scannano sul resto, ma sul fatto che i listini siano bloccati non c’è un cane che abbia sollevato almeno qualche perplessità. Eppure già la sentenza della Consulta sul Porcellum aveva sottolineato questo aspetto.

Va bene, o forse va male, che per il M5S, il campione della democrazia diretta, la questione del listino bloccato non si ponga neppure. Infatti già ora, con il metodo inaugurato per le elezioni comunali a Genova, la lista è bloccata internamente, e quindi perché non dovrebbe valere la stessa cosa per gli altri partiti? Ora, a differenza che in passato. Vale infatti la pena ricordare che per molto tempo sul problema dei «listini bloccati» aveva insistito proprio il M5S, il quale aveva persino approvato in Rete, nel marzo 2014, dopo una lunga discussione tra gli attivisti pentastellati (allora la Rete era ancora centrale nell’attività del Movimento) una sua legge elettorale, nella quale si prevedeva, contro le liste bloccate, addirittura il voto di preferenza disgiunto da quello di lista. Ora tutto è finito nel cesso della Casaleggio&Associati e della piattaforma, «a codice segreto», Rousseau, e per non mollare l’osso ecco che Grillo chiama i suoi talebani ad un nuovo voto in rete che senza alcuna discussione si limiti a ratificare la nuova la decisione presa del Capo, infischiandosene del lavoro fatto in precedenza. E la ratifica è puntualmente arrivata: tra sabato e ieri hanno votato 29.005 iscritti, e in 27.473 hanno detto sì.

SCAMBIO DI FAVORI

Il Capo non vuole neppure più il Legalicum (il solo sentire qualche parola che abbia riferimento a qualcosa di legale gli fa venire l’orticaria) ma il «proporzionale alla tedesca». Berlusconi dovrebbe, almeno ora, capire che con la sua proposta si è scavato la fossa da solo, perché come Grillo ha subito capito è evidente che «la grande coalizione» dopo le elezioni sarà tra lui e Renzi. Del resto da qui alle elezioni saranno già tutto culo e camicia: ius soli, testamento biologico, ecc. e dopo le elezioni Renzi regalerà a Grillo il reddito di cittadinanza e il gioco è fatto. A meno che Grillo non riesca nella impresa impossibile, per cui ora ha chiesto il voto in rete, di aggiungere al sistema tedesco qualche «premio di maggioranza» o «altri metodi di calcolo più selettivi che incrementino il numero dei seggi della prima forza politica», insomma, a meno che non gli riesca di far passare… una nuova legge elettorale incostituzionale, che gli consenta di governare il Paese da solo.

Al di là delle incoerenze di questo partito, di cui prima o poi gli italiani si renderanno conto (probabilmente solo poi), qui si sta parlando della legge elettorale, non della organizzazione interna antidemocratica di un partito, e - ripetiamolo - di un punto sul quale la Corte Costituzionale era già intervenuta, ritenendo illegittimo impedire all’elettore di esprimere almeno una preferenza per i candidati, al fine di determinarne l’elezione. Mio Dio no, no, cosa stanno cercando di fare tutti, chi tirando da una parte chi dall’altra: una terza legge elettorale incostituzionale, dopo l’Italicum e il Porcellum?

Ormai tutti guardano agli interessi di bottega e il listino bloccato fa gola a tutti. Ha ragione Gianfranco Pasquino, intervenuto pochi giorni fa dalle pagine della Nuova Sardegna, a dire che «con questa legge praticamente tutti gli eletti sarebbero designati dai rispettivi partiti che li candidano nei collegi uninominali e nelle liste proporzionali», e che questa nomina non fa schifo proprio a nessuno dei «partiti di governo», e - mi permetto di aggiungere - neppure al M5S, a cui questo non basta, dal momento che vorrebbe anche il premio di maggioranza.

TUTTI NOMINATI

Se pensano che in questo modo gli italiani tornino al voto, si sbagliano però di grosso, e dovrebbe essere evidente a tutti che ormai le forze politiche - dal Pd al M5S - hanno un solo obiettivo: quello di succhiare il sangue degli italiani non lasciando neppure loro la possibilità di esprimere una preferenza su chi sarà chiamato a rappresentarli. Tutto deciso da loro, gli iscritti al Movimento possono oggi solo ratificare, utilizzando la «piattaforma Rousseau», quello che il Capo Politico ha già deciso, gli italiani potranno ratificare nella cabina elettorale quello che lor signori tutti insieme hanno già deciso nelle segrete stanze del potere. E hanno ancora la spudoratezza di chiamarla democrazia...

di Paolo Becchi

@pbecchi

Italia

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