Paura e delirio alla Camera

Le divisioni del M5s fanno saltare il patto con Pd, Fi e Lega. Il governo balla. Mattarella si preoccupa. Caos

di David Allegranti 8 Giugno 2017 alle 21: da www.ilfoglio.it

Roma. Un voto segreto che diventa palese per un “errore materiale” (copyright Laura Boldrini); il patto elettorale a quattro che salta per un emendamento sul Trentino Alto Adige per eliminare i collegi maggioritari presentato da Michaela Biancofiore di Forza Italia ma disconosciuto dal partito, in ottemperanza al patto, e votato però dal M5s, in violazione degli accordi; la legge elettorale che torna in commissione allontanando le elezioni anticipate, o quantomeno la data del 24 settembre indicata fino a poche ore fa come la più probabile. Paura e delirio alla Camera: l’accordo fra Pd, Forza Italia, M5s e Lega è svanito in poche ore, in un reciproco scambio di accuse fra il partito di Renzi e quello di Grillo. Ora, per il Pd, c’è solo il Consultellum, corretto con decreto per armonizzare i sistemi elettorali di Camera e Senato. Decreto che naturalmente deve essere poi convertito dal Parlamento. Il Consultellum prevede, al momento, il 3 per cento di sbarramento alla Camera, senza possibilità di coalizione, e l’8 al Senato su base regionale per le liste non coalizzate e il 3 per cento per le liste coalizzate (sempre che la coalizione superi il 20 per cento) e le preferenze. Quel che è certo è che una nuova alleanza a progetto è impossibile. “Un nuovo accordo? Con chi, con questi?”, dice irritato Danilo Toninelli del M5s.

Ma la giornata di oggi non segna solo la fine del patto a quattro; pare dare indicazioni molto chiare anche sul proseguimento, inevitabilmente tormentato, della legislatura. Lo fa capire chiaramente il capogruppo del Pd Ettore Rosato, che mette seri dubbi sul fatto che questo Parlamento sia in grado di proseguire: “Se non si riesce a fare una legge elettorale partendo da un testo passato con l’80 per cento dei voti in commissione il problema non è la soglia di sbarramento o il Trentino Alto Adige, il problema è molto più grande. Mi chiedo come possa stare insieme una maggioranza di governo dove Mdp il 40 per cento delle volte vota contro e dove i rapporti con Ap non sono più idilliaci. Penso al percorso che abbiamo davanti: lo ius soli, il testamento biologico, la legge di bilancio”. Va detto però che l’80 per cento del Parlamento aveva trovato un accordo iniziale solo per fare una nuova legge elettorale, non aveva dato vita a una nuova maggioranza politica di sostegno al governo.

Che l’attuale maggioranza non regga su ius soli o testamento biologico va dimostrato. Le parole di Rosato però sono rivelatrici del pensiero di Renzi, che non ha abbandonato la possibilità del voto anticipato. Resta da capire come e soprattutto se il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia disponibile ad avallare i desiderata renziani. Per la prima volta ci potrebbero essere, su questo punto, delle frizioni fra il segretario del Pd e il capo dello Stato.

Il voto del M5s mette in crisi l'approvazione della legge elettorale. Parla Parrini

Il deputato del Pd e segretario regionale del Pd toscano commenta la votazione di oggi alla Camera

Il Quirinale intanto esprime “preoccupazione” per il pasticcio, seguìto con molta attenzione da Mattarella. Anche perché adesso è impossibile che si ricrei la stessa “armonia” che aveva prodotto il patto a quattro. Come fa il Pd a fidarsi di nuovo dei Cinque stelle, che hanno dimostrato di non sapere quantomeno contenere i malumori del proprio partito: “Credo che sia apparsa con grande chiarezza l’irresponsabilità del Movimento 5 stelle che ha messo in discussione fortemente e pregiudicato l’esito positivo” del lavoro fatto sulla legge elettorale, dice Lorenzo Guerini.

“Il Pd ha fatto passi indietro per favorire un accordo, ma nei Cinque Stelle hanno prevalso le faide interne, con l’ala guidata da Fico che ha messo sotto l’ala disponibile a dialogare”. Non a caso, alcuni parlamentari grillini hanno esultato dopo il voto sull’emendamento Biancofiore

Da una parte insomma ci sono i duri e puri come Roberto Fico e la senatrice Paola Taverna, ostili all’accordo (“La nuova legge elettorale? È un mega-porcellum. Io non mi sarei messa nemmeno lì seduta”). Dall’altra parte Luigi Di Maio, disponibile al patto a quattro, e ieri furibondo: “Noi abbiamo accolto tutti gli appelli del capo dello Stato, ma adesso basta, si deve andare a votare al più presto possibile. Questa legislatura finisce oggi”. C’è un problema evidente nel blog di Beppe Grillo. I malumori covavano da giorni e in vista delle amministrative di domenica prossima (che potrebbero andare decisamente male per i Cinque Stelle) sono esplosi. La parte più dura infatti non vuole fare accordi o “inciuci” con Pd e Forza Italia.

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