Vesuvio in fiamme, le foto dall'altro che dimostrano come i roghi siano studiati scientificamente

Gli inneschi, spiega, "vengono messi agli estremi e nel mezzo di questo arco virtuale al centro di cui c'è il Parco del Vesuvio

13 Luglio 2017 da www.liberoquotidiano.it

Da tre giorni ormai il Vesuvio è in fiamme, e ora al Parco nazionale sono al lavoro anche gli uomini dell'esercito che hanno già individuato un nuovo focolaio in una zona boschiva a ridosso di San Sebastiano. Sul posto sono impegnati al momento tre canadair e diversi elicotteri per provare tutti gli incendi ancora attivi. Una situazione gravissima ma non casuale. "Ci troviamo di fronte a una organizzazione criminale complessa e ben organizzata, queste due foto fatte dall'alto dai corpi speciali dimostrano come nel caso degli incendi del Parco del Vesuvio sia stato fatto un lavoro scientifico che richiede impegno e coordinamento di non poche persone", denuncia sul suo profilo Facebook Massimiliano Manfredi del Pd.

Gli inneschi, spiega, "vengono messi agli estremi e nel mezzo di questo arco virtuale al centro di cui c'è il Parco del Vesuvio. Questo vuol dire che per spegnere il fuoco bisogna raggiungere i due estremi dall'esterno che stanno agli antipodi, il centro impedisce il collegamento e a sua volta deve essere aggredito da destra e sinistra. Che vuol dire? Che servono almeno il doppio, se non il triplo, di mezzi e uomini e il doppio del tempo, dando la possibilità a chi si trova dal lato opposto di continuare ad appiccare fuoco perché nel frattempo brucia la Campania e mezzo Paese e non solo il Parco. Più tempo passa e poi si può alzare vento. Qualcuno crede ancora all'autocombustione dopo queste foto?".

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