Se li ricorda i mezzi escogitati per limitare (o eliminare) il potere televisivo di Berlusconi?

Le polemiche e le dimissioni contro la legge Mammì, colpevole di consentire a Mediaset di fare concorrenza alla Rai? Il caldo,  Di Maio e De Magistris

Lettere Direttore Folgio da www.ilfoglio.it

1-Al direttore - Trump scarica i suprematisti, ma se becca Marchionne…

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Se è vero che gli americani sono anticipatori di fenomeni e subculture che poi si diffondono nel resto del mondo le aggressioni suprematiste e razziste di Charlottesville segnalano che – come ha sempre sostenuto Il Foglio – è precario e facilmente valicabile il confine tra populismo e fascismo in carne ed ossa, stessa simbologia e violenza. Ciò premesso, la decisione di abbattere la statua equestre del generale Robert Lee – dopo 150 anni dalla fine della Guerra di secessione - a me pare stupida ed antistorica. In fondo era un valoroso che ha combattuto per una causa che riteneva giusta, dalla stessa parte dello Stato della Virginia.



Giuliano Cazzola

3-Al direttore - 

Le parole di Luigi Di Maio “se un giudice dice che un immobile va abbattuto, si fa. Ma non possiamo voltare le spalle a chi ha una casa abusiva perché la politica non ha fatto il suo dovere” lasciano intendere, tra le altre cose, che l’aspirante candidato premier non abbia un’esatta cognizione di quanto prevede il testo unico dell’edilizia (DpR. 380/2001). Chiunque lo abbia letto – può farlo anche Di Maio – sa che un immobile va demolito quando è stato realizzato senza il titolo edilizio (o in modo difforme da quest’ultimo) che l’amministrazione preposta rilascia in base alle previsioni del piano regolatore ed alle disposizioni regolamentari e legislative vigenti, che spetta alla medesima amministrazione attivare i procedimenti repressivo previsti e che l’intervento della magistratura è eventuale e sussidiario. E dunque non soltanto non spetta al giudice dire che un immobile va demolito, ma un’efficace azione di contrasto del fenomeno presupporrebbe, al contrario, la necessità che vengano adottati tempestivamente gli atti previsti dal citato testo unico una volta accertata la presenza di un abuso, senza aspettare che la magistratura dica cosa fare. Della singolare – ma ahinoi neanche troppo – concezione pentastellata della separazione dei poteri e delle responsabilità in un ordinamento liberale complesso c’era poco da dubitare. Si poteva sperare, almeno, che frequentando tanto il web Di Maio e/o qualche suo collaboratore si fossero imbattuti in un sito come bosettiegatti.eu e prima di intervenire avessero letto cosa c’è scritto nel DpR 380/2001.

Marco Eramo





4-Al direttore - Se li ricorda i mezzi escogitati per limitare (o eliminare) il potere televisivo di Berlusconi? Le polemiche e le dimissioni contro la legge Mammì, colpevole di consentire a Mediaset di fare concorrenza alla Rai? Il progetto Bogi, dare un punteggio a ogni pubblicazione o emissione, e porre un limite invalicabile alla loro somma? E le polemiche sulla legge Gasparri e sul SIC, il famigerato Sistema Integrato della Comunicazioni, colpevole di non impedire al Caimano di controllare Telecom, le ricorda? Se mai, quod deus avertat, dessero a Bassanini la rete Tim, pagandola quel che vale, se con quei soldi Vivendi comperasse Mediaset, non trova lei che la consegna nella mani del suo proprietario, in moneta sonante, del bene su cui per trent’anni ci si è accapigliati e combattuti e girotondati, sarebbe un esempio, di inimmaginabile perfezione, delle conseguenze inintenzionali degli atti intenzionali? Nel 2019 ricorre il 120esimo della nascita di Friedrich von Hayek: pensarci, siamo in tempo. 



Franco Debenedetti







5-Al direttore - Beppe Sala dice di non aver capito la decisione della procura di archiviare l’accusa di ricostituzione del disciolto partito fascista per gli estremisti di destra che manifestarono a braccio teso al cimitero. Non entrò nel merito anche se la scelta della procura che critico spesso e volentieri mi è sembrata fondata e pure saggia. Ma Sala ha capito che senza la moratoria delle indagini su Expo forse non sarebbe neanche riuscito a candidarsi sindaco?



Frank Cimini




6-Al direttore - Caro Cerasa, chi ritiene ingiustificati gli allarmi sul riscaldamento globale del pianeta si deve rassegnare. L’aumento tendenziale delle temperature è un dato di fatto, e provoca non soltanto catastrofi naturali (scioglimento dei ghiacciai), ma anche catastrofi concettuali (tracollo dell’intelletto). Il fenomeno si è manifestato in forme acute e insolite soprattutto in Italia, flagellata nelle settimane scorse da una canicola torrida e opprimente. Ne è derivata non soltanto una riduzione delle risorse idriche, ma – danno ben più devastante – una siccità delle coscienze, o almeno di alcune coscienze. Ci sono due prove inconfutabili che dovrebbero convincere anche i più scettici. La prima è Giggino Di Maio che sogna di essere il nuovo Sandro Pertini (forse perché anche lui gioca a scopone scientifico). Ma è la più innocua. La seconda, assai più inquietante, è l’appello «Io preferirei di no» (come risposero i professori universitari che si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo). «E’ in corso un nuovo sterminio di massa», esordisce il testo. «Il nostro governo – prosegue – non è indifferente a questa carneficina ma complice: invia navi militari per impedire ai migranti di lasciare le coste dell’Africa; si accorda con i dittatori dei paesi che perseguitano i profughi per bloccare ai confini chi tenta la fuga; perseguita le Ong [...]». Di qui l’invito a ribellarsi contro chi criminalizza quanti salvano vite umane, «a disobbedire ai sindaci che intimano di non accogliere i profughi, a denunciare la loro complicità con questo deliberato sterminio». L’appello è sottoscritto, tra gli altri, da Erri De Luca e Tomaso Montanari, Cecilia Strada e Alex Zanotelli, Michela Murgia e Marco Revelli, Nicola Fratoianni a Pippo Civati, e -dulcis in fundo- dal «movimento» di Luigi de Magistris (in compagnia dell’Arci e dei «sindacati di base”). Secondo questa cremetta dell’intellighentia di sinistra (manca solo la firma di Diego Fusaro per servirla come dessert freddo), insomma, il povero Paolo Gentiloni guiderebbe un dicastero responsabile di una specie di Shoah multirazziale, spalleggiato dal luciferino ministro Minniti, un mix di Lavrentij Berija e Heinrich Himmler. Ora mi dica lei, caro Cerasa, se non siamo di fronte a un vero e proprio colpo di sole figlio del cambiamento climatico. 



Michele Magno

 

7-Al direttore - 


W il Foglio dell’Italia «altra», del controcanto, dell’ottimismo ragionato, dell’invenzione, delle proposte ritrovate. W il Foglio delle soluzioni pazienti e dei coraggiosi impavidi. W il Foglio delle novità antiche, della responsabilità ritrovata. W il Foglio delle truffe smascherate e della fuffa rivelata. W il Foglio che germoglia e che rinfranca, della ripresa taciuta dai furbetti. W noi lettori sgamati del Foglio, non immacolati ma credenti, non illusi ma contenti di rivivere sulle pagine amiche le idee e le opinioni mai smarrite.

Massimo Capacciola

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