Vogliamo individuare le colpe?

A un anno dal terremoto le macerie non sono state rimosse

 di Domenico Cacopardo www.cacopardo.it da www.italiaoggi.it

Un anno è passato dalle prime devastanti scosse telluriche che hanno colpito l'Italia centrale (alta valle del Tronto, monti Sibillini, della Laga e dell'alto Aterno).

Non siamo ancora all'«Ecce Homo», ma di sicuro molto indietro in tutte le operazioni occorrenti per avviare la ricostruzione e la ripresa della vita civile ed economica delle comunità colpite.

Il dopo terremoto, caratterizzato da altre scosse, alcune (in ottobre) altrettanto devastanti, s'è sviluppato al rallentatore nonostante l'impegno diretto e personale delle migliaia di persone impegnate in zona. Militari, volontari veri, volontari finti (dipendenti di comuni non della zona che recano soccorso lucrando le indennità di trasferta previste), operatori della Protezione civile.

Intanto, una vera e propria scossetta colpisce Casamicciola e Lacco Ameno (gli altri comuni vengono risparmiati) e mette in evidenza la fragilità del tessuto edilizio dei due paesi. Un elemento, la fragilità, che accomuna Ischia alle zone terremotate di Lazio, Umbria e Marche. Non è detto che l'unica ragione sia costituita dall'abusivismo. Infatti, sino a qualche anno fa (qualche decennio) non c'era nessun obbligo di costruire con modalità antisismiche. Quindi, c'è una fragilità diffusa non illegale, di cui dobbiamo tenere conto.

Certo, c'è poi l'abusivismo: la costruzione di edifici privi di concessione edilizia, al di fuori del circuito della legalità urbanistica, l'assenza di professionalità specifiche (ingegneri, architetti, geologi) che, comunque, pretenderebbero misure di prevenzione e sicurezza sicuramente costose.

Si deve aggiungere che l'abusivismo è fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale (in reazione a una legislazione eccessivamente puntuale, spesso vessatoria), ma è specialmente presente in Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Tutte zone nelle quali è attiva la criminalità organizzata. La situazione attuale si è andata realizzando negli anni, per la spensierata incoscienza di cittadini che si ritengono particolarmente furbi e che, invece, sono solo degli sciocchi che rischiano la pelle propria e dei propri familiari.

Ma, nell'attuale sciacallaggio in cui sono specialisti i 5Stelle, sfugge che i proprietari di costruzioni abusive sono, in genere, persone dei ceti medio-bassi (che non possono permettersi i costi di una costruzione «legale»): essi «votano» nel senso che, insieme ad altri, determinano le maggioranze comunali. Hanno, quindi, un inalienabile strumento di pressione: il voto. E voglio vedere come si comportano, di fronte al fenomeno dell'abusivismo già esistente, i sindaci grillini, a partire dal discusso primo cittadino di Bagheria (Palermo).

Il tema principale, però, «hic et nunc» (qui e ora) è diverso: riguarda l'insoddisfazione generale per le attività di sgombro macerie, di approntamento di alloggi provvisori (che altro non sono che le baracche dei vecchi terremoti), di ricostruzione del patrimonio pubblico. Qui non si possono tacere colpe e responsabilità: la prima è di Mario Monti e del suo governo che, dopo gli scandali (veri e presunti) della Protezione civile ne hanno modificato la legge istitutiva, rendendola, di fatto, impotente. Insomma, invece di rimuovere i discussi vertici, si è sfasciata la macchina che funzionava. La seconda è del governo Renzi (e, in esso, del ministro Delrio) che ha «regalato» agli italiani un Codice degli appalti, in parte sbagliato, in parte inapplicabile, con effetti devastanti sugli affidamenti, per esempio, dei lavori di sgombro macerie. La terza, sempre del governo Renzi, è la confusione istituzionale determinata dalla nomina di un Commissario (il «quadro» Pci emiliano, Vasco Errani) che s'è sovrapposto ai poteri delle regioni e dei comuni.

Non c'è pace per l'Italia ballerina. E non solo per i movimenti tellurici e le frane, ma soprattutto per una classe dirigente (complessiva, non esenti i 5Stelle) incapace di affrontare le responsabilità che il governo di un paese grande come il nostro pretende.

© Riproduzione riservata

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata