Al Pd serve più Europa. Lo dice anche parte del Pd

Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 6 ottobre 2017 da www.ilfoglio.it

Al direttore - La ringrazio per la rilevanza che avete opportunamente dato al discorso di Macron. Rileggendo l’Appello che ho lanciato nel febbraio scorso con Amato, Bertoncini, Collignon, Giddens, Guerot e Maduro – e La ringrazio ancora di averne trattato insieme alle altre grandi testate europee – è straordinario osservare la sintonia di proposte e addirittura di lessico con quelli utilizzati da Macron. In termini storici il discorso di Macron è paragonabile solo alla Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950 che ha dato avvio al processo. E’ più esplicito del discorso di Kohl su Maastricht del 1992 rispetto agli obiettivi. Ed è più concreto e propone un percorso chiaro rispetto a quello di Fischer alla Università Humboldt nel 2000, che pure aveva indicato l’obiettivo della federazione europea. Tutte le battute d’arresto nel processo di integrazione sono avvenute in Francia: nel 1954 sulla Difesa e nel 2005 sul Trattato costituzionale. Macron dice chiaramente che serve un’Europa sovrana, cioè che la Francia è pronta a condividere la sovranità su economia, difesa e migranti. Non c’è mai stata nella storia del processo una simile disponibilità francese. Questo apre una finestra di opportunità straordinaria, che purtroppo rischia di chiudersi con le elezioni italiane, se saremo senza un governo o con un governo antieuropeo. I prossimi mesi saranno cruciali per l’Italia e per l’Europa.

Prof. Roberto Castaldi

C’è un’iniziativa importante che potrebbe essere messa in campo oggi quando si riunirà la direzione del Pd: discutere di Europa non in modo retorico ma mettendo in agenda alcuni fatti concreti. Uno di questi potrebbe essere quello che il Foglio suggerisce ormai da una settimana: mettere la bandiera dell’Europa nel simbolo del Pd. Lo suggerisce il Foglio ma ormai lo suggeriscono quasi tutti i pezzi grossi del Pd. Da Veltroni a Fassino. Da Minniti a Franceschini. Da Martina a Orlando. Da Legnini a Sala. Da Zingaretti a Nannicini. E’ il momento giusto. Per essere pienamente alternativi al populismo e festeggiare come si deve i dieci anni di Pd. Se non ora quando?

Commento

NambikwaraNambikwara 06 Ottobre 2017 - 11:11

" Se non ora quando?",il passato non lontano ci suggerisce che questa domanda, usata da molti come a esempio "populismo", e altre consuetudini verbali, sia niente più che una siesta del pensiero sotto il sombrero della noia; tra l'altro l'affermazione non ha portato fortuna a chi l'ha utilizzata. Ancora, l'affermazione suggerisce un tempo: "ora" non è il tempo dei belletti delle stelle, all'Italia ( così come per l'Europa) servono pochi programmi seri, al contrario le stelle ci stanno a guardare (vedi la "Marcia per l'Europa"dove lo show must go on, ovvero "March for Europe chic... or what to wear"?A cura del suo interlocutore che assomiglia ai girotondi senza l'inglese o a scelta "mi si nota di più se vengo..":quanto a Macron,pur in una ottica europea in astratto,i fatti pratici,politici e tecnologici con l'Italia,fanno riaffiorare una realtà dei tempi:la tecnologia è più forte della politica,essa è un destino mentre Napoleone credeva che il destino fosse la politica (la Francia).

 

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