Quando è ok il voto segreto? Rifugio dei deboli

… Una democrazia che si rispetta non ammette il voto segreto tranne per le questioni personali”

Lettere Direttore 13 Ottobre 2017 alle 06:12 da www.ilfoglio.it

Al direttore - “Il voto segreto è il rifugio dei deboli, dei senza carattere, degli indisciplinati interiori che al di fuori fanno i conformisti senza dignità… Una democrazia che si rispetta non ammette il voto segreto tranne per le questioni personali” (Luigi Sturzo, “Pensieri liberali”, Armando editore, 2000). Facendo un’analisi dei costi e benefici, non so se il ricorso alla fiducia per il Rosatellum sia stata una mossa brillante. Sono però convinto che la vera anomalia italiana sia costituita dall’abuso del voto segreto, più che del voto di fiducia. Beninteso, il fenomeno dei “franchi tiratori” è sempre esistito. Solo che ha cambiato natura.  Da espressione di piccole vendette personali, è diventato un’arma per far naufragare maggioranze e progetti di governo. E’ qui in discussione quel coraggio di manifestare pubblicamente la propria opinione che conferisce nobiltà alla politica: “[…] Io non voglio entrare nel merito dell’ammissibilità o meno di questo mezzo di votazione alla Camera. Però mi ripugna che si faccia richiamo, niente meno che nel testo costituzionale, a questo sistema particolare di votazione del quale si possono dire due cose: da un lato tende ad incoraggiare i deputati meno vigorosi nell’affermazione delle loro idee e dall’altro tende a sottrarre i deputati alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte al corpo elettorale, per quanto hanno sostenuto e deciso nell’esercizio del loro mandato” (Aldo Moro, Assemblea costituente, seduta del 14 ottobre 1947).

Michele Magno

Quando si parla di abuso del voto segreto bisogna però fare attenzione. Ad abolire il voto segreto, nel 1939, fu il regime fascista, con la legge che istituì la Camera dei fasci e delle corporazioni, e di per sé il voto segreto (che non a caso, ops, Beppe Grillo vorrebbe abolire) è uno strumento prezioso che garantisce la libertà di un parlamentare, per poter esercitare le sue funzioni senza vincolo di mandato. Oggi, dopo la riforma Spadolini del 1988, il voto segreto, reintrodotto con la Costituzione che impone ai parlamentari e ai senatori di votare obbligatoriamente in modo palese solo quando si tratta di votare la sfiducia o la fiducia a un governo, non è più così abusato ma ci sono ancora delle situazioni in cui l’abuso esiste. Una di queste, oggettivamente, è la legge elettorale, il cui voto può essere segreto alla Camera ma non lo può essere al Senato (viva il bicameralismo perfetto). La ragione per cui sulla legge elettorale, alla Camera, è consentito il voto segreto è legata al fatto che finora è stata considerata materia inscrivibile nei “problemi di coscienza” quella che in realtà è la più politica delle scelte parlamentari: il voto sulla legge elettorale. La fiducia è certamente una forzatura, sulla legge elettorale, ma la vera anomalia non è la fiducia: è non aver ancora rivisto quei regolamenti che permettono di votare in modo segreto quando in ballo c’è una scelta di natura squisitamente politica. Chiedere di non mettere la fiducia sulla legge elettorale più avere senso solo chiedendo contestualmente l’abrogazione del voto segreto su temi come la legge elettorale. La soluzione c’è e tra l’altro è stata depositata in un progetto di riforma del regolamento della Camera il 14 ottobre del 2014. Chiamateli se volete appunti per la prossima legislatura.

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