Al Pd adesso conviene andare a votare il più tardi possibile

La candidatura di Nuccio Fava non è risultata competitiva con quella del Pd e questo probabilmente spingerà l'area bersaniana ad accettare un'alleanza «competitiva» con il Pd renziano

 di Sergio Soave, 8.11.2017 da www.italiaoggi.it

Come previsto, l'esito del voto siciliano, assai avaro per il candidato del Pd (mentre nel voto di lista il partito di Matteo Renzi ha sostanzialmente tenuto), ha innestato una spirale di operazioni politiche già preordinate, soprattutto a sinistra. La candidatura di Nuccio Fava non è risultata competitiva con quella del Pd e questo probabilmente spingerà l'area bersaniana ad accettare un'alleanza «competitiva» con il Pd renziano, replicando lo schema del centrodestra: ognuno presenta il suo «capopartito» nel proporzionale, si fa una distribuzione concordata dei candidati nell'uninominale e dopo il risultato si decide, nel caso sia positivo, a decidere a chi tocca l'incarico di formare un governo.

Questa era la logica della nuova legge elettorale e mentre Silvio Berlusconi lo ha capito subito, a sinistra ci arriveranno, se ci arriveranno, in ritardo. La questione della collocazione nella coalizione di Angelino Alfano, che era stata la pietra dello scandalo, o il pretesto, per la divisione in Sicilia, ora perde di importanza, visto che una formazione che non raggiunge il 5 per cento nella terra del leader difficilmente supererà lo sbarramento a livello nazionale.

I grillini vantano una «vittoria morale», che è un sinonimo di sconfitta elettorale, ma se si guarda ai voti di lista si nota che il loro successo non è affatto squillante. Molti insistono a denunciare le contraddizioni che esistono nello schieramento vincitore, quello di centrodestra. È giusto sottolineare che tematiche come la moneta, la collocazione europea e le scelte in politica economica, secondarie in elezioni regionali, diventano cruciali per un governo nazionale. Tuttavia un governo italiano fa quel che può, visti i vincoli oggettivi e istituzionali, e che dentro questo ristretto margine di manovra, alla fine il realismo prevarrà sulla retorica identitaria e sovranista.

Dunque il voto siciliano non ha cambiato nulla? L'esito ha confermato le attese dei sondaggi, ma ora non ci sono altri appuntamenti prima del voto politico, quindi i tatticismi hanno poco spazio, le coalizioni esistenti o potenziali devono passare dalla schermaglia interna alla costruzione di assetti più stabili che le rendano competitive. Quando si voterà, e ora conviene soprattutto al Pd che sia il più tardi possibile, quindi più a maggio che a marzo, le offerte politiche dovranno essere ben definite e questo oggi è un problema più complesso nel centrosinistra che nel centrodestra. Ma era così anche prima del voto siciliano, che però ha fatto capire ai contendenti che non c'è più tempo per polemiche reciprocamente distruttive tra futuri alleati obbligati.

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