Centrosinistra, il Pd si affida anche a Fassino per le mediazioni: sì a primarie di coalizione. Mdp frena

"Prenderò contatti con i diversi esponenti nel campo del centrosinistra e avvierò un giro di colloqui",

14.11.2017 da www.italiaoggi.it

Tra coloro che saranno chiamati a mediare per portare a acasa il risultato di una alleanza in vista delle imminenti elezioni c'è anche Piero Fassino che non esclude primarie di coalizione: "Non siamo preclusi a nessuna proposta", ha affermato in un'intervista alla Stampa, "si tratta di discutere sia i punti programmatici, sia di assetto di un'eventuale coalizione".     "II voto siciliano rende evidente che andare divisi significa essere meno credibili: noi invece vogliamo creare un'alleanza inclusiva", ha sottolineato Fassino, "da mesi ci parliamo attraverso i giornali: adesso serve incontrarsi per capire se ci possono essere dei punti di intesa". "Prenderò contatti con i diversi esponenti nel campo del centrosinistra e avvierò un giro di colloqui", ha spiegato l'ex sindaco di Torino, "concordando e condividendo ogni passaggio con gli altri dirigenti del Pd, tutti. Sia con Renzi e la Segreteria, sia con le minoranze interne, e' necessario un lavoro squadra". Sulla richiesta di rivedere il Jobs Act avanzata da Bersani, Fassino ha detto di ritenere che si tratti di una riforma che "ha prodotto dei risultati, creando posti lavoro. Da lì si puo' partire per altre misure per il lavoro, ad esempio per stabilizzare a tempo indeterminato i contratti oggi a tempo determinato". "Così come insieme", ha aggiunto,  "possiamo identificare provvedimenti di welfare con cui rimarginare le ferite sociali che la crisi ci ha consegnato e, oltre al reddito di inclusione, misure per favorire protezione ai settori fragili della societa'. Poi c'è il grande tema dei giovani: mettiamo in campo un grande piano di investimenti su scuola, universita, formazione, lavoro. Tutti temi su cui arrivare a delle proposte comuni". Matteo Renzi dovrebbe rinunciare esplicitamente a una nuova carica di presidente del Consiglio ed escludere future alleanze con Forza Italia. Sono le condizioni, espresse da Enrico Rossi a Radio Capital, che potrebbero permettere di ricucire con i fuoriusciti dal Pd e che hanno dato vita a Mdp-Articolo 1. "Ho letto la mozione che è stata approvata - ha spiegato il presidente della Toscana - contiene molto genericamente tante cose". Il problema, per Rossi, è che "il congresso è stato una conta secondo il modello di partito che è quello di Renzi. È un leader che ha trasformato il partito in un partito personale. Forse sarebbe davvero il caso che facesse il Macron italiano, di lasciare spazio a chi ha idee diverse". "Persino il mite Orlando si è astenuto. Vuol dire che le cose fino in fondo non tornano. Renzi Avrebbe dovuto solennemente dichiarare di fare un passo indietro. Renzi è così divisivo che dovrebbe dire di non considerarsi più candidato alla presidenza del consiglio. Ma un altro punto piuttosto problematico è che dovrebbe escludere un'intesa con Forza Italia dopo le elezioni", ha concluso Rossi. "Mi auguro un Pd inclusivo. La sinistra è specialista nella scissione dell'atomo invece di valorizzare le differenze che possono essere virtuose. Mi sembra incredibile che le persone che siano state insieme fino a poco fa oggi siano divise. Dovrebbero discutere del merito", ha detto, invece, Walter Veltroni a Radio anch'io su Radio1 Rai. "Io spero che i dirigenti capiscano che da soli non si va da nessuna parte. I gruppi dirigenti della sinistra hanno in questo momento una responsabilità storica", ha detto

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