M5s Roma: dopo l'Ottavo e il Terzo Municipio, si sgretola anche il Quinto

Le fronde interne al Movimento dilagano in tutti i municipi romano, e mentre il Terzo minaccia di cadere come l'Ottavo, anche il Quinto si disgrega

19.2.2018 www.affaritaliani.it

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La Roma grillina si sgretola sempre di più. E la disgregazione avviene, come già avvenuto nel Terzo Municipio e nell'Ottavo, dall'interno.

Oggi tocca al Quinto Municipio, che territorialmente inizia da Porta Maggiore per arrivare sino alla cosiddetta borgata Finocchio e a via di Rocca Cencia. "Un territorio immenso, con una “ base grillina” sgretolata" scrive Valentina Lupia sul quotidiano La Repubblica.

In soldoni, nove attivisti pentastellati hanno pubblicato un documento in cui dichiarano di voler “interrompere il rapporto di cooperazione politica con i portavoce del municipio V”.

"Dopo la vittoria elettorale" proseguono gli scontenti, "la presenza dei consiglieri e degli assessori agli info point è venuta drasticamente meno, con qualche isolata eccezione”. L'assemblea del mercoledì che doveva essere un momento di partecipazione e d'incontro tra simpatizzanti, attivisti ed eletti ha visto progressivamente una morìa di partecipanti, numeri sempre più esigui che hanno portato a consecutivi annullamenti dell'evento stesso.

Repubblica fa notare che i destinatari della lettera non sono soltanto il presidente del Quinto Municipio Giovanni Boccuzzi, Marcello De vito e Virginia Raggi, ma anche Roberta Lombardi, candidata presidente di Regione e "capa" del m5s romano, il deputato Massimo Baroni, e i probiviri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro.

Ma la disgregazione dell'attivismo grillino (ora mandato in pensione dall'arrivo di candidati alle elezioni piovuti dall'alto e senza un solo giorno di partecipazione alle iniziative sul territorio, che una volta era requisito fondamentale per la candidatura) non è visibile solo nel Quinto Municipio. L'Ottavo è caduto in disgrazia dopo la fronda interna contro Paolo Pace, ex presidente poi passato a Fratelli d'Italia. Il Terzo, potentato di Roberta Lombardi, ha visto la sua presidente Roberta Capoccioni, ex assistente della Lombardi, sfiduciata dai suoi stessi ex compagni di partito e sul punto di tornare a casa.

E al Dodicesimo, anche la minisindaca Silvia Crescimanno, moglie del consigliere comunale grillino Daniele Diaco (perché nel m5s, gratta gratta, c'è sempre qualche legame parentale fra eletti), è stata disconosciuta dagli stessi attivisti, con il passaggio della consigliera m5s Francesca Grosseto - una delle più attive, votate e popolari - a Fratelli D'Italia. Nel Tredicesimo Municipio stessa storia: gli attivisti sono sempre meno, e vi sono stati anche qui fughe di ex consiglieri pentastellati verso la compagine di Fratelli d'Italia come nel caso di Isabel Giorgi.

Insomma, il malcontento verso i grillini parte dall'interno, anche se - osservando i sondaggi - pare invece che i consensi restino più o meno stabili. Il 4 marzo sarà la prova del fuoco, e c'è chi è pronto a giurare che a Roma, in caso di delusione elettorale, i transfughi grillini in altre forze politiche aumenteranno esponenzialmente...

Commento

Lago. Volevano creare una Comunità animata dagli stessi valori e obiettivi e ora si trovano a dover fare i conti con gli interessi e ambizioni dei vari gruppi sottogruppi personali dei “leaders” come ogni altro partito.

I soldi fanno l’uomo ladro anche per loro che pochi ne hanno visto nella loro vita.

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