Governo.Cari amici governisti, non mi avete convinto

Un esecutivo istituzionale è, a parer mio, la cosa peggiore che possiamo augurare a questo Paese.

PEPPINO CALDAROLA 20.4.2018 www.lettera43.it

Sono sempre convinto che Salvini e Di Maio abbiano l'accordo in testa e in tasca. I due fingono di litigare ma sembrano gemelli. Hanno un interesse comune, portare a casa un governo perché la soluzione istituzionale sarebbe una sconfitta per entrambi. Quello che rischia di più è Di Maio, che se fallisce la resistibile ascesa verso Palazzo Chigi ha finito la festa. Salvini è quello che deve dare di più perchè deve tradire "almeno un po'" Berlusconi.

SI ATTENDE IL COLPO DI SCENA. Può darsi che i due fidanzatini non riescano a convincere le rispettive famiglie a fare il matrimonio e così siano costretti a lasciarsi, può darsi invece che in qualsiasi momento vi sia il colpo di scena, come quello che giubilò Paolo Romani dalla corsa per la presidenza del Senato. E che ci sia con ministri visibilmente di area Forza Italia e con Salvini al ministero dell' Interno e vice-premier.

Mattarella sta giocando bene le sue carte. È del tutto evidente che li vuole portare al governo istituzionale e che per raggiungere questo obiettivo, lui uomo pacifico, deve provocare una guerra fra di loro. Il governo istituzionale è, a parer mio, la cosa peggiore che possiamo augurare a questo Paese, perchè sarebbe un governo ricattato che aumenterebbe i voti dei cosiddetti populisti. Tutti quelli che si sono sgolati per spingere il Pd all'incontro devono prendere atto delle seguenti cose.

L'ABBAGLIO DI UN ACCORDO M5S-PD. La prima è che la timida apertura di Martina è stata a dir poco ignorata. Il Pd è nettamente il secondo forno. La seconda è che un governo Pd-5 Stelle darebbe a Salvini un vantaggio, nella futura campagna elettorale, incolmabile. Infine, che si abbatterebbe sul Partito democratico ogni responsabilità dei fallimenti di questo Di Maio che assomiglia terribilmente alla signora Raggi. È un terribile abbaglio.

Provate a immaginare se in queste settimane il Pd fosse impegnato in una operazione verità con se stesso con una partecipazione di centinaia di migliaia di persone in un congresso davanti al popolo di sinistra (altro che la futura Leopolda scissionista di ottobre). Provate a immaginare che alla fine di questo percorso possa venir fuori una strategia non accomodante con il potere (Di Maio e Salvini stanno bene ai potenti), e che a partire da questi due fatti (mobilitazione e contenuti) sfidi i vincitori al confronto. Sarebbe questo il viatico di una prossima buona campagna elettorale.

BISOGNA SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE. Provate a immaginare invece un governo di tutti o Pd-5 Stelle con Franceschini e Minniti con Di Maio. Persi alcuni milioni di voti ancora, non per colpa di Dario e di Marco ma perché non si può fare i ministri per sempre. Posso capire chi teme più che l'auto-emarginazione politica avvantaggi l'idea di una sinistra del "tanto peggio tanto meglio" ma quando in illo tempore ci si trovò di fronte a un governo chiaramente svoltato a destra con Scelba e Saragat alla guida, e a quei tempi venne chiamato 'governo Ss' con una certa esagerazione propagandistica, nessuno pensò che stare all'opposizione fosse una rinuncia. Fu chiaro a tutti che era un dovere.

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