Grillo vuole salvare i lavoratori dell'Ilva con il reddito di cittadinanza

"Non si parla di chiusura ma di riconversione", dice il guru del M5s. Nel futuro di Taranto ci saranno "energie rinnovabili e un centro per le batterie"

di Redazione 7 Giugno 2018 www.ilfoglio.it

"Nessuno ha mai pensato di chiudere Ilva". Con un post sul suo blog Beppe Grillo prova a chiarire l'altalenante linea del Movimento 5 stelle sul futuro dell'acciaieria di Taranto, spiegando che nei piani è prevista "una riconversione" che tutelerà l'occupazione dei lavoratori "nella bonifica e ristrutturazione del sito". Come? "Con il reddito di cittadinanza – dice il guru dei 5 stelle – e con i fondi che ci sono in Europa". "Forse voi non lo sapete ma ci sono circa 2,2 miliardi di euro in un fondo finanziato dalle imprese del carbone e dell'acciaio per le bonifiche e il prepensionamento dei lavori usuranti". Un messaggio rivolto soprattutto a quegli operai tarantini che in massa hanno votato M5s alle scorse elezioni, ritrovandosi poi a fare i conti con i messaggi incerti del nuovo esecutivo.

    

Nei piani del M5s il futuro di Taranto dovrà seguire l'esempio del bacino della Rhur, l'area industriale tedesca bonificata in dieci anni, dove "gli stessi minatori che lavoravano lì oggi sono guide turistiche, fanno un milione di visitatori l'anno e hanno dato lavoro a diecimila persone". Un progetto che per Grillo può essere realizzato anche in Puglia, riunendo intorno a un tavolo "ingegneri, architetti, sociologi, ambientalisti e cittadini", chiamati a costruire la visione di "come sarà l'energia nel futuro". Al posto dell'acciaieria, "il golfo più bello d'Italia" potrà ospitare "tecnologie per le energie rinnovabili e un centro per le batterie, che in Europa non c'è, visto che la mobilità andrà verso l'elettrificazione".

Nessun accenno, nel discorso di Grillo, ad ArcelorMittal, che dal primo luglio dovrebbe prendere possesso degli stabilimenti Ilva per produrre acciaio. Oggi i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno inviato una lettera a Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, per chiedere un incontro urgente sulla vertenza ancora aperta.

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