Fermi tutti: il discorso di Giuseppe Conte su Dostoevskij è stato ispirato dal Primato Nazionale?

La rivista sovranista riporta un passaggio in cui si cita proprio il discorso dello scrittore russo su Pushkin, lo stesso citato da Conte nel suo discorso. Un caso? Una coincidenza?

di LinkPop, 9.6.2018 www.linkiesta.it

Negli ultimi giorni sono tutti pazzi per Dostoevskij. Lo ha citato, per esempio, il presidente del consiglio Giuseppe Conte nel discorso sul programma di governo – e ha suscitato il panico (oddio, come si scrive?) in un’aula abituata a Gigliola Cinquetti (Renzi) o agli 883 (ancora Renzi). Il brano in questione, poi, era un passaggio in cui lo scrittore russo commentava il pensiero di un altro scrittore russo, cioè Aleksandr Pushkin. Davvero troppo. Come è possibile che i Cinque Stelle abbiano prodotto un presidente del Consiglio così colto?

Niente paura: la spiegazione è semplicissima. Conte ha copiato. Secondo The Atlantic (riportato da un barricadiero Giornale), la fonte non sarebbero serie letture serali sui testi russi, bensì un discorso tenuto, pochi giorni prima, dal presidente francese Emmanuel Macron, in occasione di un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. In quel caso citare Dostoevskij, nella prospettiva di un rapporto amichevole tra i due Stati, aveva un senso. Ma perché citarlo anche al Parlamento italiano?

La verità è che forse la vera fonte non è nemmeno Macron. Ma una pubblicazione italiana, anzi italianissima: il Primato Nazionale, rivista polisettimanale di destra (si può dire estrema?), vicina a Casapound e carica di firme illustri a sostegno di un pensiero molto schierato (si può dire neo-fascista?). Prima sito di riferimento dei movimenti sovranisti italiani, poi anche pubblicazione cartacea. Il passo incriminato sarebbe questo:

“Populismo, nella sua pura semplicità, consiste proprio in questo: sapere ascoltare la voce del popolo, comprenderne il linguaggio e le ragioni profonde

Così si scrive sul quotidiano, così invece riporta Giuseppe Conte: “se populismo è l'attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente, se anti-sistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni”. Il senso è quello, la fonte è la stessa, la tempistica è impressionante. Qualcuno ha copiato? Qualcuno si è ispirato? Se fosse così, colpirebbe molto che il presidente del Consiglio, in quota Cinque Stelle, faccia riferimenti a riviste di destra estrema (si può dire estrema?).

Ma pazienza: del resto le idee vagano, viaggiano e vivono di vita propria. E partono dai russi per finire a Giuseppe Conte, passando per Casapound. Altre partono da Gigliola Cinquetti e finiscono in minoranza al Senato. Le premesse sono queste, le conclusioni chi le sa.

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