FACT-CHECKING

Tra Salvini e Pagliaro nessuno ci azzecca sui profughi

27.06.18 Chiara Giannetto e Lorenzo Sala www. lavoce.info

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Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Matteo Salvini e del giornalista Paolo Pagliaro sui richiedenti asilo in Italia e in Francia.

Il tema immigrazione scatena numerose polemiche in Europa. Gli imponenti flussi migratori degli ultimi anni hanno reso necessaria una discussione in merito alla revisione del regolamento di Dublino che garantisca una gestione più equa e solidale dei richiedenti asilo.

È contro la Francia che, dopo il caso Aquarius, il governo italiano ha puntato il dito, lamentando il suo disinteresse nei confronti dei migranti e lo stato di isolamento in cui l’Italia si ritrova a gestire i flussi migratori.

A Otto e mezzo su La7 il neo ministro degli Interni Matteo Salvini ha quindi dichiarato:

“La Francia ospita come richiedenti asilo meno della metà dei richiedenti asilo che ospita l’Italia”.

Dall’altra parte c’è chi, come il giornalista Paolo Pagliaro, sostiene che la Francia, come molti altri paesi europei, contribuisca più dell’Italia a soddisfare la domanda di accoglienza dei rifugiati. Nel Punto di Paolo Pagliaro dello stesso giorno è stato quindi sostenuto questo:

“Nel 2017 l’Italia ha accolto 580 richieste di asilo ogni milione di abitanti, mentre la Germania ne ha accolte sette volte tanti. Sempre in rapporto alla popolazione, hanno accolto più richiedenti asilo di noi anche Francia, Finlandia, Norvegia, Grecia, Belgio, Cipro, Svizzera, Malta, Lussemburgo, Svezia e Austria”

Le due affermazioni sono differenti, in quanto da una parte si rivendica il maggior numero di richiedenti asilo ospitati, dall’altra la minor quantità di richieste di asilo con esito positivo (che producono la concessione di status di rifugiato, protezione umanitaria e sussidiaria). Tuttavia, entrambe si riferiscono al confronto Italia-Francia sulla questione migranti: chi sostiene il maggior sforzo in termini di accoglienza?

Quanti richiedenti asilo ospitiamo?

Quantificare il fenomeno dell’accoglienza in un dato paese non è mai facile. A seconda che ci si concentri sul numero totale dei rifugiati, il numero di domande annuali ricevute o quello di richieste di asilo pendenti, gli scenari che si presentano possono essere anche molto diversi.

Guardando al numero di domande ricevute annualmente, secondo i dati del ministero degli Interni relativi al 2017, l’Italia ha ricevuto 130.119 nuove richieste di asilo. Nello stesso periodo in Francia ne sono state ricevute 100.412. Considerando questo dato, possiamo vedere come le domande ricevute dal nostro paese siano di più ma non il doppio rispetto alla Francia, come dichiara erroneamente Salvini.

D’altra parte, Salvini avrebbe potuto far riferimento al numero di richieste d’asilo in attesa di risposta. Infatti, stando ai dati del report annuale Unhcr, quest’ultimo sarebbe più del doppio in Italia rispetto che in Francia. Tali numeri sono però fortemente influenzati dalla diversa lunghezza delle procedure di evasione delle domande di asilo e quindi difficilmente confrontabili. Si pensi che in Francia il tempo massimo di evasione di una domanda d’asilo è di 11 mesi (ridotto a 6 con la nuova legge sull’immigrazione proposta dal ministro Gérard Collomb e approvata dall’Assemblea nazionale). Al contrario in Italia i tempi medi sono molto più lunghi: secondo il rapporto sulla protezione internazionale in Italia servono più di 18 mesi per ottenere una risposta.

Questo conferma come il totale delle richieste annuali sia effettivamente più adatto a misurare lo sforzo dell’accoglienza di un paese.

E le domande accolte?

Se affermare che la Francia accoglie la metà dei nostri richiedenti asilo è un’esagerazione più che lampante, definire la Francia come paese più virtuoso del nostro per numero di domande accolte è tutt’altro che preciso. Nel Punto di Paolo Pagliaro viene affermato che nel 2017 l’Italia ha accolto, in rapporto alla popolazione, meno richieste d’asilo della Francia. Il dato relativo all’Italia di 580 richieste d’asilo accolte per ogni milione di abitanti risulta pressoché corretto. Infatti, come riportato dal ministero dell’Interno, su un totale di 81.527 domande d’asilo esaminate in Italia nel 2017, 33.873 hanno avuto esito positivo. Mentre in Francia nello stesso periodo su un totale di 89.307 domande d’asilo ne sono state accolte solamente 32.011. La Francia ne ha dunque ha accolte 480 per milione di abitanti; meno di quanto fatto dall’Italia. L’affermazione di Pagliaro è perciò sbagliata se riferita alle richieste accolte nel 2017. Guardando invece allo stock di rifugiati, si nota che ne sono presenti in Francia 337.177, più del doppio rispetto all’Italia, che ne ospita 167.335. Ciò dimostra che su un orizzonte di tempo più lungo i richiedenti asilo accettati dalla Francia sono stati di più che in Italia.

Figura 1 – Domande di asilo ricevute, esaminate e accolte 2017

Vedi sito lavoce

Il verdetto

Salvini gioca coi dati, riferendosi forse al numero di richieste d’asilo pendenti. Tuttavia le nuove richieste d’asilo nel 2017 sono state in Francia più della metà che in Italia. Tale dato risulta più indicativo dei richiedenti asilo che effettivamente ospitiamo. La sua dichiarazione è perciò FALSA.

Pagliaro sembra invece dipingere un’Italia meno virtuosa della Francia per quanto riguarda le richieste d’asilo accettate in rapporto alla popolazione. Sebbene questa affermazione possa essere vera se riferita a anni passati, non è vero che ciò si sia verificato nel 2017, come parrebbe emergere dalle sue parole, che sono perciò PARZIALMENTE FALSE.

Più in generale, il dato più rilevante per confrontare i paesi sull’impegno nell’accoglienza si deve riferire al numero delle persone accolte nella categoria dei rifugiati globalmente intesa, e non a categorie più limitate che confondono solamente le idee del pubblico.

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Paolo Palazzi 29/06/2018 alle 13:16 Rispondi

Sarebbe interessante sapere quali siano le percentuali di richiedenti asilo sui migranti che arrivano. 100% in Italia e Francia? Solo con questo dato, eliminati i rimpatri, si può avere un'idea degli immigrati clandestini presenti nei due paesi.

Nicolò Scarpat 28/06/2018 alle 20:20 Rispondi

Il dato di Pagliaro è corretto: si basa sui dati Eurostat (http://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/8817675/3-19042018-AP-EN.pdf/748e8fae-2cfb-4e75-a388-f06f6ce8ff58), secondo cui nel 2017 l'Italia ha accolto positivamente 35.130 richieste d'asilo (580 ogni milione di abitanti), mentre la Francia ne ha accolte 40.575 (605 ogni milione). La differenza rispetto ai dati dei Ministeri dell'Interno italiano e francese citati nell'articolo è in piccola parte dovuta a una leggera discrepanza tra i dati delle richieste accolte in prima istanza pubblicati dai Ministeri e quelli comunicati ad Eurostat, ma soprattutto al fatto che la Francia ha accolto 5.000 richieste in più dell'Italia in appello. Che io sappia il Governo italiano non pubblica dati sulle richieste accolte in appello (dai tribunali) e fino all'anno scorso non li comunicava nemmeno a Eurostat, quindi può darsi che siano anche di più. Aggiungo che nella sua risposta Salvini ripete la falsità secondo cui i "rifugiati veri" sono il 7%, quando, come si può vedere sempre dai dati Eurostat, il tasso di riconoscimento delle richieste di asilo in prima istanza è del 41%, ma Salvini arbitrariamente esclude le richieste accolte positivamente col riconoscimento della protezione sussidiaria o umanitaria.

Savino 28/06/2018 alle 11:10 Rispondi

Direi falso problema. Il fenomeno migratorio è qualcosa di molto più ampio della semplice richiesta d'asilo. Non è di diritti cvili che si tratta, ma di fame e miseria. E finchè ci saranno italiani di razza bianca pronti a sfruttare e speculare e finchè il Paese di primo sbarco sarà un posto di illegalità cronica da cattivo esempio, il fenomeno epocale sarà sempre (mal)visto come questione di ordine pubblico. Io mi preoccuperei di più del cattivo esempio che danno gli italiani di razza bianca, piuttosto che farne questioni razziali o battibecchi internazionali o distinzioni tecniche tra ragioni civili ed economiche.

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