POLITICA Furlan, centri per l'impiego inutili se non c'è lavoro

Il segretario generale della Cisl: "Il problema del Def non è il livello del deficit, ma la mancanza degli investimenti necessari per fare crescere il pil e creare lavoro. Tra l'altro, se ci fossero più investimenti e meno sussidi, la manovra diventerebbe accettabile pure per Bruxelles

di redazione Roma9.10.2018 www.italiaoggi.it

"Investire sui centri per l'impiego è molto importante. Ma può rivelarsi inutile se poi non ci sono posti di lavoro da offrire. E questo è il rischio che vogliamo evitare". Lo ha detto al Corriere della Sera la leader della Cisl, Annamaria Furlan, dopo la riunione delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil. I confederali metteranno a punto un documento unitario di proposte al governo in vista della legge di bilancio. Ma prima gli esecutivi unitari nazionali si riuniranno su tutti i territori e assemblee unitarie si faranno in alcuni luoghi lavoro considerati particolarmente rappresentativi. Furlan ha chiarito che "il primo problema" della manovra "non è il livello del deficit, ma quello degli investimenti per fare crescere il pil e creare lavoro. Tra l'altro, se ci fossero più investimenti, la manovra diventerebbe accettabile pure per Bruxelles. La nota di aggiornamento al Def è del tutto generica e contraddittoria rispetto a quello che si intende fare sulle grandi opere. La manovra non dice nulla su Tav, Terzo Valico, Tap, Pedemontana. Il primo cambiamento di rotta che chiediamo è questo". Inoltre, ha aggiunto, c'è "poca attenzione a innovazione e ricerca e ci sono i tagli alla scuola a partire dall'alternanza scuola-lavoro". Sulle misure fiscali, ha messo in evidenza, "oggi l'80% delle entrate fiscali è sulle spalle del lavoro dipendente. I consumi vanno fatti ripartire rendendo più pesanti buste paga e pensioni. Ci aspettiamo che si rimetta in discussione l'Irpef per pensionati e lavoratori, mantenendo la progressività, come dispone la Costituzione". Sul capitolo pensioni, quota 100 è "un buon punto di partenza. Ma serve un correttivo. Bisogna tenere conto che le donne italiane, in particolar modo al sud, ai 38 anni non ci arrivano. Serve un anno di contributi figurativi riconosciuti alle donne per ogni figlio". Quanto al reddito di cittadinanza, "combattere la povertà è una priorità. Ma il lavoro non si crea con sussidi. Va colmato il ritardo su investimenti e infrastrutture, al Sud raggiunge livelli scandalosi. In tutta la Nadef non c'e' una riga sul Sud. Noi chiediamo invece tasse zero per le imprese che assumono giovani nel Mezzogiorno", ha concluso

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