Questa sinistra acefala e senza anima non fa più notizia

Sia i capi storici sia la leva renziana, invece di mettere da parte rancori e divisioni per unirsi in una lotta politica contro questa destra estrema, continuano nella loro egoistica battaglia per l'irrilevanza.

PEPPINO CALDAROLA 25.10.2018 www.lettera43.it

La crisi tra M5s-Lega è una pantomima a cui non credere

Sono due giorni che sfoglio la rassegna stampa della Camera dei deputati e non trovo mai nelle prime pagine dei quotidiani o in altra parte dei giornali titoli sulla sinistra, persino il Manifesto sembra aver abbandonato il tema. Colpa dei giornali? In questi casi si dice di sì, che sono disattenti, che seguono l’onda che va di moda, che dimenticano chi ha perso. Gli ultimi titoli si sono occupati di Marco Minniti che forse scendeva in campo, di Nicola Zingaretti che aveva convocato il primo incontro dei suoi sostenitori, di Matteo Renzi che continua a pensare che fra poco va tutto a posto e si torna come prima. Poi zero carbonella.

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Ho qualche esperienza di giornali. Credo che oggi il capo del servizio politico di uno di essi non accetterebbe una proposta del cronista che si occupa di “sinistra” a meno che non proponga un titolo di rottura. Solo che titolo di rottura si può proporre di una sinistra che è talmente rotta che andrebbe imprigionata in uno scafandro di gesso per ripararla?

Questa mattina (il 25 ottobre, ndr) si parla del Pd solo perché i suoi parlamentari si sono sbagliati a votare a favore di un articolo sulla legge sulla legittima difesa. Si sono sbagliati? Esiste questo concetto in un voto di aula che coinvolge un intero gruppo parlamentare? Non mi ricordo che possa accadere. A questo punto delle due l’una. O qualcuno prende la palla al balzo e si decide a fare una proposta talmente innovativa da costituire un fatto politico dirompente. Oppure desistete. Temo che sarebbe più credibile la seconda risposta.

UNA SINISTRA EGOISTICAMENTE DIVISA

Qui sta accadendo di tutto. L’Italia è in guerra con tutti, ha rovesciato le sue tradizionali alleanze diventando l’alleato più amichevole della Russia di Vladimir Putin, la capitale è fonte di orrori quotidiani. Per tacere d’altro. Uno di noi che si dichiara di destra può dire che non è vero niente, che va tutto bene, che stiamo stanando i cattivi eurocrati, che Virginia Raggi è un amore di sindaca. Ma uno di sinistra che può dire? Può dire che stiamo discutendo, che certo se si levasse davanti agli occhi Renzi, se Minniti e Zingaretti si mettessero d’accordo e altre cosarelle ancora. Roba da far cadere le braccia. Che infatti stanno rapidamente cadendo.

Per fortuna che poi ci sono appuntamenti come quello di sabato 27 ottobre a Roma per difendere una città mai così martoriata in tempo di pace, che ci sono i ragazzi nelle scuole che stanno discutendo del loro avvenire, che ci sono migliaia di persone che fanno quello che ha cercato di fare Mimmo Lucano. Sappiamo che l’ondata nera è profonda e sarà durevole, ma sappiamo anche che vanno colti tutti i momenti in cui essa si affievolisce e perde vigore. Insomma siamo in una situazione in cui ci vorrebbe una bella lotta politica con quelli più forti che fanno ciò che hanno in testa e quelli che sono in minoranza che cercano di contrastare e, come formichine, costruiscono l’avvenire. Ma così come è oggi no. Mi rivolgo ai capi della sinistra storica: è mai possibile che non troviate un punto di accordo, è mai possibile che le vostre divisioni, anche personali, siano più importati delle nostre vite? Mi rivolgo alla leva renziana perché faccia un piccolo esame di verità. Credete davvero che potrete riprendervi il Paese? Come disse quel generalone: la ricreazione è finita. Ma proprio finita.

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