Magari tornassero i tecnici. Ma la frittata è fatta, bisogna mangiarla

Come al solito, diremo poi, l’abbiamo sfangata: rimarremo una democrazia europea. Questi non saltano nel cerchio di fuoco, per fare il fascismo ci vuole una discreta dose di violenza diffusa, e anche un po’ di fantasia per quanto malata

di Giuliano Ferrar4 Novembre 2018 www.ilfoglio.it

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Pare che Renzi abbia confidato a Vespa che alla fine del giro ritornano i tecnici. Non ci credo, ma ne sarei lieto. Non siamo fatti per l’autogoverno. Infatti abbiamo dato il 40 per cento a un Matteo, ora vogliamo dare la stessa percentuale al Matteo opposto, abbiamo respinto una riforma istituzionale che tutti volevano da quarant’anni, poi abbiamo conferito a Toninelli e compagnia un terzo e più del parlamento, siamo capaci di tutto, esperti di niente. Penso con malinconia ai bei tempi di Monti, tienimi-da-conto-Monti, quando la cosiddetta depoliticizzazione della democrazia pre-populista produceva riforme, rimetteva a posto le cose, vecchio sogno di noi comunisti (dico: comunisti) che negli anni Settanta, quando si portavano il partito armato, l’intellettuale militante, e una serie di governi deboli smagliavano il debito e compravano il tempo, producemmo un manifesto rimasto nella storia: “Metti le cose a posto”.

Scherzo. All’autogoverno non c’è alternativa. I sentimenti sono i sentimenti, e nessuno può sindacarli, è noto, ma la ragione dice che la sbornia passerà, ma deve passare seguendo regole di politica democratica e liberale. Confindustria deve scendere in strada con le sue Molotov, per dire. Le famiglie devono capire che Berlusconi era una cuoca al governo, ma con l’assistenza dei migliori cucinieri della Prima Repubblica, e unica finora, la tempesta che l’ha abbattuto fu una reazione di sistema, di cui il primo e il secondo ribaltone furono la prova, e non poteva che generare alla fine, nelle condizioni peggiori e con il contributo protervo di una coscienza nazionale imbizzarrita, un’ondata antisistema. Dal mi consenta al vaffanculo senza passare per il via, come nel gioco del monopoli.

I tecnici poi si sono dimostrati competenti, sotto la sorveglianza di politici di ferro, ma all’atto pratico hanno fatto scelte risibili, compromettendo l’insieme del loro lavoro, che ebbe il pregio di rimettere in piedi un paese prostrato da quasi vent’anni di antiberlusconismo e chiacchiere, ma lasciarono sul campo un intreccio di risentimenti, di rabbie, frustrazioni e paure degno di un’espressione geografica in cui il populismo si faceva erede dell’interclassismo democratico-cristiano. La frittata ora è fatta, bisogna mangiarla un boccone dopo l’altro, e sperare che l’indigestione non ci renda loschi e smaniosi come questa classe dirigente improvvisata, funesta. Come al solito, diremo poi, l’abbiamo sfangata. Niente Bolsonaro, e nemmeno Trump, con il governo Conte, assistente dei suoi vice Giggino e il Truce, e nemmeno Duterte o Putin o Xi o Erdogan: rimarremo una democrazia europea, il nostro destino è Giorgetti, c’è posto perfino per Fico, per i giornali sepolcri imbiancati che capiscono le cose il giorno dopo, ma si adeguano, e alla Rai la solita corsa nei sacchi che non spaventa nessuno. Questi non saltano nel cerchio di fuoco, per fare il fascismo ci vuole una discreta dose di violenza diffusa, ci vuole una guerra mondiale che viene e una che è andata, e anche un po’ di fantasia per quanto malata, il che non esclude che anche loro come Starace guardino un’arancia e dicano soddisfatti: pare che ci siano le vitamine, ma io la mangio lo stesso

Commenti

c.guarnaschelli

05 Novembre 2018 - 11:11

Il paese non è prostrato da 20 anni di antiberlusconismo, ma da 20 anni di berlusconismo aggiunti a 50 anni di DC-PSI-PRI-PSDI-PLI (con molti sbagli del PCI), innestati su secoli di sottocultura della cosa pubblica (i vizi congeniti degli italiani)

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RispondiDBartalesi

04 Novembre 2018 - 18:06

Aleggia di nuovo il fastidioso spettro del fascismo. Non è la prima volta, anzi è cosa ricorrente. Son sett'anni, tra strepiti e invettive, che 'sto spettro dovrebbe tornare e non torna. Ma allora perchè ? La storia non si è mai ripetuta. Non basta. In ogni storia di fantasmi che si rispetti c'è sempre il ritorno di qualcosa di non risolto, di solito un amore finito in delitto e rimasto impunito. Un fantasma che cerca vendetta. Ma noi italiani che abbiamo fatto di male? Fu Mussolini a combinare il disastro, a passare dai metodi spicci alla violenza politica, ad abolire la libertà, a perseguitare gli ebrei, ad entrare in guerra con quel pazzo di Hitler. Fu lui a portare il Paese al disastro, non il popolo itliano. Che poi a conferma lo uccidìse, appese, e vilipase, da morto. Appunto. Di che stupirsi se non riusciamo a liberaci dalla paura che il fascismo torni? Mai fatto i conti con quella brutta passionaccia plebea. E oggi ci ripetiamo. Sarà di nuovo colpa di Salvini.

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RispondiBeresinaBeresina

04 Novembre 2018 - 16:04

io vorrei fa monti, che Ferrara tanto rimpiange, ha lasciato un paese in profonda recessione e che malgrado questo, o forse proprio per questo..., aveva un rapporto debito-pil ulteriormente peggiorato, ben peggio dell'epoca Berlusconi. E' così che ha messo le cose a posto? Il nuovo governo merita tutte le critiche del caso, però oggettivamente suscita critiche apocalittiche da parte dell'Europa perché, si sostiene, rischia di far ulteriormente peggiorare il rapporto debito.pil. può darsi che sia vero, ma parte il fatto che negli anni scorsi tale rapporto ha continuato a peggiorare senza che ciò provocasse le accuse di apocalissi adesso all'ordine del giorno, non si potrebbe quanto meno prendere in parola il governo quando dice che è pronto ad una manovra correttiva se le sue previsioni di crescita non risultassero confermate? A me sembra che ci sia dietro un'operazione di "terrorismo" politico che ha motivi strettamente politici e non economici. Il governo merita critica, però...

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Rispondieleonid

04 Novembre 2018 - 11:11

Sembra che agli italiani piaccia la frittata , e con la pancia piena continuino a ripetersi.:tanto peggio tanto meglio.Io mi auguro che dopo l'indigestione, come lei Ferrara preconizza, la cura sia in grado di rimettere a posto le cose . Che soprattutto la giovane classe politica capisca che oggi non ci possiamo permettre rivoluzioni al buio , e che i buoni sentimenti e propositi nei confronti dei più deboli hanno radici non nell'improvvisazione di ricette emotive , ma nella razionalità di scelte che si prefiggono di far camminare tutta la nazione verso quelli obiettivi di democrazia liberale e solidarietà nazionale ed europea individuati dai nostri padri.Bisogna capire che gli errori del passato in gran parte sono stati fatti in buona fede , perchè conseguenza di compromessi politici volti alla pace civile e alla diffusione di un benessere generale sostenuto da un grosso debito pubblico oggi più difficile da incrementare .La storia dimostra che le punizioni servono a poco.

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