CasaPound e Forza Nuova a confronto

La prima è radicata tra i giovani. La seconda è più nostalgica. Sono le anime nere che si contendono voti e territorio. Una mappa del neofascismo italiano.

FEDERICO GERVASONI, 17.11.2018 www.lettera 43.it

Tra CasaPound e Forza Nuova è in atto un’accesa concorrenza, in Rete e non solo. In ballo c'è la ripartizione del territorio e dei voti dei militanti di estrema destra. Non tantissimi, va detto, visto che le due formazioni neofasciste alle ultime Politiche non sono riuscite ad arrivare alla soglia di sbarramento. Si tratta di uno scontro che affonda le sue radici in differenze ideologiche e organizzative. Forza Nuova è la truppa neofascista più estremista e tradizionale, CasaPound invece incarna l’evoluzione moderna del cameratismo. Il cosiddetto fascismo del Terzo millennio.

LE PRESE DI DISTANZA DI DI STEFANO DA FORZA NUOVA

Che i rapporti tra i due partiti non siano distesi lo si è visto lo scorso 28 ottobre con lo strascico di polemiche dopo la celebrazione nostalgica della marcia su Roma a Predappio Simone Di Stefano, segretario di CasaPound, ha aspramente criticato i membri di Forza Nuova che hanno sfilato nel paese natale di Benito Mussolini con fez e magliette che dileggiavano la shoah, diventate poi un caso politico. «Maledetti pagliacci mascherati che ogni anno andate a Predappio a disonorare i morti con le vostre sguaiate marcette», ha sbottato Di Stefano su Facebook, «e fate a gara con chi si mette la maglietta più imbecille perché siete le scimmie ammaestrate degli antifascisti. Uscisse Mussolini dalla tomba, vi prenderebbe a schiaffi, uno per ogni ragazzo o ragazza caduto combattendo per quell’idea così grande che nel vostro microcervello non riesce e non riuscirà mai ad entrare». Una presa di posizione netta che non dovrebbe stupire più di tanto. CasaPound, infatti, fin dalla sua nascita si è mostrata molto fredda nei confronti del folklore nero. A dicembre 2017, lo stesso Di Stefano aveva addirittura condannato il blitz forzanovista ai danni della redazione di Repubblica.

CASAPOUND E LA GOFFA UMANIZZAZIONE DEL FASCISMO

Accanto ai due partiti politici di ultradestra rispettivamente fondati da Gianluca Iannone e Roberto Fiore, ci sono una quantità di centri culturali, associazioni studentesche, palestre e persino realtà musicali.

Forza Nuova è tradizionalmente improntata sui valori dell’integralismo cattolico, si batte contro gli immigrati (basta ricordare i Banglatour romani) e l’odio verso gli omosessuali. CasaPound è invece laica e si concentra sul sostegno agli italiani. Ma andiamo con ordine.

La realtà della tartaruga frecciata nasce nel 2003 dall’occupazione di uno stabile a Roma e oggi è presente in tutta Italia, da Nord a Sud. Oltre 110 sedi aperte, librerie, pub, una web radio e 20 mila tesserati. Molto radicata nelle scuole superiori e nelle università (Blocco studentesco), ha sviluppato appunto una serie di associazioni no profit che operano in diversi ambiti sociali. Addirittura, un anno fa, a Trenzano in provincia di Brescia, l’allora primo cittadino Andrea Bianchi decise di aderire pubblicamente al movimento, diventando così il primo sindaco dichiaratamente fascista. CasaPound coinvolge sia giovani sia persone di una certa età. La sua narrazione è costituita dal goffo tentativo di accreditare un’idea di fascismo più umana, il militante è colui che di giorno distribuisce pacchi alimentari a famiglie rigorosamente italiane in difficoltà e di sera mena gli avversari politici.

I NUOVI FEUDI DEL PARTITO NERO

Ci sono città che cavalcando il malcontento comune improvvisamente si sono scoperte dei nuovi feudi del partito nero. Per esempio, il vero boom si è registrato nel 2017 a Lucca, che ha ottenuto con CasaPound quasi l’8% dei voti e un consiglieri eletto, Fabio Barsanti. In passato, l’inaspettato successo nero è esploso anche a Bolzano. A maggio 2016 si rivotò e CasaPound toccò il 6,2%, riuscendo a eleggere tre consiglieri su 45. Tuttavia, a dispetto delle esibizioni in piazza e dei numerosi slogan nostalgici la tartaruga frecciata non è riuscita a entrare in parlamento. Anzi, si è fermata ben sotto la soglia, allo 0,9% (280 mila voti) contro lo 0,3% dei forzanovisti (119 mila voti). Il fallimento dell’estrema destra ha inoltre fatto parlare anche Brescia, dove alle ultime elezioni Amministrative di giugno si sono presentate ben tre liste diverse e il risultato complessivo si è rivelato un autentico flop. Nella città della strage nera di Piazza della Loggia (otto morti e 102 feriti il 28 maggio 1974), i rapporti tra CasaPound e Forza Nuova non sono mai stati idilliaci. Andrea Boscolo, ex leader del movimento che fa capo a Fiore, si è staccato per diventare da due anni il volto di Brescia ai Bresciani, serbatoio di raccolta consensi per l’estrema destra in città e provincia.

Divisi dunque negli ideali e persino nei cortei. Seppur anagraficamente più longevo, Forza Nuova, partito politico fondato nel 1997 da Roberto Fiore (ex Terza Posizione), ha una rete di associazioni decisamente meno ramificata rispetto ai cugini di CasaPound. E in termini di militanti e percentuali di voti è dunque nettamente inferiore. Come CasaPound anche i forzanovisti si inseriscono nelle periferie disagiate, svolgono le ronde notturne e sfogano il loro odio verso gli immigrati. Nostalgici delle SS, sono picchiatori e frequentatori di curve. Questo potente mix riassume bene l’identikit di provenienza di una buona fetta dei candidati appartenenti a Forza Nuova. Personaggi che vogliono a tutti i costi tenere intatta l’immagine dei duri e puri che si ribellano al sistema. Elemento chiave è Luca Castellini, responsabile nel Nord Italia. Noto ultrà dell’Hellas Verona, finì nella bufera quando due estati fa ringraziò pubblicamente Adolf Hitler in occasione della promozione degli scaligeri in Serie A. Diversamente da CasaPound che per lo meno cerca di legittimarsi attraverso il confronto pubblico, Forza Nuova mantiene le distanze da giornalisti e salotti televisivi, conservando dunque un’identità lontana da quella del prototipo di politico comune.

UNA GALASSIA DI SIGLE E MOVIMENTI

Accanto ai due movimenti neri più in evidenza ci sono poi una miriade di partitini e altre realtà estremiste sparse per tutto lo Stivale. Nonostante siano in vigore la legge Scelba e la legge Mancino, esiste da anni il Movimento Fascismo e Libertà. A Mura, minuscolo comune bresciano, sono stati eletti tre consiglieri dichiaratamente neofascisti. Che dire poi, della rinascita di Avanguardia Nazionale, l’organizzazione nera e golpista, ricostituitasi da alcuni anni a Brescia, Roma e Trieste. Dirigenti, slogan e simboli sono gli stessi di un tempo. Compresa la temibile e inquietante Runa di Opalan. Non solo ricordi ma il progetto del ritorno di una sigla, sciolta per decreto nel 1976 con l’accusa di progettare la ricostituzione del partito fascista. L’universo dei camerati 3.0 si compone anche di Generazione Identitaria a Milano, Manipolo d’Avanguardia a Bergamo e gli Hammerskin. Questi ultimi sono il gruppo di skinheads maggiormente organizzato e violento. Il loro simbolo sono i due martelli incrociati e concentrano il credo nella supremazia della razza bianca. Preoccupa molto anche la Comunità Militante dei Dodici Raggi (qui la storia in www.lettera43.it) che di chiara ispirazione neonazista, opera prevalentemente nel Varesotto. Teste rasate e pura filosofia squadrista sono alla base del Veneto Fronte Skinhead (qui la radiografia dell'associazione www.lettera43.it), il gruppo fuoriuscito dall’area più facinorosa del tifo veronese e che da diversi anni ha raccolto militanti in altre regioni. A Brescia, per esempio ha trovato proselitismi nella Brigata Leonessa, frangia di naziskin che il 28 settembre scorso si è resa responsabile di un’aggressione ai danni di un gruppo di giovani fuori da una birreria in centro. In un Paese riscopertosi tristemente fascista, l’educazione all’odio è l’aspetto più preoccupante di tutta questa rincorsa nera.

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