Così Mattarella parla al Paese e manda un messaggio (forte) al governo

No all'intolleranza e sull'economia non si fanno miracoli...

Stefano Vespa 31.12.2018 www.formiche.net

Così Mattarella parla al Paese e manda un messaggio (forte) al governo

Stefano Vespa analizza per Formiche.net il discorso di fine anno pronunciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. No all'intolleranza e sull'economia non si fanno miracoli...

Il messaggio è forte, i destinatari pure. Nel discorso di fine anno il presidente della Repubblica non ha usato giri di parole indirizzando al governo parole chiare su come la pensa riguardo a comportamenti, a scelte e a responsabilità per i prossimi mesi. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è il primo destinatario, uno dei tanti che “vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana”, contrapposto al messaggio presidenziale che fin da Luigi Einaudi “non è un rito formale”. Sergio Mattarella, come in altre occasioni, si è fatto portavoce degli italiani incontrati nei suoi viaggi le cui parole ha interpretato come “bisogno di unità”: un appello a non dividersi, dunque, a pensarsi in un futuro comune, a sentirsi responsabili.

I toni aspri degli ultimi mesi in tanti campi, compresa la politica, hanno fatto dire al presidente di dover “rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore” anticipando le obiezioni di chi vuole solo la sicurezza, concetto che Mattarella interpreta come un ambiente “in cui tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune”. Sicurezza come lotta alle mafie e come aiuto alle periferie urbane dove “il degrado favorisce il diffondersi della criminalità”, dove qualche volta le istituzioni sono assenti e si creano inammissibili zone franche che fanno sentire i cittadini deboli e indifesi. Mattarella non li ha citati, ma sono stati parecchi i casi di cronaca che hanno colpito l’opinione pubblica, da Macerata al quartiere San Lorenzo di Roma con la morte di due giovanissime ragazze. Ma sicurezza è anche lavoro, istruzione, opportunità per i giovani e attenzione per gli anziani.

Netto l’attacco alla tassa sul volontariato (che il governo ha promesso di correggere nelle prossime settimane): vanno evitate “tasse sulla bontà”, uno slogan che avrà successo, un omaggio ai volontari che danno conforto negli ospedali e intervengono nelle calamità e al Terzo settore, al No profit che rappresentano “una rete preziosa di solidarietà”: quella che il presidente chiama “l’Italia che ricuce” merita maggiore sostegno perché spesso sostituisce le istituzioni, altro che tasse.

Le difficoltà non vanno nascoste, anzi, e un altro messaggio al governo sta nell’assenza di “ricette miracolistiche” di fronte alla mancanza di lavoro, all’alto debito pubblico che “penalizza lo Stato e i cittadini” ponendo una “pesante ipoteca sul futuro dei giovani”. Citare poi “le carenze e il deterioramento delle infrastrutture, le ferite del nostro territorio” è un evidente richiamo al Movimento 5 stelle ideologicamente contrario a opere indispensabili in una nazione moderna. Nessuna ricetta miracolistica, dunque, bensì solo “un lavoro approfondito, che richiede competenza e che costa fatica e impegno”.

Le modalità di approvazione della legge di Bilancio non potevano non essere criticate: in poche ore, senza dibattito parlamentare, va considerata un’eccezione negativa. È stata evitata la procedura di infrazione, ma “la grande compressione dell’esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un’attenta verifica dei contenuti del provvedimento. Mi auguro – vivamente – che il Parlamento, il governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto”.

Se da un lato la commissione europea terrà d’occhio le misure adottate, dall’altro l’appuntamento delle elezioni europee del prossimo maggio è l’occasione per ricordare il giovane giornalista Antonio Megalizzi morto nell’attentato di Strasburgo e, quindi, per sottolineare l’importanza di un’Europa “con meno confini e più giustizia”, augurandosi proprio per questo che “la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l’occasione di un serio confronto sul futuro dell’Europa”.

Non è mancato il consueto apprezzamento per le forze dell’ordine e le forze armate. Dai Carabinieri chiamati la notte di Natale da una novantenne che si sentiva sola a tutte le altre “divise” che rappresentano un “patrimonio da salvaguardare perché appartiene a tutti i cittadini” e ai militari che “in Patria e all’estero svolgono un impegno che rende onore all’Italia”. Importante il passaggio nel quale Mattarella sottolinea che “La loro funzione non può essere snaturata, destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione”: chiaro riferimento alla linea politica del Movimento 5 stelle che intende utilizzare le Forze armate quasi esclusivamente in funzione “duale”, cioè molto più civile che militare.

Un pensiero ai terremotati del Centro Italia, agli sfollati di Genova e della zona dell’Etna, ai cinque milioni di immigrati che “vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport nel nostro Paese” (unico rifermento all’immigrazione), a Papa Francesco. E ancora l’obbligo di tutelare lo Stato sociale, la salute, la previdenza così come, su tutt’altro versante, l’obbligo di stroncare la violenza nello sport e quegli “estremisti travestiti da tifosi” in azione l’ultima volta prima della recente partita Inter-Napoli.

Un discorso più ampio e dettagliato dello scorso anno, con appelli ad abbassare i toni, a essere realisti, a esaltare le risorse dell’Italia, a non nascondere le difficoltà. Un discorso che forse non piacerà al governo e che “lancia” una stagione elettorale oggi imprevedibile. Forse, un’altra “pagina bianca” come quella che Mattarella citò un anno fa.

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