Barbari Foglianti. Omaggio a un grande maestro di vita, Gianfranco Miglio

Gli insegnamenti su federalismo e macroregioni

di Roberto Maroni 11 Gennaio 2019 www,ilfoglio.it

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Centouno anni fa, oggi, nasceva Gianfranco Miglio. Questi Barbari sono dedicati a lui e al suo pensiero, che ancora vive in noi. Federalismo: “La vocazione del nostro tempo per il federalismo si rivela come tendenza verso un modello di gran lunga più generale, contraddistinto dalla relatività dei vincoli politici sia per la quantità delle competenze sia per la durata nel tempo. “Contratti” a termine regolano la dimensione delle convivenze istituzionali – non solo territoriali – e il loro inserimento nelle strutture più ampie, egualmente volontarie, pattizie e temporanee”. Macroregioni: “Dal confine alpino al crinale dell’Appennino tosco-emiliano l’Italia transpadana e cispadana ha una sua specifica ragion d’essere, una sua fisionomia economica produttiva storica e perfino linguistica da richiedere, per il suo pieno sviluppo, anche a beneficio dell’intera nazione, una sua posizione esatta e spiccata in seno all’Italia che sta nascendo. L’unità d’Italia non potrà essere fatta che su altre basi. La Liguria, il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia e le Tre Venezie, ossia tutta l’Italia settentrionale nel suo insieme costituisce un’armonica unità geografica, economica, etnica e spirituale, ben degna di governare se stessa”. Profezia: “I centralisti s’illudono se pensano che anche il federalismo diventerà come la ‘dittatura del proletariato’, perché il federalismo s’imporrà. Anche se la Lega dovesse scomparire. Anche se non ci fosse più chi vi sta parlando. Per forza delle cose”. Stay tuned.

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Emiliosisi 11 Gennaio 2019 - 10:10

Miglio è un pensatore apprezzabile, ma non comprendo in cosa sia un maestro di vita, almeno nell'articolo non è scritto.

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Rispondistearm 11 Gennaio 2019 - 10:10

Il mondo è cambiato, nella direzione opposta a quella che Miglio poteva immaginarsi. I grandi centri urbani stanno cannibalizzando le provincie, che dal canto loro reagiscono chiudendosi a riccio contro ogni cambiamento, non comprendendo che così facendo agiscono in direzione opposta alla logica del sistema. Vale per l'Italia, per l'Inghilterra, per gli Stati Uniti. Quando Miglio parlava di federalismo e macro-regioni, tutto questo era difficilmente immaginabile. Ma è proprio su questo, che l'intera esperienza della Lega è da considerarsi fallimentare, si basa su una visione che poteva essere accolta con favore negli anni Settanta, ma che era già anacronistica trent'anni fa, quando la Lega ebbe i primi successi elettorali. A parte Milano nessuna città del Nord supera il milione di abitanti. Escudendo Torino e Genova che rappresentano comunque dei centri urbani e Venezia che fa un pò storia a sè, le altre città sono tutte sotto i 250.000 abitanti e non attraggono nuovi abitanti.

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RispondiGiovanni Attinà 11 Gennaio 2019 - 09:09

Maroni omaggia Miglio, ma la Lega non mi pare che segua le sue idee. Le macro regioni di là da venire, il federalismo una chimera. Come consolazione la Lega, complice Roberto Maroni, in primis, ha riscoperto le province, vedi vicende delle nuove province anno 1994 con Maroni ministro degli interni, mentre Miglio ha sempre sostenuto che le province sono enti inutili e costosi.

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Rispondistearm 11 Gennaio 2019 - 10:10

Il Nord ben descritto da Miglio è un insieme di provincie anche se si abolissero le provincie. E le provincie sono in declino irreversibile in tutto il mondo. Metterle insieme, in una macroregione, non serve ad accellerare una loro necessaria trasformazione, ma è un tentativo di conservazione destinato a fallire. Tra l'altro, è anche ambiguo il concetto di macro-regione in senso federalista, visto che federalismo vuole dire maggiore indipendenza a livello locale e macro-regione implica comunque un accentramento del potere. Se il senso è separare il Nord dal Sud, può avere anche un suo senso, ma poi le competenze dello Stato italiano andrebbero comunque trasferite a qualche organo centrale, la macro-regione appunto. A dire il vero, è anche difficile immaginarsi politiche che trasformino queste provincie in hub tecnologici che offrano anche un milieu sociale in grado di attrarre capitale umano. Certo è che negli ultimi trent'anni, per 'merito' della Lega, ha prevalso l'immobilismo.

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Rispondimanfredik 11 Gennaio 2019 - 08:08

Giusto ricordo di un grande studioso e di una grande mente. Peccato per l'oblio verso un altro un precursore altrettanto illustre come Carlo Cattaneo (morto "esule" in Svizzera). E infine una piccola critica: le "tre Venezie" non esistono, se non nell'invenzione di I.G.Ascoli, ripresa poi dall'irredentismo. Creda, sulla parola, ad un Furlan che vive da 40 anni in Veneto.

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