La paura non fa novanta

Il Truce doveva raffinarsi un poco, sapendo che il trumpismo è roba per ricchi e ingenui, invece si è vieppiù incialtronito, ha tradito il nord e ora viene tradito dal sud a Torre Melissa: il suo destino è segnato e i voti si possono ribaltare

di Giuliano Ferrara 12 Gennaio 2019 www.ilfoglio.it

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La paura non fa novanta (per cento). Secondo me nemmeno sessanta. Eppoi gli italiani sono strani: fascisti sì, ma immaginari. Razzisti un poco, ma con le cautele dell’umanitarismo e senza tracce di biologismo arianeggiante (non se lo possono permettere, e lo sanno). Securitari, e chi non lo sarebbe?, ma non velleitari, non travestiti, non buffoneschi per forza. Cialtroni quanto basta, spregiatori delle cifre, lo siamo sempre stati, ma quando avanza, avanza. Conte e Moavero a parte, che sono i nostri nuovi beniamini (il secondo dai tempi del governo Monti, il primo da quando ha bastonato il bastonatore con gentilezza tutta avvocatesca e democristiana), il governo del banale buonsenso spicciolo ha già rotto a milioni e milioni di concittadini. Il troppo è troppo. Va bene che la competenza è sputtanata, ma il dispendio inutile di soldi pubblici e di energie private è ormai troppo, la recessione è troppo. Grillo per esempio si è stufato del vaffanculo, a quanto pare. E le torme di vaffanculisti che ha portato al loro livello di incompetenza, el gobierno, ora fanno ridere pure lui, arcigenovese, arcitaliano, arcicomico. E poi c’è Torre Melissa, borgo eroico del crotonese, dove i 51 naufraghi curdi, bella genia e gentile e forte, vengono salvati (tranne uno, poveretto) dai cittadini di un’altra genia gentile e forte che forse votano Lega e 5 stelle, dove gli scafisti si fanno la doccia in albergo coi soldi dei naufraghi ma vengono intercettati dall’Arma dei carabinieri, detta la Benemerita. Non tutto è tragicomico, persino qui da noi dove la tragicommedia dell’Arte la fa da padrona da secoli.

Non c’è l’alternativa, si dice e non a torto. Ma arriva Zingaretti, amico dei five star, e con quel nome destinato a un sicuro successo multiculturale e multietnico: minaccioso, no? E Giorgetti ne ha piene le tasche, per usare un eufemismo da professoressa col cerchietto; e l’esercito amazzonico del Cav., con lo sprone del buon Tajani, si avvicina di nuovo al dodici, dico dodici, per cento: minaccioso, no? E non bastasse, un collega dell’autorevole Tempo di Roma, de Roma, che sa di politica, rilancia la mia proposta di democrazia diretta e referendaria (gliela diamo noi vecchi allievi di Calamandrei e Pannella, in testa, la democrazia diretta): un referendum per abolire il sussidio di pigranza, che tra l’altro sta per innescare una delle più sanguinose guerre civili mai viste da queste parti (mancia di stato: lui sì e io no?). L’argomento del collega machiavellico è semplice: cinque milioni, si dice, prendono, ma quarantacinque milioni pagano i cinque per non lavorare mai più. E’ già vinto, dice. Argomento cinico e semplicistico, ma non è di argomenti semplicistici che va nutrita la vena sofisticata di un fogliuzzo intellettualistico e incomprensibile come il nostro? Si proceda, dunque, con una tattica di movimento che scompagina la finta alleanza di due minoranze faziose che hanno sequestrato il governo ma hanno dovuto mettere un terzo, come da noi suggerito, a capo dell’esecutivo.

Non si perda tempo, si dia inizio appena possibile alla raccolta delle firme, e vedrete che sondaggi da favola. Sondaggio contro sondaggio.

Intanto il Truce viaggia e twitta a sbafo. Intimidisce, ma fa anche molto ridere con le sue divise da ragazzino infoiato. Si vede che si è montato la testa. Va dai polacchi, lui putiniano, e i polacchi ne sanno qualcosa dell’espansionismo russo, e si propone come capo europeo dei sovranisti: pernacchia. Cerca di affogare la Sea Watch con i suoi fatali 49 naufraghi (49 come i milioni della Lega in rateazione fiscale) e intanto gliene sbarcano cinquantuno con l’aiuto dei calabresi, che l’hanno pure eletto. Che figura di cacca. Vuole presentarsi come uno statista europeo, e non ha ancora capito che gli statisti europei sono, uno, la Merkel, molto in difficoltà al tredicesimo anno di servizio, due Macron, molto in difficoltà ma insediato nella V Repubblica, così diversa dalla Terza nostrana, e compos sui, al punto che ora sono i suoi, compresi i gilet gialli a scatenarsi contro la lebbra italiana, e, terzo, Alexis Tsipras, uno che invece di fare convegni con Varoufakis e Fassina s

Commenti

Lucaderocco 12 Gennaio 2019 - 21:09

Spero che Lei abbia ragione

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Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 12 Gennaio 2019 - 19:07

Certamente: è di argomenti semplicistici che deve nutrirsi un fogliuzzo geloso della sua caratteristica di “intellettualistico e incomprensibile”. Maxime quando il “semplicistico” è intellettualmente provocatorio. Si sposa bene con “incomprensibile”.

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Rispondikmt.rossi 12 Gennaio 2019 - 18:06

Quello che dispiace è che, con un parlamento così ossequioso, potrebbero fare tutte quelle vere riforme di cui l Italia ha bisogno. Se solo fossero un po' più illuminati e magari guardassero un po' a Tsipras.

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Rispondigiuseppezavaroni 12 Gennaio 2019 - 17:05

Tifare Conte e Moavero (e Mattarella) è come tifare il Real Madrid quando affronta la Juve in finale di champion's: irrazionale, puerile, viscerale e molto frustrante. Comunque, a parte la boutade su Tsipras, se il suo standard di statista è sceso al livello di Macron, bisognerà dedicare strade e piazze a Francesco Rutelli, Mercedes Bresso, Claudio Burlando e Piero Badaloni. Meglio sperare che torni il vero Elefantino.

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Rispondihovannes1941 12 Gennaio 2019 - 17:05

Porto il cognome che tradisce la mia origine armena, sono un dei tanti italiani misti e, appunto 'non me lo posso permettere' di essere né arianeggiante né anti-migranti. Sono abbastanza agé per ricordare sia gli economisti di sinistra non previdero le immigrazioni del XX° e XXI° secolo (erano gli anni '60, capocordata Gunnar Murdal che diceva 'troppo costoso emigrare') sia quelli raccogliticci dall'immondezzaio di destra o pentastellati (che non conoscono la disequazione fondamentale ricavi maggiori dei costi). A me che mi considero di scuola Einaudiana pare che il fenomeno sia soprattutto gestito disordinatamente e disumanamente, e che Berlusconi avrebbe fatto molto meglio, come dicono oggi molti suoi ex detrattori. Prego Iddio perché gli italiani, gente di genio e creativa, trovino delle soluzioni che siano in linea con le trimillenarie tradizioni della loro storia. Che sono lì, a vista, pronte per essere raccolte con beneficio di tutti

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Rispondilorenzo toccolorenzo tocco 12 Gennaio 2019 - 16:04

Va bene insignire la Merkel del titolo di statista, forse più alla carriera che per altro, ma Macron-Cialtron... quallo che fa e disfa accordi a piacimento e poi li autodenuncia pure. Quello che è detestato (eufemismo) da più della metà del popolo francese. Ma poi in cosa avrebbe dimostrato il suo essere statista? Nella chiusura delle frontiere con l'Italia? Nel suo volere l'U€ ad immagine e somiglianza della Francia: quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio? Quello che impartisce sentenze di lebbrosaggine a chi non la pensa come lui? Quello che fa il furbetto con Benalla? Se abbassiamo così l'asticella di statista allora possono competere quasi tutti, a cominciare dal suo amico Salvini. Quanto a Torre Melissa: un conto è se sbarcano da soli, un conto è andarli a prendere sottocasa come fanno le ONG. L'importante è selezionare chi ha diritto di rimanere e rispedire chi non lo ha, cosa che ancora putroppo manca.

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