M5s è sovrastato da un alleato che aveva la metà dei suoi voti

L'imperscrutabile oracolo della Casaleggio&C si è espresso a favore di Matteo Salvini, e così ha confermato un'avara fiducia nel «capo politico» del Movimento 5 stelle

di Sergio Soave, 20.2.2019 www.italiaoggi.it

L'imperscrutabile oracolo della Casaleggio&C si è espresso a favore di Matteo Salvini, e così ha confermato un'avara fiducia nel «capo politico» del Movimento 5 stelle. Ha registrato però una dissidenza superiore al 40% che suona come un avvertimento. Luigi Di Maio ringrazia e, in cambio, promette il ricorso ad altre consultazioni telematiche sui temi caldi, cioè riconosce il sostanziale ruolo di orientamento affidato all'oracolo. Secondo l'ideologia a 5 stelle, parlamentari e ministri sono «funzionari» della volontà del popolo, e il popolo si esprime attraverso i server malfunzionanti e il cervello invece efficientissimo della Casaleggio.

Ogni partito si dà le sue regole, c'è chi si affida a una leadership carismatica, chi ai conciliaboli delle oligarchie, chi alle primarie confusionarie. Non è scandalosa quindi la scelta telematica dei 5 stelle, ma sembra intrinsecamente autodistruttiva di ogni prospettiva politica a medio termine. La democrazia diretta e immediata agisce in base a impulsi e suggestioni momentanee, che trascurano ogni complessità.

Per fortuna c'è la Casaleggio che, in assenza di qualsiasi controllo, può correggere errori emozionali. Non è detto che lo abbia fatto, ma resta il fatto che lo può fare e questo le attribuisce un potere esorbitante. Naturalmente se la leadership politica fosse abbastanza forte, queste contraddizioni non sarebbero decisive, ma questo non è il caso del movimento, che ha avuto la maggioranza relativa dei voti alle elezioni ma che nel governo viene sovrastato da un alleato che aveva la metà dei suoi consensi ma che nelle elezioni parziali e nei sondaggi lo supera sempre più vistosamente.

Il calendario elettorale presenta una nuova sfida per domenica prossima in una regione, la Sardegna, dove tutti pronosticano una sfida tra centrodestra e centrosinistra che, com'è accaduto in Abruzzo, relegherebbe i 5 stelle al terzo posto, mentre alle politiche era saldamente in testa. Di Maio spiegherà che le regionali sono diverse, il che è vero, ma subirà comunque il contraccolpo dell'ennesima sconfitta. Cercherà di ottenere da Salvini un cedimento sulla Tav o sulle autonomie regionali, ma al massimo otterrà qualche formula pasticciata di rinvio, anche perché su quei temi la Lega non può cedere.

Si arriverà, salvo incidenti parlamentari, alle Europee, ma poi i 5 stelle dovranno decidere tra l'accettazione di un ruolo subalterno in un'alleanza politica vera e propria con la Lega o una rottura che porterebbe a elezioni incerte. Su questo la Casaleggio non ha ancora deciso e quindi non resta che attendere il responso dell'oracolo.

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