Reddito di cittadinanza, l’esperta Usa: “Gli italiani dovrebbero essere preoccupati per i loro dati”

Emma Briant, tra i principali studiosi del caso Cambridge Analytica, su Mimmo Parisi, presidente di Anpal arrivato dal Mississippi, dice: In gioco c’è una miniera dei dati, e diverse evidenze legano Parisi al data mining sulla Brexit

Lidia Baratta 21.5.2019 www.linkiesta.it

«Gli italiani dovrebbero essere preoccupati», dice a Linkiesta Emma Briant, ricercatrice britannica della School of Media and Public Affairs della George Washington University. «Nel suo lavoro precedente in Mississippi, Mimmo Parisi puntava a stravolgere statistiche preoccupanti per confezionare un’immagine più rosea delle politiche del governatore Phil Bryant (come ha raccontato il Mississippi Today, ndr). Ecco, sarei preoccupata se il lavoro di Parisi in Italia dovesse estendere un obiettivo propagandistico simile anche all’estrema destra europea».

Emma Briant è tra i maggiori esperti al mondo dell’uso dati per fini politici, una che ha studiato a fondo l’intreccio tra il furto dei dati da parte di Cambridge Analytica e l’utilizzo per influenzare il voto pro-Brexit del 2016 (tanto che i suoi documenti sono stati usati come prove nelle indagini condotte dal Parlamento inglese). Una storia che dal Regno Unito porta dritto negli Stati Uniti, nel malandato Stato del Mississippi. E che dal Mississippi, poi, torna indietro in Italia. Da quando il più povero degli Stati americani è diventato il punto di riferimento dei Cinque stelle per “sconfiggere la povertà”. Tanto da volerne replicare le politiche del lavoro, chiamando in Italia a gestire il reddito di cittadinanza il professore della Mississippi State University Mimmo Parisi. Italo-americano, uno che di politiche attive non ne sa un granché, ma che invece è un grande esperto di dati. Nominato alla presidenza dell’Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal), in Mississippi Parisi ha fatto la sua fortuna con i Big Data, dirigendo il National Strategic Planning and Analysis Research Center (Nsparc), attraverso il quale ha sviluppato e lanciato la app Mississippi Works. Una sorta di portale online venduto al governatore repubblicano Bryant, che incrocia i dati dei cittadini disoccupati con le offerte di lavoro.

E l’idea ora è quella di replicare il modello, ma con i milioni di dati degli italiani beneficiari del reddito di cittadinanza. Facendo sorgere non solo il rischio di un potenziale conflitto di interessi (nel caso in cui Parisi comprasse con i soldi pubblici la app che lui stesso ha creato) ma anche molte preoccupazioni sull’utilizzo che verrà fatto dei Big Data italiani da parte del professore arrivato da Oltreoceano. La partita del provvedimento bandiera dei Cinque Stelle si gioca infatti, anche e soprattutto, sui dati dei cittadini italiani. Attraverso i siti del governo, Caf, Postepay, centri per l’impiego, Anpal e probabili software di “ispirazione” americana, transiterà un’enorme mole di informazioni ben profilate, con tanto di abitudini e scelte di consumo, che i cittadini italiani “doneranno” in cambio del reddito (e, forse, di un lavoro). Una miniera che, su 5 milioni di potenziali beneficiari, secondo le stime degli esperti di cybersecurity potrebbe valere fino a quasi 1 miliardo di dollari.

Credo che sia molto probabile che sia stato Mimmo Parisi ad aver svolto il lavoro accademico con Arron Banks

Ed è qui che sorgono le preoccupazioni da una parte all’altra dell’Oceano, come Emma Briant conferma. Perché è proprio nello Stato del Mississippi che i “Bad Boys of Brexit”, capitanati da Arron Banks – fondatore della campagna Leave.EU oltre che uno dei principali finanziatori dello Ukip di Nigel Farage – si erano trasferiti per replicare il modello Cambridge Analytica del sovranista Steve Bannon. Anche grazie all’appoggio del governatore Bryant, di cui Parisi è stretto collaboratore da una decina d’anni. E in tanti sono convinti che anche Mimmo Parisi e il suo megacentro da 300 metri quadri di Starkville, in grado di memorizzare fino a 400 terabyte di dati, abbiano avuto un ruolo nel presunto traffico di informazioni da una sponda all’altra dell’Atlantico.

«I principali esponenti della campagna pro Brexit Leave.EU si sono resi colpevoli di un uso improprio dei dati», racconta Emma Briant. «La loro strategia, progettata con l’aiuto di Cambridge Analytica, prevedeva di utilizzare i dati ottenuti dalla compagnia assicurativa di Arron Banks (Eldon Insurance, ndr) per la campagna elettorale, e di usare poi questi dati per sviluppare un nuovo progetto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. E per fare questo hanno provato a utilizzare le tecnologie sviluppate in Mississippi, dove hanno collaborato con diversi esperti universitari di intelligenza artificiale. Credo che sia molto probabile che sia stato Mimmo Parisi ad aver svolto il lavoro accademico con Arron Banks».

Il gruppo britannico Fair Vote Project ha intentato una causa nello Stato americano, finendo per coinvolgere nello scandalo anche il governatore Phil Bryant. Banks e Farage sono due vecchie conoscenze del governatore repubblicano amico di Trump. Fu proprio Bryant che nel 2016 presentò Farage a Donald Trump. Sono gli stessi anni in cui i Cinque Stelle in Europa si alleano al leader dello Ukip, il qualche proprio qualche giorno fa ha raccontato a Paul Lewis, giornalista del Guardian, quanto i grillini siano stati fonte di ispirazione per lui e il suo movimento euroscettico.

Ora, dopo aver appreso tutto ciò che Eldon e Leave.EU sanno sull’applicazione dei dati alla politica, il dott. Mimmo Parisi ha accettato un incarico con il Movimento Cinque Stelle in Italia

È da precisare che il presunto traffico di dati tra Gran Bretagna e Mississippi, di cui parla Fair Vote nella sua denuncia, coinvolge la University of Mississippi, meglio nota come “Ole Miss”, che non è lo stesso ateneo in cui insegna Mimmo Parisi, ovvero la Mississippi State University di Starkville. «Abbiamo avviato un’operazione a Ole Miss University nel Mississippi, che è il centro per l’intelligenza artificiale nel mondo, chi lo avrebbe mai detto?», si legge nelle intercettazioni dell’ottobre del 2017 tra Phil Bryant e l’imprenditore pro-Brexit Andy Wigmore, co-fondatore con Banks della Big Data Dolphins. «E il ragazzo che lo gestisce, è il più straordinario data scientist».

Non è chiaro a quale data scientist Wigmore stia facendo riferimento. Diversi accertamenti legali sono in corso, come racconta il Mississippi Today. Ma al quotidiano Dorsey Carson, avvocato locale del Fair Vote Project, dice: «C’è solo una persona nel Mississippi che ti porterà a credere che il Mississippi sia il centro di intelligenza artificiale del mondo, e questo è Parisi. Se vuoi archiviare grandi quantità di dati o utilizzare Big Data in Mississippi, con ogni probabilità utilizzerai il suo Nsparc». Tanto che in un documento presentato lo scorso aprile per riaprire in Mississippi la causa contro i Bad Boys della Brexit, Carson scrive: «Big Data Dolphins ed Eldon Insurance sono in relazione con il data scientist Dr. Domenico “Mimmo” Parisi, fondatore e capo del National Strategic Planning & Analysis Research Center della Mississippi State University, che ha recentemente accettato un incarico con il Movimento Cinque Stelle, partito politico di destra in Italia». Carson parla dell’esistenza di email che proverebbero i legami tra il centro Nsparc di Parisi e il gruppo che faceva capo a Banks. E conclude: «Se la postazione fisica di Eldon potrebbe essere stata ospitata alla University of Mississippi, la “casa dei dati” era alla Mississippi State University con il dott. Mimmo Parisi». Ora, aggiunge, «dopo aver appreso tutto ciò che Eldon e Leave.EU sanno sull’applicazione dei dati alla politica, il dott. Mimmo Parisi ha accettato un incarico con il Movimento Cinque Stelle in Italia».

Connessioni ancora tutte da provare, certo. Ma, stando questi i fatti, la gestione dei dati di milioni di italiani da parte di Mimmo Parisi crea non poche preoccupazioni. Soprattutto perché è lui stesso ad aver ripetuto in più di una occasione di voler «capitalizzare i dati». Una logica che è alla base dello stesso funzionamento di Nsparc, come si può leggere anche negli studi pubblicati dal centro: «Mentre il mainstream in genere considera i dati come un sottoprodotto di attività, Parisi considera i dati come risorse che possono svolgere un ruolo fondamentale nelle operazioni aziendali». La logica che si segue è: come dare valore ai dati? «Abbiamo un sistema di raccolta dati che è a dir poco spaventoso», ha detto Parisi al Forum Pa lo scorso 14 maggio, riferendosi alle banche dati di Anpal e regioni. «I dati vengono oggi considerati il nuovo petrolio dell’economia. Sono la linfa dell’economia. I dati si producono e si consumano in tempo reale. Il dato non è più un dato passivo, è un dato attivo». E ancora: «La questione è come rendere questi dati disponibili in maniera tale che possiamo raggiungere gli stessi obiettivi che si sono raggiunti nel settore privato anche nel settore pubblico... Invece di assumere 100mila persone come ha fatto la Germania, perché non fare un investimento accompagnato anche dal fatto che si può fare di più con meno?». Il passaggio successivo, ha aggiunto, è quindi «modernizzare Anpal e centri per l’impiego con sistemi che capitalizzano i dati così come stiamo facendo nel settore privato». E sui dati Parisi si era soffermato anche nel suo primo intervento pubblico nella sede di Unioncamere, a fine marzo, sollineando la necessità di passare dai Big Data ai “Fast Data”, personalizzando i servizi attraverso il cosiddetto “case management”: «Prenderemo tutti i dati disponibili oggi e li elaboreremo in maniera tale che ... ci sarà un’intelligenza dietro il sistema che consentirà, sulla base dell’interesse della persona, di elaborare i dati per suggerire in che modo proseguire». Una logica innovativa, che valorizza i dati per favorire la ricollocazione dei disoccupati. E proprio per questo motivo ogni rischio di data mining dovrebbe essere scongiurato.

È difficile capire cosa stiano progettando.Ma è possibile che stiano cercando di utilizzare gli algoritmi e gli strumenti derivati dai dati dei cittadini del Mississippi per raggiungere gli obiettivi politici del Movimento Cinque Stelle

«È difficile capire cosa stiano progettando», commenta Emma Briant. «Ma è possibile che stiano cercando di utilizzare gli algoritmi e gli strumenti derivati dai dati dei cittadini del Mississippi per raggiungere gli obiettivi politici del Movimento Cinque Stelle. Non è chiaro però se i cittadini del Mississippi abbiano dato il loro consenso per l’utilizzo dei loro dati al fine di sviluppare strumenti che promuovano gli interessi della destra estrema in Europa». Anche se non si stanno “traslocando” i dati veri e propri dei cittadini del Mississippi in Italia, insomma, i modelli deriverebbero sicuramente da questi. «I cittadini del Mississippi hanno approvato questo uso?», si chiede Briant. La comunicazione Italia-Mississippi, d’altronde è già in corso, e non solo per i continui voli aerei del presidente di Anpal. Stando alla sua pagina Linkedin, un dipendente di Nsparc, Johnathan Barlow, è colui che ha fornito le slide di presentazione del “case study” di Mario, presentato da Di Maio in una convention di ottobre per spiegare il funzionamento del reddito di cittadinanza.

Ma a essere preoccupati, secondo l’esperta di dati e propaganda, ora dovrebbero essere anche gli italiani. Soprattutto nel caso in cui verrà utilizzato un software, come quello di Parisi, sviluppato in un Paese in cui non è in vigore il Gdpr europeo. «I cittadini italiani dovrebbero esercitare il proprio diritto previsto dal Gdpr di sapere di più su come verranno trattati i propri dati, richiedendo la trasparenza dell’algoritmo», dice. Ma sul software che renderà “fast” la miniera dei dati immagazzinati non si sa ancora nulla. Luigi Di Maio aveva promesso una gara pubblica, eppure l’erogazione del reddito è partita, il bando per la selezione dei navigator che dovrebbero usare il software pure, ma della gara neanche l’ombra. Mentre i dati dei primi percettori, almeno per il momento, verranno trasmessi da Anpal alle Regioni tramite un semplice trasferimento di dati. Con buona pace della cybersicurezza.

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