Gli "addetti" di Gigino via senza Dignità

La società del ministero del Lavoro usa il decreto e non rinnova i precari

Giuseppe Marino - 17/06/2019 www.ilgiornale.it

«Con questa norma daremo un colpo mortale al precariato», aveva tuonato Di Maio annunciando il varo del suo primo decreto, il «Dignità».

Il provvedimento era nato sulla scorta delle trattative per regolamentare i diritti dei riders, i ciclofattorini delle consegne a domicilio. A quasi un anno dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, i rider non hanno le loro regole. E, soprattutto, perfino le società controllate dal ministero del Lavoro, quello guidato dallo stesso Di Maio, mandano a casa le persone alla scadenza dei contratti anziché stabilizzarle.

Clamoroso il caso di Invitalia, la società per la riconversione di aree industriali in crisi, che ha usato proprio il decreto Dignità, e il suo limite di 24 mesi per i rinnovi dei contratti a termine, per mandare via 135 precari storici e sostituirli con nuovi assunti. Si tratta di lavoratori assunti in Emilia Romagna dopo il terremoto che nel 2012 devastò intere aree della Regione.

Il 30 giugno il loro contratto andrà in scadenza e al momento non ci sono prospettive di stabilizzazione. Tanto che i precari hanno scritto a Di Maio: «Invitalia, sfruttando in modo distorto il decreto dignità non ha alcuna intenzione di assumerci a tempo indeterminato, dopo anni e anni di proroghe non più ulteriormente applicabili alla luce dell'attuale normativa».

Ma non è l'unico caso. Chissà se i lavoratori di Invitalia saranno più fortunati di quelli di Anpal, la società che dovrà gestire le politiche del lavoro connesse al Reddito di cittadinanza, sta per assumere 3.000 persone senza esperienza per fare i «navigator» e intanto, un po' alla volta, sta mandando a casa i 654 precari storici che hanno accumulato anni di pratica nel settore. Anche questi lavoratori avevano scritto un appello a Di Maio nel luglio del 2018. «Non ci ha mai risposto - racconta una lavoratrice che è stata lasciata a casa - quello che non capiamo è perché hanno fatto di tutto per tagliarci fuori dalle assunzioni sui navigator». In effetti i criteri sembrano disegnati apposta per tenere i precari storici di Anpal fuori dalla selezione che inizierà domani alla Fiera di Roma. L'Anpal, presieduta dal «prof del Mississippi» Mimmo Parisi, che Di Maio ha fortemente voluto come «guru del Reddito», ha aperto la selezione a laureati in alcune materie, da Sociologia a Scienze della Formazione, lasciandone fuori altre come Filosofia, non poi così lontana dalle altre due come tipo di preparazione. Inoltre, a parità di risultato nei test per i 3.000 navigator, avranno la meglio i candidati più giovani. I precari storici invece, sono stati assunti con un criterio opposto, chiedendo almeno 4 anni di esperienza nei settori in cui dovevano andare a lavorare. E dopo 6-7 anni di contratto non sono più così giovani. Per di più, è stata aggiunta una clausola specifica: tra i precari ancora in servizio avrebbe potuto partecipare al test per i navigatori solo chi aveva il contratto in scadenza, non oltre un mese prima della data del bando di selezione. I precari di Anpal che lavorano nel settore specifico dei navigator, hanno tutti scadenze successive.

Il sospetto dei lavoratori e dei sindacati e che si voglia fare piazza pulita di chi è entrato al lavoro sotto precedenti governi e portare a termine un'operazione di assunzione su larga scala targata Cinque Stelle. E pazienza se si creano nuovi precari, lasciando a casa i vecchi. Da domani alla Fiera di Roma arriveranno in 54mila con un sogno. Le telecamere per lo show sono già pronte.

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