1-Quelle trame targate Pd per un Conte-bis senza Lega

2- Franceschini sogna un Conte bis Pd-M5s, anche per arrivare al doppio turno

Da il Giornale e Il Foglio 15.7.2019

1-L'asse tra 5Stelle e dem è già operativo in Europa con Sassoli. Ora può arrivare a Roma con Franceschini

Laura Cesaretti - Mar, 16/07/2019 www.ilgiornale.it

Mentre a Roma il Pd fa l'opposizione e i Cinque Stelle fanno la maggioranza, a Bruxelles i giochi sono diversi.

Il Parlamento europeo sta diventando la palestra di nuove collaborazioni che potrebbero, un domani piuttosto vicino, allargarsi anche all'Italia.

E il caso Russiagate, che rischia di mettere Salvini all'angolo e di far saltare i nervi nella maggioranza, rende assai meno fantapolitico lo scenario di un possibile ribaltone. Non a caso, in queste ore febbrili, sono per primi gli uomini di Salvini a confidare il proprio timore che di qui a breve possa nascere «un governo Conte bis» con maggioranza Pd-M5s.

I numeri, sulla carta, ci sarebbero: 345 deputati, 163 senatori contando anche i voti di Leu. Senza contare che molti altri peones potrebbero aggiungersi, pur di evitare elezioni anticipate. Anche perché la cosiddetta «riforma» grillina che taglia il numero dei parlamentari, e che sta per concludere il suo iter, è un formidabile deterrente contro il voto: con meno posti in palio, sono molti meno anche gli uscenti che possono sperare di rientrare.

La figura chiave per decifrare questo possibile scenario è quella del neo presidente dell'Europarlamento David Sassoli. Parlamentare europeo pd di lunga esperienza, fiore all'occhiello della corrente Franceschini (primo appassionato sponsor del governo con i grillini) e un forte legame con il presidente Mattarella, che ha accolto con grande gioia la sua elezione e che, secondo i retroscena, ha contribuito a farla accadere. Sassoli ha, insieme al gruppo dem di Strasburgo, promosso la candidatura a proprio vice di un deputato Cinque Stelle, tal Massimo Castaldo, con cui ha ottime relazione diplomatiche. Castaldo, con la protezione Pd, ha soffiato il posto alla candidata leghista Mara Bizzotto. Contemporaneamente, i Cinque Stelle hanno promesso il proprio sì alla candidatura di Ursula von der Leyen, che verrà votata anche dal Pd ma che intende rifiutare i voti della Lega. Insomma, se a Roma Lega e Cinque Stelle - nonostante tutti i litigi - continuano a stare insieme, a Bruxelles l'asse Pd-M5s funziona già. E pochi giorni fa proprio Sassoli, accolto con un'ovazione dall'assemblea nazionale Pd, ha lodato (in contrapposizione a Salvini) il premier Conte e ha fatto una apertura piuttosto chiara a M5s: «Siamo forti della nostra identità, perché dovremmo avere paura ad incrociare storie diverse, temperamenti molto lontani dai nostri, gente che ci ha criticato, interessi che non ci appartengono?». Poi l'incitazione: «Non dobbiamo chiedere da dove viene, ma dove vuole andare».

Nei conversari interni al Pd, uno è l'argomento forte dei fautori del ribaltone: l'elezione, nel 2022, del successore di Mattarella. «Vogliamo lasciare una partita del genere in mano a Salvini?», è la domanda retorica di chi (compreso, dicono nel Pd, lo stesso Mattarella) vorrebbe scongiurare questo rischio. Il voto anticipato, secondo gli attuali sondaggi, consegnerebbe il Parlamento ad una maggioranza leghista, che si sceglierebbe il proprio presidente. Una maggioranza giallo-rossa, aperta ad altri gruppi, invece potrebbe escludere dalla scelta un Carroccio che nelle attuali Camere è in netta minoranza. Ma c'è anche un altro argomento, che sorprendentemente ha raccolto consensi anche in casa renziana: con i grillini si potrebbe lavorare ad una legge elettorale condivisa che abbia l'obiettivo, col doppio turno, di offrire agli elettori di Pd e M5s la possibilità di convergere per bocciare un candidato leghista. Un po' come è successo in giugno a Campobasso, dove è stato eletto l'unico sindaco grillino anche con i voti dem.

Se Conte, dopo il Russiagate, è diventato improvvisamente meno sottomesso e più spavaldo con i suoi vice, una ragione c'è: ha capito che potrebbe essere lui, e non Salvini, a contare su due forni.

2- Franceschini sogna un Conte bis Pd-M5s, anche per arrivare al doppio turno

Un pezzo dei dem sta lavorando a questa ipotesi, e spera di convincere tutto il partito

Governo Conte bis con il Movimento 5 stelle e il Partito democratico? È un’ipotesi di cui, in questi ultimi giorni di fibrillazioni sempre più evidenti della maggioranza gialloverde, si parla nei corridoi dei palazzi della politica. E nel gruppo del Pd. Già perché un pezzo di quel partito sta lavorando proprio a questa ipotesi. Capofila di questa scuola di pensiero è Dario Franceschini, uscito vincitore dalla riunione del gruppo sul rifinanziamento della missione in Libia in cui i dem rischiavano di spaccarsi. Grazie alla mediazione dell’ex ministro della Cultura, invece, il Pd si è ricompattato e non ha partecipato al voto. Non è un caso, quindi, che David Sassoli, legato a filo doppio a Franceschini, sabato scorso, all’Assemblea nazionale del Pd, abbia aperto ai grillini: “Siamo forti della nostra identità, orgogliosi del nostro passato, cosa può metterci paura a incrociare storie diverse, temperamenti molto lontani dai nostri, gente che ci ha criticato, gente che viene da lontano, interessi che non ci appartengono? Per fare questo abbiamo bisogno di maggiore laicità, di non chiedere da dove viene il nostro interlocutore, ma chiedergli dove vuole andare”.

L’ipotesi circola anche nella Lega. C’è chi ne parla con una certa apprensione e chi, invece, quasi si augura che vada a finire così: “Un governo del genere durerebbe al massimo un anno e poi noi alle elezioni faremmo cappotto”. Ma tutto il Pd è convinto di andare in questa direzione? No, ci sono molte perplessità e parecchi dubbi a riguardo, ma i fautori di un Conte bis sono convinti di riuscire a portare tutto il partito su quelle posizioni. Del resto, non è forse vero che prima della mediazione Franceschini il Pd si era schierato con Marco Minniti e Paolo Gentiloni a favore del rifinanziamento della missione in Libia, salvo poi fare retromarcia?

Sotto l’egida di questo governo, gli esponenti del Partito democratico favorevoli all’operazione contano anche di varare una riforma elettorale che preveda il doppio turno. Sono convinti che questo sistema converrebbe a grillini e democratici, i cui elettorati al ballottaggio confluirebbero sullo stesso candidato, mentre svantaggi la Lega per cui fare alleanze sarebbe più difficile. Ma ci sono i numeri per un Conte bis? Stando ai conti che sono stati fatti in casa del Pd (ma anche in quella pentastellata) la risposta è sì: 345 deputati e 163 senatori, sono questi i numeri su cui pensano di poter fare affidamento i fautori dell’operazione Conte bis. Da www.ilfoglioit

Commenti   

#1 riki 2019-07-16 12:35
Ex DC menano mentre Pd ed ex PCI guardano e vedono il Governo mettere una pezza alle proprie contaddizioni e correnti. Ma sarà così ? Si se Mattarella (ex DC) lascia fare. Bene o male ? La lega ha problemi in casa con il Veneto e l'autonomia e nemci quì e in Europa (e nel mondo?)

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