“Ci sono 600mila posti di lavoro scoperti.

Rapporto Unioncamere-Anpal: le aziende sono a caccia di laureati e diplomati che non trovano. In contraddizione con l’alta disoccupazione giovanile.

di Carlo Valentini , 25.7.2019 www.itliaoggi.it

Le imprese cercano 551 mila laureati. In pratica il 12% delle nuove offerte di lavoro è per uno studente uscito dall'università. 195 mila di questi posti non vengono coperti per mancanza di candidati o perché la loro formazione non è quella richiesta. Non va meglio sul fronte dei diplomati: le imprese ne cercano 1 milione 600 mila e non ne trovano 400 mila, cioè un po' meno di mezzo milione di posti di lavoro destinati ai diplomati sono disponibili ma le postazioni rimangono vuote. Il fatto che 600 mila offerte di lavoro (tra laureati e diplomati) siano inevase dimostra il cattivo stato di salute di un crocevia vitale per il Paese: manca un efficace monitoraggio delle necessità occupazionali del sistema produttivo e la conseguente capacità di indirizzo allo studio dei giovani. Se si considera l'elevata percentuale di disoccupazione giovanile la situazione diventa quasi intollerabile.

L'ultima ricerca sulla divaricazione tra domanda e offerta di lavoro è realizzata da Unioncamere-Anpal attraverso il sistema informatico Excelsior e commenta: «Lascia stupiti che, anche con un elevato livello di disoccupazione, ci siano professioni per cui non si trovano candidati: anzi, le professioni con difficoltà di reperimento sono aumentate passando dal 21,5% del totale nel 2017 al 26,3%. Non si tratta solo dei cosiddetti «lavori rifiutati», quelli più instabili sviluppati nell'ambito della cosiddetta gig economy: è difficile trovare un diplomato su cinque e addirittura un laureato su tre. Semplificando molto, si può dire che i laureati dovrebbero essere di più, e i diplomati dovrebbero avere una preparazione più adeguata alla domanda: bisogna quindi agire sia sull'orientamento che sulla didattica».

La ricerca traccia con precisione una sorta di classifica: la laurea a indirizzo economico è la più richiesta da parte delle aziende (144 mila offerte, il 26% del totale delle richieste di laureati), al secondo posto le lauree umanistiche (46 mila), seguono: ingegneria elettronica e informatica (43 mila), medicina e sanità (39 mila), ingegneria industriale (36 mila), altri indirizzi di ingegneria (30 mila), chimica-farmaceutica (24 mila), linguistica (22 mila).

Un altro capitolo riguarda le professioni introvabili. I più corteggiati invano sono gli specialisti in lingue straniere: nel 70,2% dei casi le aziende hanno posti scoperti. Poco sotto, al 64,8% vi sono gli analisti e progettisti di software, seguiti dai tecnici programmatori (59,4%), ingegneri energetici e meccanici (52,5%), specialisti in contabilità e problemi finanziari (52,3%).

Commentano gli economisti che hanno redatto il rapporto: «Le imprese non trovano un laureato su tre, cioè 195 mila figure su un totale di 551mila laureati richiesti. La motivazione prevalente riguarda il “gap di offerta”, cioè non vi sono abbastanza figure disponibili sul mercato (indicato dal 52% delle aziende), segue il “gap di competenza”, ovvero la formazione non adeguata o la mancanza di necessaria esperienza (40% delle aziende). Va aggiunto che oltre alla capacità e alle conoscenze teoriche e pratiche strettamente legate alla professione, oggi sono sempre più richieste competenze trasversali o “metacompetenze”, cioè la flessibilità e la capacità di adattamento sono considerati essenziali per inserire un nuovo collaboratore».

Non solo i laureati scarseggiano. Anche i diplomati in alcuni casi sono introvabili. Il diploma di scuola secondaria di secondo grado («il cammino per arrivare al diploma», sottolinea il rapporto, «è particolarmente lungo: 13 anni») è richiesto nel 35% dei nuovi posti di lavoro. In un anno quindi potrebbero trovare occupazione 1 milione 600 mila diplomati. Ma nel 26% dei casi le aziende non riescono a coprire l'organico, cioè 400 mila diplomati sono richiesti invano. Nel 71% dei casi non si riescono ad assumere elettrotecnici, nel 65,8% agenti finanziari e assicurativi, nel 57,7% tecnici elettronici. Da cercare come l'ago nel pagliaio sono anche i tecnici esperti in applicazioni informatiche e i disegnatori industriali. Può sorprendere la presenza della categoria degli agenti assicurativi ma le compagnie sono sempre più orientate verso prodotti altamente digitalizzati e non trovano personale adeguatamente preparato.

Il rapporto sottolinea: «Digitalizzazione, industria 4.0, green economy. Sono queste le principali linee di sviluppo del sistema economico dei Paesi avanzati con cui i neodiplomati debbono confrontarsi. Ai diplomati in ingresso le imprese richiedono digital skills (abilità digitale) in quasi il 30% dei casi, non solo per il settore informatico ma anche per quello amministrativo, finanziario e marketing, a conferma di come la rivoluzione digitale si stia diffondendo all'interno del sistema produttivo, trasformando le modalità di gestione aziendale»

Così per ogni posto per un laureato in indirizzo informatico, matematico, ingegneristico un altro rimane scoperto, altrettanto per quattro posti su dieci in indirizzo linguistico. Ci sono 30 mila posti da informatico da coprire e nessuno alza la mano. A concludere il rapporto è una previsione: «Crescerà ancora, in generale, la richiesta di personale qualificato e continuerà ad espandersi la domanda di diplomati e laureati di area tecnica e scientifica, gli informatici e i programmatori saranno sempre più richiesti, anche le professioni di servizio alla persona e di insegnamento sono destinate a crescere per l'invecchiamento della popolazione e per la maggiore diffusione della formazione in ogni fascia di età. Si può inoltre ipotizzare un'espansione delle professioni legate al turismo, alla cultura, al made in Italy, all'uso del tempo libero».

Chi non vuole correre il rischio di faticare a trovare un'occupazione può seguire questi consigli. Indirizzare i propri studi e i propri interessi sul binario giusto è decisivo per affrontare questa società sempre più complessa.

Carlo Valentini Twitter: @cavalent

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