1. DI MAIO HA CHIESTO PER SÉ IL GLI INTERNI E VUOLE ''INCASTRARE'' ZINGARETTI NEL RUOLO DI VICEPREMIER

MA DOVREBBE MOLLARE LA REGIONE LAZIO, COL RISCHIO DI PERDERLA

27.8.2019 www.dagospia.com

2. PERCHÉ ZINGA HA CEDUTO SUL CONTE BIS? SI È TROVATO LA PRESSIONE DI QUASI TUTTO IL PARTITO, DEI SINDACATI, DELLA CHIESA, DI BRUXELLES. E IL PREMIER AVEVA SCARICATO LA LEGA

3. NEL M5S SCONFITTI CASALEGGIO E DI BATTISTA, ASSENTE AL VERTICE. IL VOTO SU ROUSSEAU SI PREANNUNCIA MOLTO PERICOLOSO, E NON SI SA QUANDO FARLO: VA ANNUNCIATO 24 PRIMA E I DUE PARTITI ANDRANNO AL COLLE DOMANI POMERIGGIO. OGGI ALLE 11 NUOVO INCONTRO PD-M5S

1-DI MAIO HA CHIESTO PER SÉ IL MINISTERO DEGLI INTERNI

Dall'articolo di Roberto Giovannini per ''la Stampa''

Di Maio aveva chiesto per sé il ministero degli Interni, proposto la nomina di due vicepremier dei due partiti (considerando il premier Conte «terzo»), possibilmente «incastrando» in questo ruolo lo stesso Zingaretti. E, infine, rivendicando per i Cinque Stelle il nome del Commissario europeo italiano.

2-ZINGARETTI, QUANTI DUBBI SUL GOVERNO CHE NON VOLEVA

Estratto dall'articolo di Goffredo De Marchis per ''la Repubblica''

"Mezza Italia mi ha chiesto di fare questo governo con Conte premier. Ho ascoltato tutti e ho capito che dovevo arrendermi". Figuriamoci se un segretario per il quale il bene principale di un partito è l'unità, poteva rimanere sordo al coro quasi unanime: fermare Salvini e il voto anticipato. "Mi hanno chiamato persino i cantanti, gli attori, gli scrittori. Volevano solo una cosa". Niente nomi, ma non è difficile immaginare che il pressing sia arrivato da quel gruppo di artisti che lo aveva sostenuto pubblicamente alle primarie: Monica Guerritore, Fiorella Mannoia, Alessandro Gasmann, Maurizio De Giovanni, Tommaso Paradiso e tanti altri.

Eppoi c'erano le pressioni dei dirigenti del Pd. Dei grandi vecchi come Romano Prodi. Di Walter Veltroni. Di Enrico Letta. Eppoi la voce dei sindacati, da Maurizio Landini ad Anna Maria Furlan. Si è mossa la Conferenza episcopale italiana, una trincea contro la deriva sovranista. Il leader dem non ha parlato con il presidente della Cei Bassetti, impegnato in una missione nello Sri Lanka, ma con un delegato della presidenza: "Vada avanti, ha anche l'incoraggiamento della segreteria di Stato", è stato il messaggio. Cioè della Santa sede.

Livelli sempre più alti di persuasori hanno fatto breccia nel muro che Zingaretti aveva alzato all'inizio: no al Conte bis e no al suo ingresso nel governo. Ma le dichiarazioni del premier da Biarritz hanno cambiato tutto. "Mai più con la Lega". Da nuovo leader del Movimento, in sintonia con Beppe Grillo e Davide Casaleggio, Conte ha chiuso il forno che Luigi Di Maio aveva lasciato aperto. (…)

3-CASALEGGIO E DIBBA SCONFITTI GIALLO SUL VOTO DI ROUSSEAU

Dall'articolo di Alessandro Trocino per il ''Corriere dell aSera''

L' incertezza dura fino a sera, per le difficoltà delle trattative ma anche perché il voto su Rousseau è considerato un pericolo. Davide Casaleggio preme fino all' ultimo (e del resto gioca in casa, con il suo Rousseau), spiegando che non consultare la base sarebbe un boomerang ben più rischioso del voto, visto lo spericolato transito dalla Lega al Pd e visti gli umori inviperiti dei militanti che si sentono traditi.

Meglio affrontare la sfida a viso aperto, forti della continuità (almeno di nome) offerta da Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Ma l' incertezza riguarda anche i tempi, visto che per regolamento bisogna indire la consultazione 24 ore prima e si vuole arrivare a un esito il giorno prima di salire al Quirinale (domani alle 19 tocca ai 5 Stelle). Il vertice serale, con la serratissima trattativa sui nomi, ha rallentato la decisione, mettendo in dubbio il voto sulla piattaforma informatica del Movimento.

(…) La tesi opposta, ugualmente sostenibile, è che [Di Maio] stia solo puntando a ottenere un ruolo di peso nell' esecutivo, per prestigio personale e per non essere schiacciato dalla figura di Giuseppe Conte. Premier osannato e lodato in maniera quasi imbarazzante (lo ha definito «una perla rara»), ma che sta finendo per ottenere riconoscimenti politici e una credibilità tale da mettere a rischio la leadership futura del Movimento.

(…) Di Maio sta riuscendo a mettere nell' angolo due avversari interni: il presidente della Camera Roberto Fico e Alessandro Di Battista.

Nel vertice pomeridiano, Di Maio, ha dovuto affrontare i dubbi di Casaleggio e la contrarietà all' accordo di due uomini importanti nel Movimento: Massimo Bugani, vicino a Casaleggio, nonché socio di Rousseau, che avrebbe preferito il voto; e Di Battista, che notoriamente ha molti dubbi sull' alleanza con il «partito di Bibbiano» (a breve uscirà anche un libro da lui curato per Fazi sulla vicenda che ha sfiorato il Pd).

Ma a mettere a dura prova Di Maio sono anche le trattative con Zingaretti. Il leader politico M5S avrebbe chiesto e ottenuto una poltrona al governo per i due fedelissimi, già presenti nel Conte uno, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Ma sarebbe stata respinta, almeno all' inizio, una sua richiesta di diventare vicepremier e ottenere il Viminale.

Tutto falso, giurano i 5 Stelle.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata