L’uomo di Trump è in Italia per indagare sullo “Spygate”?

In particolare, parliamo dei servizi di Gran Bretagna, Australia, e Italia (governi Renzi e Gentiloni) Una vicenda di controspionaggio ai danni di cittadini americani che se confermata avrebbe conseguenze molto gravi.

Roberto Vivaldelli 28.9. 2019 it.insideover.it

Il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr è in Italia per indagare sulla vicenda “Spygate”? O altro? Lo sostiene George Papadopoulos, l’ex membro del comitato consultivo per la politica estera nella campagna elettorale di Donald Trump durante le elezioni presidenziali del 2016 che ci conferma l’indiscrezione via Twitter a una nostra precisa domanda. Secondo l’ex collaboratore di Trump, il procuratore generale si troverebbe a Roma, a Palazzo Margherita – dove ha sede l’Ambasciata americana – in questi giorni particolarmente convulsi per l’amministrazione Usa con l’avvio della procedura di impeachment nei confronti del presidente annunciata da Nancy Pelosi per via dello scandalo Kievgate.

Nei mesi scorsi, William Barr ha costituito un team investigativo guidato dal procuratore John Durham per indagare sulle origini delle indagini dell’Fbi sul Russiagate nel 2016 e determinare se la raccolta di informazioni sulla campagna di Trump fosse “lecita e appropriata”. “Barr è stato in viaggio ufficiale in Italia negli ultimi due giorni. L’Italia detiene le chiavi del regno”, scrive su Twitter Papadopoulos, menzionando altresì Joseph Mifsud, il docente maltese della Link University di Roma al centro del Russiagate americano, colui che per primo – secondo l’inchiesta del procuratore Robert Mueller – avrebbe rivelato proprio a Papadopoulos l’esistenza delle mail compromettenti su Hillary Clinton. Il dubbio è: perché il procuratore generale degli Stati uniti ha deciso – qualora la notizia venisse confermata – di intraprendere un viaggio in Italia proprio quando, a Washington, la situazione politica è a dir poco incandescente? Lo stesso William Barr è stato tirato in ballo da tutti i media liberal nella vicenda dell’impeachment e la speaker della Camera Nancy Pelosi lo ha definito un “disonesto”. Un tempismo alquanto sospetto: cosa c’è di così importante a Roma? Donald Trump prepara la controffensiva?

Un “complotto” contro Trump?

Di recente, il giornalista investigativo John Solomon ha pubblicato su The Hill un articolo in cui cita dieci documenti classificati che il presidente Usa potrebbe presto divulgare e che potrebbero causare un terremoto politico a Washington, confermando la tesi della cospirazione contro il tycoon della Casa Bianca ad opera dei democratici, dell’Fbi, del Dipartimento della Giustizia e dei servizi segreti occidentali, italiani e inglesi in testa. Tra i dieci documenti classificati citati dal giornalista di The Hill ce n’è uno, il più interessante, che riguarda proprio il nostro Paese e il ruolo svolto dai governi Renzi e Gentiloni nella possibile cospirazione contro Donald Trump: si tratta dei documenti che proverebbero che gli alleati degli Usa nel 2016 avrebbero contribuito agli sforzi dell’Fbi di provare i presunti collegamenti di Trump con la Russia.

In particolare, parliamo dei servizi di Gran Bretagna, Australia, e Italia. Una vicenda di controspionaggio ai danni di cittadini americani che se confermata avrebbe conseguenze molto gravi. “Le mie fonti – scrive Solomon – dicono che questi documenti potrebbero aiutare a spiegare le recenti dichiarazioni del procuratore generale William Barr” circa “l’uso delle capacità di intelligence straniera e di controspionaggio contro una campagna politica americana, per me, è senza precedenti ed è una linea rossa che è stata superata”.

Le accuse di George Papadopoulos e Rudy Giuliani

Ospite di Sean Hannity su Fox News, commentando gli ultimi sviluppi di questa vicenda, Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e ora avvocato del presidente Donald Trump, ha confermato che le indagini del procuratore Durham sulla condotta opaca dell’agenzia si stanno concentrando anche sull’Italia e sul ruolo del nostro Paese nel 2016. “Non puoi credere a ciò che verrà fuori” ha sottolineato l’ex sindaco della Grande Mela. “Questi sono crimini che colpiscono al cuore la nostra repubblica”, ha aggiunto. “Queste persone avevano un progetto per impedire che il candidato repubblicano venisse eletto e poi hanno messo in atto un piano per rimuoverlo dalla carica basandosi su false prove e false testimonianze. Il tutto è stato inventato sin dall’inizio e l’hanno venduto ai nostri media. È una tragedia!”, ha commentato Giuliani.

Nelle scorse settimane, l’ex consigliere di Donald Trump George Papdopoulos ha rilasciato un’intervista a InsideOver, nella quale affermava: “Tutto quello che posso dire è che a mio avviso, il rapporto dell’Italia [con gli Stati Uniti] non progredirà a meno che tutte le informazioni sulle attività di Joseph Mifsud e la Link Campus riguardanti lo spionaggio e il lavoro con le agenzie di intelligence americane contro di me e Trump nel 2016-2017 venga rivelato”. Come anticipato su IlGiornale.it, Mifsud avrebbe fornito nelle scorse settimane una deposizione audio al procuratore John Durham, incaricato dal ministro della giustizia Barr di fare luce su questa vicenda. La presenza di William Barr in Italia – da confermare – testimonierebbe il fatto che le indagini hanno subito un’improvvisa accelerazione.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata